Una maglietta rossa per fermare l’emorragia dell’umanità. È questo il dress code del 7 luglio, un messaggio di solidarietà. Perché è come sulla neve: ai principianti lo dicono sempre di scegliere una tuta da scii colorata perché se ti fai male, sul candore delle piste ti trovano subito. È lo stesso navigando. Se sei in crociera il colore con cui vestirti è l’ultimo dei tuoi pensieri, o almeno, non è certo legato alla sicurezza. Ma se ti stai imbarcando su una carretta del mare dove anche una piccola onda riesce a lambirti i piedi perché è così strapiena di passeggeri da abbassare la linea di galleggiamento, allora scegli il rosso. Ormai lo abbiamo imparato tutti, purtroppo, e non riparleremo dell’occasione recente che ce lo ha insegnato. Sappiamo tutti che le madri migranti vestono di rosso i loro bambini con cui prendono il largo in cerca di una vita migliore. Sì, sono quelle donne celebrate dalla poesia Casa di Warsan Shire il cui verso più famoso ricorre continuamente nel web: Dovete capire / che nessuno mette i suoi figli su una barca / a meno che l’acqua non sia più sicura della terra. Proviamo a essere tutti quelle madri, o quei bambini, per un giorno?

Lo ricordate? Nel 2016 MarieClaire.it ideò e lanciò l’appello dei drappi rossi in finestra, un gesto per dire alle donne vittime di violenza che non sono sole. In quel caso il rosso era il colore del sangue versato. Ora è stoffa, come quella che indossava anche il piccolo Alan Kurdi (conosciuto come Aylan), divenuto icona suo malgrado sulla spiaggia di Bodrum nel 2015. Questa iniziativa è stata lanciata da Libera, la famosa rete di associazioni, cooperative sociali, movimenti e gruppi, scuole, sindacati, diocesi e parrocchie, gruppi scout, coinvolti in un impegno non solo “contro” le mafie, la corruzione, i fenomeni di criminalità e chi li alimenta, ma profondamente “per”: per la giustizia sociale”, come spiega il sito ufficiale. Una maglietta rossa da indossare sabato 7 luglio per chiedere di non colpevolizzare chi presta soccorsi, di trovare invece soluzioni a lungo termine. Ogni problema ha una soluzione, diceva l’avvocato Andrew Beckett interpretato da Tom Hanks in Philadelphia. E si possono trovare senza che si faccia male nessuno.