Aretha Franklin è morta e ora ce la dobbiamo cavare da sole. Se ad Aretha Franklin – Aretha per antonomasia – veniva chiesto: “Come si sente a essere definita la regina del soul” lei rispondeva “è un riconoscimento della mia arte, significa che sto eccellendo in quello che faccio”. E ci insegnava che della pudica modestia femminile non sapeva che farsene. La sua personalità magnifica e indomabile era il frutto di una combinazione di elementi irripetibili che si erano succeduti nella sua vita da romanzo.

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Aretha Franklin a 18 anni

Nata il 25 marzo del 1942 a Memphis, nel Tennessee dal predicatore itinerante Clarence LaVaughn "C. L." Franklin e dalla cantante e pianista Barbara Siggers, Aretha aveva tre fratelli e un numero imprecisato di fratellastri nati sia dal padre che dalla madre. Quando il padre ha compiuto 50 anni ha deciso di non viaggiare più e ha scelto come residenza Detroit, ma a seguito del divorzio dei genitori la madre si è trasferita a Buffalo con uno dei figli avuti fuori dal matrimonio e Aretha la vedrà solo durante le vacanze estive, fino a quando non morirà poco prima che la bambina abbia compiuto dieci anni. Aretha Franklin è quindi cresciuta col padre e sotto la forte influenza del suo mestiere di predicatore, ma anche della nonna e di un’altra presenza importante, la cantante Mahalia Jackson, alla quale Aretha un giorno ruberà, appunto, la corona di regina del soul. Tuttavia avrà due figli praticamente da bambina, uno a 14 anni e uno a 16, e non si sapranno mai i nomi dei padri.

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Aretha Franklin sente nel sangue la passione della musica trasmessa anche dalla mamma, per cui studia piano e canto mentre il papà diventa una star della predicazione (lo chiamano l’uomo dalla voce da un milione di dollari) e la loro casa diventa meta di pellegrinaggio di molte celebrità della comunità nera. Aretha non porterà a termine le scuole superiori: a 14 anni sta già diventando una cantante professionista, con suo padre come manager. Tutti si sono accorti, durante le funzioni religiose cantate, che quella ragazza ha una voce d’oro. Ha solo 18 anni quando il boss della Columbia Records John Hammond si precipita a metterla sotto contratto dopo aver ascoltato i suoi provini.

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Tuttavia, la Columbia si rivela presto la compagnia sbagliata per lei: è più ferrata a lanciare i “bianchi” e non riesce a proporla nel modo adeguato. Aretha intanto ha sposato il suo nuovo manager, Ted White, e insieme decidono di passare alla Atlantic. Aretha va a registrare ai Florence Alabama Music Emporium studios, ma prima di completare il disco ha una brutta discussione col marito ed entrambi si volatilizzano per settimane. Mentre le radio impazziscono per l’unica canzone che ha completato, I Never Loved a Man, nessuno sa dove sia. Ricomparirà da sola a New York, e finirà l’album.

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Nel 1965 emerge il suo carattere forte e abbraccia l’attivismo nero, il femminismo e la liberazione sessuale. Proprio per questo, interpreta una cover della canzone Respect di Otis Redding ribaltandone il significato e cancellando praticamente il ricordo dell’originale. Redding intendeva farne un'esortazione alle donne di essere rispettose e asservite ai loro uomini, mentre Aretha ne fa un inno del femminismo pieno di doppi sensi sul diritto femminile al piacere sessuale. Intanto il suo stile diventa inconfondibile, con i suoi grandi turbanti da mama Africa, i rossetti chiari e le minigonne, che verranno poi sostituite da acconciature gonfie, caftani e pellicce quando aumenterà di peso.

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Mentre diventa una star e i suoi dischi vanno a ruba, divorzia dal marito e sposa l’attore Glynn Turman nel 1978. Nel 1979 il padre riceve un colpo di pistola da un rapinatore e finirà in coma. Aretha allestisce un ospedale domestico con assistenza 24 su 24, ma papà Franklin morirà cinque anni dopo senza aver mai ripreso conoscenza. Esauriti i movimenti e le ribellioni degli anni 70, la popolarità di Aretha Franklin inizia a calare. Ma schizza di nuovo a livelli altissimi grazie al film The Blues Brothers e la scena cult in cui la cantante, nel ruolo di una ristoratrice, fa il pistolotto al marito ex musicista che le ha annunciato di voler partire in tour. E lo fa cantando Freedom con John Belushi e Dan Aykroyd che le ballano intorno. I ragazzi degli anni 80 imparano ad apprezzarla meglio grazie al duetto con Annie Lennox negli Eurythmics nella hit Sisters Are Doin'It For Themselves, nel 1985, e per quello con George Michael nel 1987 con I Knew You Were Waiting For Me. Aretha è una vera tigre. Per tutti quei decenni di carriera solo tre nemici riescono a metterla in difficoltà: la bilancia, l’alcol e le sigarette. Negli anni subisce forti variazioni di peso che non giovano alla sua salute. Con gli alcolici ha un rapporto altrettanto discontinuo, che tiene a bada, mentre nel 1992, dopo essere stata per decenni quel tipo di fumatrice che accende la sigaretta con il mozzicone che sta gettando via, ha smesso completamente.

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Aretha Franklin nella sua ultima apparizione pubblica nel novembre 2017

Nel 2011 è stata operata di cancro ma non ha voluto mai rivelare in quale organo si fosse manifestato (ha solo escluso il pancreas). Ha assicurato però ai suoi ammiratori che l’intervento le avrebbe assicurato un’altra quindicina, se non una ventina di anni di vita. Da allora, invece, ha cancellato continuamente parecchi concerti, non era presente nemmeno al funerale della figlioccia Whitney Houston, per motivi di salute. I parenti della Houston attribuiranno la sua assenza a dissapori con Cissy Houston, la madre della cantante, di cui Aretha Franklin, madre di quattro figli, criticava il metodo con cui l'aveva cresciuta e per questo motivo si accende una faida familiare a colpi di dichiarazioni anche con la collega Dionne Warwick, cugina di Whitney. All’inizio del 2017, dopo un concerto a Detroit, Aretha saluta il pubblico chiedendogli di pregare per lei. Detroit risponderà dando il suo nome a una strada, con tanto di inaugurazione a sorpresa di cui lei è ospite ignara fino a quando non viene scoperta l'insegna stradale con il suo nome. L'ultima esibizione di Aretha Franklin è stata il 7 novembre 2017 alla Cattedrale di Saint John the Divine a New York durante il gala del 25esima edizione dell’Elton John AIDS Foundation. Era molto magra ma elegantissima. Non aveva dimenticato di portare con sé il più prezioso dei suoi gioielli, la sua voce. Che ora, dal vivo, non sentiremo mai più.

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