Charles Aznavour è morto all'età di 94 anni a Les Alpilles, in Provenza, e si spegne tristemente in un ultimo soffio la voce che ha cantato più di sette decadi di Francia comme d’habitude. Versione francese di My Way di Sinatra, forse più bella di quella immortalizzata da The Voice. Così cantava Charles Aznavour. Irripetibile da chiunque, incopiabile, timbro di velluto delicatissimo che accarezzava la gola come una sciarpa, pronto a stringerti in una morsa di morbida nostalgia di tempi mai vissuti. Adieu monsieur Le Chansonnier in grado di cantare l’amore in 1200 canzoni e 7 lingue diverse, dal francese all’italiano all’inglese, e conservare quell’allure irresistibile da gentile tombeur de femmes. La longue et belle vie de bohème ha titolato Le Figaro nel dare la notizia della morte di Charles Aznavour, la vita bella e lunga dell’artista nato a Parigi nel 1924.

I genitori di Charles Aznavour si chiamavano Misha e Knar Aznavourian da Salonicco, in Grecia. Suo padre era il figlio di un ex cuoco dello zar Nicola II, sua madre proveniva da una famiglia di mercanti armeni turchi fuggiti dal tremendo genocidio del 1915. L’Armenia era una terra mitica che Shahnourh Varinag Aznavourian vero nome di Charles Aznavour, nato il 24 maggio 1924, non dimenticò mai. Ma la sua carriera vera fu quella di cantante, iniziata a 9 anni, nel pieno della Francia stretta tra le morse dei tremendi venti totalitari europei. Il piccolo Aznavour ha come idolo il grande chansonnier Charles Trenet e all'età di 17 anni, nel pieno della guerra, il gioco di ispirazione dà i suoi frutti. Inizia a cantare con Pierre Roche in un duo che fa successo, nonostante il periodo storico, nei cabaret. La sua fama cresce e alla fine del conflitto, nella Francia lacerata, stringe un sodalizio professionale con la divina Edith Piaf.

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Il passerotto francese lo vuole al suo fianco però come tuttofare, non come scrittore di canzoni o interprete. Gli dice che non avrà mai successo, ma al fianco di Edith Piaf Charles Aznavour impara molto del mondo dello spettacolo. Non molla mai. Oltre a farle da assistente, continua a scrivere e le sue canzoni finalmente arrivano ai grandi interpreti: Gilbert Bécaud, Juliette Gréco, Patachou. Anche Edith Piaf, finalmente meno testarda del solito, accetta di cantare la sua Jezebel. Nel 1955, a poco più di 30 anni, Charles Aznavour decide di mettersi in proprio e appare in televisione per la prima volta. Mani in tasca, aria disinvolta, le fossette che gli incidono le guance profonde e il ciuffo disfatto, Charles Aznavour fa capitolare la Francia. Sembra il momento buono per la sua vocalità soffusa, diversa, a tratti aspra, profondissima. I critici storcono un po' il naso. Ma a tagliargli metaforicamente le gambe arriva un tremendo incidente d’auto. Ci vorranno altri 5 anni, nel boom degli Sessanta, perché ci si accorga del diamante di origine armena. E dovrà emigrare, come i suoi genitori, per avere successo: il primo paese a definirlo stella sono gli Stati Uniti, visto che canta anche in inglese. La sua fama si espande e finalmente Charles Aznavour diventa la voce della Francia.

Il suo impegno non si ferma, né nella musica e nello spettacolo. Le canzoni di Charles Aznavour cantano di amori perduti, occasioni sfumate, rimpianti, dolori. E cantano universalmente, grazie alla duttilità della sua voce in grado di superare barriere linguistiche e riscrivere trattati di glottologia. Charles Aznavour è un diplomatico nato, per inclinazione e arte. E il ruolo lo ricoprirà davvero, insignito ufficialmente, per il riconoscimento di quel genocidio che aveva strappato via dal paese la famiglia di sua madre. Lavora esponendosi perché la storia del paese che non ha mai vissuto, l’Armenia, venga riconosciuta. E a Yerevan, capitale dell'Armenia, esiste un Museo Aznavour ancora in fase di allestimento, del quale lo stesso cantante aveva le chiavi. Vezzo o riconoscimento poco importa, senza Aznavour e la sua musica, per molti l'Armenia sarebbe stata solo una regione lontana. Charles Aznavour aveva anche chiamato a raccolta artisti e cantanti per incidere nel 1989 un brano sponsorizzato dalla Fondazione Charles Aznavour per l’Armenia.

Di recente, nonostante i problemi di salute, aveva ripreso le tournée musicali scegliendo canzoni nuove (Charles Aznavour Lei, versione italiana di She di Elvis Costello, era stata un gran successo) e aveva seduto al tavolo presidenziale di Emmanuel e Brigitte Macron. Colui che prometteva di cantare fino a 100 anni, che aveva ripreso a girare il mondo dando una nuova teatralità a certi brani con la scusa di avere ormai poca voce sul palco, ci lascia manciate di canzoni che non dimenticheremo. E la dolorosa certezza che la stagione dell’amore degli chansonnier francesi, morto Aznavour, ormai è finita davvero.