È probabile che vostro figlio si illumini al solo sentire il nome Musk. E che, se gli parlate di Maye Musk, vi replichi che state nominando il Musk sbagliato. Spiegategli che a sbagliarsi è lui. Elegante, superattiva, a 70 anni Maye Musk è il volto simbolo del marchio beauty CoverGirl e una delle modelle più gettonate delle fashion week. Ed è la mamma di Elon, patron della Tesla ed eroe di schiere di ragazzini, che l’hanno conosciuto grazie ai Simpson (un intero episodio della serie è dedicato a lui) e ora lo amano, elettrizzati dai suoi progetti visionari, dal lanciafiamme “per arrostire le noccioline” al super razzo Space X, dall’annuncio di creare cyber draghi alle fabbriche di caramelle da fare invidia a Willy Wonka.

Mother of Invention, la madre dell’invenzione: così la stampa americana ha ribattezzato Maye Musk, icona di stile dai capelli argento che, pochi fronzoli e aria volitiva, di enfant prodige ne ha cresciuti non uno, bensì tre. Elon il primogenito, Kimbal, guru della ristorazione Usa e imprenditore-filantropo del cibo a filiera corta, e infine Tosca, regista e produttrice in gara nel 2017 al Festival di Cannes, artefice di una startup per lo streaming di film romantici che fa incetta di milioni di dollari.

Che si sia trattato di un caso, di una questione di geni o del capolavoro di una supermum, intervistare la Maye Musk sui trucchi del mestiere di chi ha partorito la genia più smart del pianeta significa scoprire che la più spiazzata sembra lei. Canadese cresciuta in Sudafrica, la signora Musk vive tra Los Angeles e New York: sotto contratto con il colosso IMG Models, miracolata dal business delle bellezze senior, invece di godersi la pensione si sta gustando la sua stagione professionale più esaltante. «Non ho fatto altro che educare i ragazzi come i miei genitori hanno educato me. Ai tempi in Canada erano gli anni della depressione, e loro due chiropratici con pochi mezzi e la passione per i grandi viaggi: per tirare su una famiglia di quattro figli stavano fuori tutto il giorno. Non alzavano mai la voce, ma noi sapevamo come bisognava comportarsi. Io ho preteso lo stesso: la prima regola, con me, è essere responsabili delle proprie azioni».

Lezione numero uno: la “Mother of Invention” forse di suo non ha inventato granché di nuovo, ma applicare del sano buon senso a intelligenze fuori dal comune è bastato per creare un effetto turbo. Dice che tutti vogliono sapere che diavolo desse da mangiare ai tre fenomeni. Non a caso. In una delle sue tante vite, Maye ha trovato il tempo di collezionare due master in Scienza della nutrizione, e di cibo se ne intende.

Lezione numero due: per avere figli in forma e fare attenzione al portafogli, niente junk food. «Ho avuto la fortuna di avere una vita affascinante, ma non sono mai stata ricca. A 15 anni lavoravo già nella moda, a 21 ero dietista e a 31 divorziata con tre figli a carico. I soldi erano pochi, e ai bambini davo cibi nutrienti ma poco costosi: latte, cereali e pane integrale, frutta e verdura, e poi grandi porzioni di minestre di fagioli. Non mi è mai andato di cucinare, ma per quelle sono rimasta famosa». Degli anni difficili le piace raccontare una storia. Fallito il matrimonio con un ingegnere meccanico conosciuto in Sudafrica, tornata sola a Toronto, quando le capitava di rovesciare la bottiglia del latte iniziava a piangere, perché non c’era denaro per comprarne dell’altro. Per mantenere la famiglia e preparare il master, le capitava di dividersi anche tra cinque mestieri. «Con i bambini piccoli, non avevo una gran vita sociale, e di notte studiavo. L’obiettivo era sopravvivere».

Lezione numero tre: «Quando sei una mamma single, sai che devi guadagnare e fare sacrifici più degli altri. Io però non ho mai rinunciato a me stessa, e ho scelto solo ciò che mi rendeva felice. Se in casa vivi una situazione d’inferno o se il lavoro ti fa stare male, vattene. Io l’ho fatto, anche se ho dovuto scordarmi i lussi e per gran parte della vita non ho potuto risparmiare». Così, anche per la squadra dei piccoli Musk, non c’era che da adeguarsi. «Non avevano scelta», commenta Maye. «Dovevano imparare a essere forti e indipendenti e a rendersi utili. Tutti avevano il loro compito, in casa. Tra noi ci divertivamo un mondo: ci siamo sempre fatti grandi risate, ma nessuno doveva urlare, e rispettare l’altro era essenziale. Non avevo tempo per i capricci».

Elon, che a 17 anni è stato il primo a uscire di casa, era un lettore ostinato, un sognatore, sempre così concentrato che in famiglia dubitavano avesse problemi di udito. Pare che i primi risparmi della Musk siano serviti per comprare un tappeto e un computer per lui. Ma se per contribuire al menage familiare Tosca serviva in un negozio di alimentari, mentre Kimbal si metteva ai fornelli - dopo l’11 settembre, tra i volontari accorsi a cucinare per i vigili del fuoco pare ci fosse anche lui -, a 12 anni Elon vendeva il suo primo programma per pc e, poco più che ventenne, faceva soldi veri fondando la società di servizi online Zip2 e la compagnia poi diventata PayPal. Quando però il discorso cade sul primogenito, Maye fa di tutto per svicolare.

Tra gli uomini più ricchi del mondo, cinque figli, due ex mogli, tra cui l’attrice Talulah Riley, e un nuovo amore con Tyler Haney, bionda startupper di 29 anni (18 meno di lui), Elon è onnipresente nel chiacchiericcio dei media, grazie anche alle controverse esternazioni che rilascia. E Maye, cuore di madre, preferisce smorzare. Che ne pensa del progetto di creare una colonia su Marte? Mrs Musk ci va cauta. L’idea di viaggiare sui razzi di Elon, ha dichiarato, al momento la lascia tiepida. Al massimo, azzarda, potrebbe collaborare con una dieta speciale per il pianeta rosso.

Che ruolo ha avuto nella sua carriera di inventore? Un no comment e a seguire una risposta rigorosa: «Posso dire di essere contenta di aver trasmesso ai figli i miei valori. L’unica cosa che non tolleravo in famiglia era la maleducazione. Per il resto li ho lasciati liberi di seguire i loro interessi e di scegliersi una strada». Ama ricordare che, quando era ragazza, passava vacanze meravigliose con i genitori nel deserto del Kalahari. Il padre caricava tutti sull’aereo che si era fatto spedire a pezzi dal Canada e, incurante dei disagi e delle iene «che di notte ci volevano mangiare la faccia», partiva alla ricerca di una mitica città perduta. «È così che ho imparato a non avere paura. E l’ho sempre detto, ai miei ragazzi: bisogna essere onesti, educati, rispettosi, e non dimenticarsi di avere coraggio». Tal Elon Musk, venticinquesimo nella lista Forbes degli uomini più potenti della Terra, a bordo della sua Tesla ringrazia.