Gatto Panceri all'anagrafe Luigi Giovanni Maria Panceri, è una delle firme più importanti del panorama musicale italiano e questo 2018 ha visto l'uscita del suo ultimo album, Pelle d'oca e lividi; un disco che lo stesso Panceri definisce monumentale.

Il lavoro arriva sugli scaffali dopo un periodo lunghissimo di gestazione e noi siamo andati dall'autore brianzolo a farci raccontare un po' di storia dell'album.

Una chiacchierata intensissima che ci ha regalato momenti di grande intensità e che dimostrano che quando si ha la musica nel cuore gli anni non passano mai!

Il tuo ultimo disco ti ha tenuto in studio per 4 anni, dopo un lavoro così lungo ed intenso non è stato un po' è come la tua prima volta?

Sai che piuttosto che la prima io lo ho concepito e pensato come se fosse l'ultima?

Oddio, in che senso?

No, calma (ride - ndr) mi spiego meglio, quando fai un lavoro come il mio non puoi dare sempre per scontato che tutto andrà liscio nel futuro. Basta, che ne so, un nodulo alle corde vocali, un impiccio qualunque, possono venire meno tante situazioni legate a quest'attività oppure, molto più semplicemente, un calo dell'ispirazione e di idee. Non è scontato che domani si abbiano quelle illuminazioni che portano a scrivere tanto e bene come è stato per Pelle d'oca e lividi. Quindi quando ho iniziato a lavorarci ci ho messo dentro tutta l'energia, come se fosse la mia ultima possibilità.

Ne è uscito un album impegnativo e ambizioso, o sbaglio?

Presentarsi sul mercato con un disco di 19 tracce è sicuramente qualcosa di diverso dallo standard, me ne sono accorto anche proponendolo in giro

Chiusure?

Purtroppo sì, oggi è tutto mordi e fuggi, tutto è concepito utilizzando la mitica paroletta low budget. Quindi chi si propone con un'operazione impegnativa non viene preso in considerazione.

Ma non ti sarai mica meravigliato...

No, conosco il trend e me lo aspettavo e posso anche capirlo perché con la magra che abbiamo oggi il timore di fare flop e di perderci è comprensibile. Però bisognerebbe prendersi qualche rischio per tornare a fare bella musica, no?

Quindi oggi non si fa più bella musica?

Non voglio essere disfattista. Però è un dato di fatto che siamo dentro la logica del "carino". Ma possiamo definirla acquistabile? Oggi ci sono canzoni che dopo 2 volte che le hai ascoltate non hanno più nulla da far scoprire, come possiamo pretendere che il pubblico la compri? Compri un disco, un cd, quando lo puoi ascoltare anche 10 volte ed ognuno di questi ascolti ti regala una sfumatura, un qualcosa che con quello precedente non avevi notato. Ecco io penso e spero che Pelle d'oca e lividi possa regalare questo tipo di sensazione.

Quindi hai deciso di fare da te, giusto?

Mi sono preso il mio tempo, ho inciso, cancellato e rifatto le canzoni non so quante volte. Ho dedicato anche tanto tempo allo studio, soprattutto nel canto, per poter arrivare laddove volevo per dare quell'effetto che avevo in testa. Non avendo dietro una produzione artistica esterna ho potuto dare libero sfogo a tutto quello che avevo in testa e nel cuore senza dover rendere conto a nessuno.

Una lunga carriera, hai firmato gemme potenti come Vivo per lei di Bocelli e Giorgia. Pelle d'oca e lividi, la title track del disco, può raggiungere queste vette?

Non lo so, è certo che ho cercato di puntare in alto, allo stesso livello artistico di alcune canzoni scritte in passsato. Ma sono anche realista e mi rendo conto che negli anni di Vivo per lei ci fu una promozione incredibile, di cui si occupava Caterina Caselli, e tutto girò nel modo giusto con grandi risultati.

Mi auguro che Pelle d'oca e lividi abbia i riconoscimenti che si merita perché con questo testo ho voluto parlare di situazioni legate alla vita che viviamo oggi, ho incentrato tutto sul noi e non sull'io e credo che chiunque possa riconoscersi. Nelle emozioni positive che ti fanno venire la pelle d'oca così come nei lividi che si debbono smaltire quando si prendono delle botte. Quelle botte che comunque nella vita ti fanno crescere e maturare.

Perché secondo te siamo arrivati al punto che si preferisce autoprodursi?

I discografici un po' di tempo fa hanno fatto delle scelte. Il mercato ha deciso di orientarsi verso un tipo di prodotto, tagliando fuori un genere di cantautori magari un po' datati. Per questo poi i talent show hanno avuto la meglio.

Non sembra restare molto però, di testi mordi e fuggi e di cantautori bravi che sono meteore. C'è anche chi se la prende con mancanza di studio e poca voglia di fare la gavetta...

C'è un esempio che rende l'idea: guardiamo ai rapper, in alcuni casi fanno testi, a mio parere molto importanti. Ma mostrano anche grosse lacune nella conoscenza della musica, dell'armonia. A volte basta questo a farti finire nella palude.

La rete e gli strumenti che mette a disposizione di tutti secondo te aiuterà la musica?

Se guardiamo alle potenzialità dei social network non si può che essere contenti della possibilità per gli artisti di essere direttamente in contatto con la propria gente. Io lo trovo importante perché così posso davvero interagire direttamente con le persone e, direi, il pubblico apprezza che tu trovi il tempo per essere vicino a loro. Una incredibile energia si mette in circolo e lo scambio diventa potentissimo ai concerti.

Diversa la questione Youtube: caricando roba così senza troppa cura, oggi puoi anche arrivare al successo. Io lo trovo un equivoco che aumenta l'incapacità di comprendere il valore della cara e vecchia gavetta finalizzata a risultati di qualità.

Il tuo video di lancio della canzone che dà il titolo al disco evita immagini pirotecniche, si concentra su parole e musica, sei in controtendenza...

Il mio tentativo resta, anche con il video, di focalizzare l'attenzione proprio su testi e musica. Per me l'importante è ciò che voglio dire con musica e testi .

Robi Facchinetti ti sta affiancando nell'opera di distribuzione del disco, è vero?

Certamente, Robi però, prima di tutto, è un musicista e parla quel linguaggio di cui oggi c'è tanto bisogno. Non appena ha sentito il disco non ci ha pensato 2 volte, ed eccoci qui, a braccetto, a lavorare assieme.

Nel 2015 hai anche aperto la Vivo per lei edizioni, come si colloca questa scelta nel tuo percorso artistico?

Quest'idea nasce perché c'è un bisogno assoluto di ritrovare autori veri. Di interpreti ce ne sono già tantissimi. Proprio attraverso quest'idea mi piacerebbe dare spazio e opportunità a chi ha un talento vero, magari proprio nello scrivere. Oggi il mio impegno è molto focalizzato sul nuovo disco, ma appena la promozione ed i live saranno più diradati tornerò a bomba anche su questo progetto.

Ti aspetta un'estate densa di concerti?

Il live resta il momento più bello che un artista come me può desiderare. Finora ho girato il Centro Nord ma durante l'estate conto anche di raggiungere anche le piazzette dei paesini. Perché questo è il sale di chi fa musica. Pelle d'oca e lividi è un disco con cui conto divertirmi e divertire chi vorrà venirmi a sentire.