C’era una volta un tizio secondo cui le donne non sono adatte a fare le scienziate (Alessandro Strumia docente dell'Università di Pisa e per averlo detto è stato sospeso dal Cern). E poi c’è Lisa Barsotti, 40 anni, che arriva in abito da sera a un grande evento nella Silicon Valley e si aggiudica l’Oscar della Scienza 2018. L’ideale sarebbe non stupirsi più quando un riconoscimento scientifico lo ottiene una donna. Ma fin quando non si smorzerà l’ultima voce che minimizza l’intelletto femminile, si continua così, a parlare di lei, e dei Nobel 2018 alla fisica Donna Strickland e quello alla chimica Frances H. Arnold . E questo è tutto. O meglio: sarebbe tutto, se non venisse voglia di saperne di più. Perché Lisa Barsotti è un cervello in fuga. Due anni fa il Tirreno scriveva di lei righe colme di orgoglio perché è livornese, anzi di Collesalvetti (“non a caso l'hanno inserita fra i 360 membri della pagina Facebook Sei un vero colligiano se…", diceva il quotidiano). Lisa Barsotti ha conseguito il dottorato di ricerca in Fisica applicata presso l'Università di Pisa nel 2006, e quando rievoca quei tempi racconta sempre di aver trovato proprio lì “insegnanti molto preparati che mi hanno fatto appassionare alla fisica”. Tenetene conto se la materia vi tenta. Ovviamente, ne è uscita con il voto massimo e l'encomio solenne della commissione, e la sua attività di ricerca ha portato da subito a scoperte rivoluzionarie nel campo delle misurazioni quantistiche.

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Lisa Barsotti col collega Matthew Evans del team LIGA-MIT

Nel 2016, infatti, la stampa annunciava la scoperta delle onde gravitazionali come le aveva previste Einstein, e di come l'Osservatorio gravitazionale europeo nelle campagne nella frazione di Santo Stefano a Macerata nel comune di Cascina avesse avuto un ruolo fondamentale nella scoperta. Saltò fuori che nel team LIGA - MIT c’era anche la ricercatrice italiana Lisa Barsotti, facendo scaturire – giustamente – un misto di orgoglio campanilista (locale) e femminile (nazionale). Tutti vollero sapere di più su di lei. Risposta: affiancata dal collega Matthew Evans (premiato anche lui), ricopre il ruolo di Principal Research Scientist presso il LIGO Laboratory, al Kavli Institute del MIT di Boston (Massachusetts Institute of Technology). Qui Barsotti si occupa della gravità in tutti quegli aspetti che, pur elencandoli, per noi profani risulterebbero indistinguibili tra loro tra radiazioni gravitazionali, rilevazione di onde gravitazionali e misure quantiche. Fatevi un giro sul suo profilo LinkedIn: la modestia di chi non ha bisogno di gonfiare il curriculum .

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Uno degli edifici del Mit di Boston

Il Tirreno l’ha definita da subito come l’ennesimo giovane talento italiano che per vedere valorizzate le sue capacità deve andare all’estero, e riprendeva una sua intervista rilasciata in tempi non sospetti, nel 2011, a Claudia Mantellassi per la rivista del Comune di Livorno in cui diceva: «Lavoro a un rivelatore di onde gravitazionali. Il mio impegno quotidiano è l’ottimizzazione di esso in modo da riuscire ad accedere a una parte sempre più grande dell’universo”. E descriveva il rilevatore come una grossa antenna che aspetta onde gravitazionali emesse da sorgenti astrofisiche. “Si tratta di ‘ascoltare’ l’universo anziché guardarlo con i telescopi”, spiegava. Il premio che ha ricevuto è importante. Lo rilascia l’Academy of Motion Picture Arts and Sciences, la stessa che decide a chi dare gli Oscar del cinema, che ha istituito questa cerimonia parallela “per onorare gli uomini, le donne e le imprese le cui scoperte e le innovazioni hanno contribuito in modo significativo, eccezionale e duraturo alla produzione dei film”. Il mix scienza e spettacolo, durante la manifestazione al Centro di ricerca della Nasa di Mountain View, risulta anche un po’ particolare. La serata quest’anno l’ha condotta Pierce Brosnan, ma c’erano anche Lionel Richie, Orlando Bloom, Ron Howard, Rachel McAdams, Julianne Moore, Thandie Newton, Lupita Nyong'o, Eddie Redmayne (e non era lì a caso, visto che c’è stato un toccante omaggio a Stephen Hawking, che lui ha interpretato ne La teoria dei tutto). La nostra Lisa Barsotti ha vinto per la categoria New Horizons in Physics Prizes insieme a Brian Metzger, Rana Adhikari, Matthew Evans, Daniel Harlow, Daniel L. Jafferis e Aaron Wall. Resta solo da riportare l’ultima citazione dall’intervista che questa donna eccezionale rilasciò in quell’insospettabile 2011: “quante risorse vengono sprecate formando studenti a livello eccellente senza poi dare loro la possibilità di realizzarsi in Italia”. E cercare di rifletterci su una volta per tutte. Ma sul serio.