In viale Masini, all'autostazione di Bologna, marcia un'armata di donne, il volto coperto da un passamontagna con le orecchie alla Topolino e la maglietta alzata a scoprire il seno trasfigurato in uno squalo con le mascelle spalancate, uno smile disegnato con la vernice, un unicorno. Sul resto del corpo tatuaggi e scritte "stop blaming women for the misbehaviour of man". Sono le Portratit of a Vandal, dell'artista MissMe, ragazza canadese che tiene segreta la sua identità, indossando lo stesso passamontagna delle Vandals. «La vandal è un mio autoritratto, sono io con la mia maschera. È l'immagine di una donna nuda, ma con una maglietta, questo per indicare una forma di esibizionismo, uno scoprirsi volontario, rifiuto di coprirsi. La posizione non è di seduzione ma di possesso del proprio corpo e della propria sessualità» racconta MissMe a Cbs Art.

Il lavoro di MissMe arriva a Bologna, su 150 metri di muro rosso fuoco, grazie a Cheap, un progetto indipendente che attraverso la street art promuove la riqualificazione urbana, in occasione del Festival della Violenza Illustrata. L'intervento di MissMe è curato da Cheap e completato dai poster con slogan di Redville (Benedetta Bartolucci). Il tema è la riappropriazione femminista dello spazio e della parola, nella sfera pubblica. Per esprimerlo, oltre alle Vandals, le due artiste hanno usato frasi forti (e geniali) come: "I didn't came from your rib, you came from my vagina", "Fuck your judgement" e "Taci, anzi parla".

MissMe street art Bolognapinterest
Michele Lapini
MissMe x Cheap, Bologna
MissMe street art Bolognapinterest
Michele Lapini
MissMe x Cheap, Bologna

MissMe è un'artista con un "fegato tanto". I suoi lavori, in genere, sono affissi illegalmente, il tutto comincia qualche anno fa a Montreal, poi le sue opere e le sua fama arrivano in tutto il mondo. Girare per le strade di notte è per MissMe «il più disperato tentativo di libertà», una risposta al «venire continuamente oscurata su Facebook e Instagram se mostri un capezzolo - racconta durante l'evento Creative Mornings - cosa assurda visto che sui social puoi scrivere e mostrare le cose più violente e piene di odio. Quindi ho disegnato tutto ciò che su internet veniva considerato inappropriato e l’ho messo ovunque nelle strade, come a dire “oscuratemi ora, stronzi”».

La ricerca di libertà in MissMe nasce per combattere un ambiente che le vuole inculcare sin da piccola la vergogna, la responsabilità per come gli altri si comportano verso il suo corpo. MissMe racconta la sua esperienza, a Creative Mornings, e parla di una serie di «piccole scosse» e di una enorme, che ha provocato una rottura totale nella sua vita. Nel 2014 MissMe ha subito violenza sessuale: «Ho provato vergogna, profonda e radicata in me. E ancora una volta ho cercato dentro di me la responsabilità, la colpa di ciò che era successo. Mi ricordo di essermi svegliata il mattino dopo come se non fossi nessuno, come se nulla di me mi fosse familiare, nemmeno i miei pensieri. Ero completamente vuota. Non riconoscevo la mia immagine, era una cosa fantascientifica. Eppure, allo stesso tempo, non ero mai stata così consapevole, così presente a me stessa. Ero stata fatta talmente a pezzi che di me era rimasto solo il midollo». Dopo il trauma MissMe trova la forza di ricominciare: «E da lì ho pensato “ma vaffanculo” sono ancora viva, quindi vaffanculo. Perché questo è il reale pericolo della vergogna, è una forza paralizzante, di autonegazione. Così ho deciso di trasformare la vergogna in rabbia e la rabbia in cambiamento».

MissMe street art Bolognapinterest
Michele Lapini
MissMe x Cheap, Bologna
MissMe street art Bolognapinterest
Michele Lapini
MissMe x Cheap, Bologna

Secondo MissMe nascere in un corpo di donna vuol dire portare il peso irrisolto dell’attitudine della società verso il sesso. «Ci vergognamo del sesso e chiediamo scusa per il potere dei nostri corpi. Le vandals non sono sessuali, sono solo nude, sono solo lì, e se ci vedi qualcosa di sessuale ti stai proiettando, non è lei, sei tu. La sessualità è un’intenzione, non è mostrare il seno. Non fingo di parlare per tutte le donne, questa è la mia personale risposta, perché ci sono milioni di modi di essere donna e milioni di problemi e ognuno ha il suo modo di reagire».

MissMe si definisce semplicemente una "vandala" ma è un'artista a tutto tondo, con un passato da cantante di jazz e senior art director, padroneggia l'arte in tutti le sue forme e dà vita alle sue idee anche attraverso video ed esposizioni. MissMe racconta nel documentario dedicatole da Visionary Harvest: «Non c’è un processo preciso che seguo per realizzare i lavori, le mie opinioni e la rabbia crescono piano dentro di me, in base a ciò che vedo nella vita di tutti i giorni». Ogni sua opera è un'opinione visiva, che si forma attraverso la sua esperienza, il suo corpo e il suo genere (femminile). D'altronde, come dice lei: «Un'artista è una donna con un sacco di opinioni».

MissMe street artpinterest
Michele Lapini
MissMe x Cheap, Bologna