Premessa: l’equazione Yorgos Lanthimos La favorita è già faccenda attesa dagli intenditori di cinema. Yorgos Lanthimos è sempre cosa da intenditori di cinema, un po’ come quando dopo aver assaggiato tutto e provato tutto arriva da un angolo remoto del pianeta una pietanza mai assaggiata, che non è salata né dolce, né amara, insomma, non sai come classificarla e ti piace mangiarne proprio per questo, fino a diventarne dipendente. Se, ad esempio, avete visto The Lobster, uno dei film più divisivi degli ultimi anni, potreste rientrare nella categoria “mah, a me è piaciuto tanto…” o in quella “ma cos'era questa roba?”, senza vie di mezzo. La favorita sembra tutta un’altra storia, ma non lo è mica tanto.

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La favorita è un film storico ambientato nel XVIII secolo, sotto il regno della cagionevole regina Anna di Gran Bretagna, l’ultima regnante Stuart dalle gravidanze sfortunatissime (a causa di una sindrome autoimmune ne portò a termine 5 su 18, ma i figli morirono alla nascita o ancora bambini). È il periodo storico in cui Inghilterra e Francia sono in guerra, ma la corte non abbassa il tenore di vita. La regina (Olivia Colman), malaticcia e umorale, si affida completamente alla sua amica del cuore Lady Sarah, interpretata da Rachel Weisz che è praticamente la regnante in pectore. Quando a corte arriva una nuova inserviente, una nobile decaduta di nome Abigail, interpretata da Emma Stone, inizia un minuetto di gelosie fra lei e la cugina Sarah. Abigail cerca infatti di prendere il posto di Lady Sarah nei favori della regina per riconquistare il prestigio aristocratico perduto, mentre quella è distratta dagli affari di guerra.

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La favorita è già stato presentato in concorso alla Mostra del cinema di Venezia a settembre col titolo originale The Favourite, negli Stati Uniti esce il 23 novembre e in Italia arriverà il 24 gennaio 2019 e il sospetto che valga la pena di vederlo è venuto a tanti. La più accattivante recensione forse è quella di Vox, che descrive il film come “una soffice tortina rosa per l’ora del tè dentro cui scopri un ripieno al cioccolato amaro, e mangiandola senti sulla lingua il contrasto fra piacere e asprezza”. Il marchio di fabbrica del cinema di Lanthimos è sempre stato questo: la convivenza fra delicatezza e brutalità. Il film è una festa di pizzo di trine, ma schizzati di sangue delle anatre contro cui le due cugine sparano (sperando di sbagliare la mira e di colpirsi a vicenda?), di coltellate alle spalle e di qualche luogo-comune-non-così-comune su quanto dovessero sgomitare e competere le donne in epoche ancor più peggiori per loro rispetto a quelle successive. Anni difficili durante i quali, ad ogni modo, si firmò l’Acts of Union fra Inghilterra e Scozia, che diede vita alla Gran Bretagna. E il resto è storia (e pellicola).