Ho fatto un corso sul sesso orale. Se fossi una con tutti 30 agli esami potrei raccontarvi che si è trattato di un master. Nel caso mio e delle altre sciagurate che hanno avuto la stessa pensata, è più esatto dire che per la prima volta nella nostra vita di adulte ci è parso prudente investire in qualche ripetizione. A dirla tutta, al worskhop sul sesso orale di Zouzou, sex shop capitolino per tipe eleganti come ne aprono a Parigi, Londra e New York, per noi ragazze avanzate e brillanti il bilancio del corso di sesso orale non è stato quel che si dice esaltante.

Mai sentito un maschio parlare di quello che gli fate quando lui vi dice che vi ama, ma siccome siete voi che non sapete se lo amate (oppure sì che lo sapete, ma la prima sera e per giunta nell’abitacolo di una macchina, a volte non tutto si può dare) avete deciso di sfangarla con la vecchia, provvidenziale pratica manuale? Bene. Noi ci siamo documentate. Armate di registratore e taccuino, prudentemente senza un dildo in borsetta, siamo andate da Zouzou per capire che cosa c’è da capire. Di noi, di “loro” e soprattutto di ciò che di buono e di meglio si può fare per “lui”.

Tanto per rompere il ghiaccio e valutare il nostro grado di (im)preparazione, la serata comincia con un test. Quattro maschi alfa (un manager superammogliato, un attore hard dalla pelata sexy, un mercante d’arte piovuto all’ultimo per rimpiazzare un barista e un gay dal probabile passato bisex) improvvisano un test psicoattitudinale pescando random tra il pubblico, un manipolo di trenta-quarantenni fermamente intenzionate a carpire i segreti dell'instant sex. La prima bordata di domande basta da sola a inchiodarti di brutto alle tue responsabilità di femmina metropolitana, evoluta e sessualmente matura.

Quesito numero uno: siamo già al punto. Il momento impone una coraggiosa riflessione. «Serata intima. Lui arriva al momento clou. Due le opzioni tra cui scegliere: trangugiare o mollare la presa?». Tradotto in linguaggio corrente: quando gli fai un pompino (di questo trattasi) è anche il caso di buttare giù? Con uno scatto d’orgoglio di genere, la malcapitata chiamata a rispondere oppone all'ingoio un no secco e torna a posto col minimo dei voti. Gli uomini campione le appioppano un cinque striminzito e si passa all’argomento successivo, il condom.

La domanda mira ad appurare se lei è così pessima - i quattro boys non lo dicono, ma con quel ghignetto scemo stampato sulla faccia è ovvio che lo pensano - da pretenderlo pure in quella pratica lì. La nuova signorina, più sgamata, sputa il no d’ordinanza. Sguardi di approvazione dal fronte maschile: gli esperti concordano e sganciano la sufficienza, ma comunque non più di un prudente sei al sette. Ci vuol altro, care le mie signore.

Per fortuna vicino a me c’è Giovanna, che fiuta l’aria e traduce: «Non sarà mica che adesso ci dobbiamo pure scusare? Chissenefrega del loro pompino. Per me che se lo tengano pure». 43 anni ben palestrati e issati su tacco dodici, felicemente separata da un paio di anni, ora è una donna in missione. «Da quando sono single ho cominciato a esplorare. Cerco ancora il grande amore, ma intanto mi alleno col sesso. Ed eventualmente faccio da sola. Vedi quel dildo in vetrina? Se lo usi sotto la doccia, giuro: un portento».

Tra tappezzerie rosa antico e suggestioni da boudoir d’antan, capi di lingerie torrido-chic e indecifrabili sex toys di design, siamo pronte per cominciare. Cerco di non fare caso a una tizia che, per niente nel mood, sta lì da un’ora a parlare delle sue paranoie quando le tocca quella «pratica meccanica e noiosa» e mi concentro sui quattro maschi alfa al centro della stanza, in apparenza sempre più spaesati davanti a un parterre di ragazze in attesa di responso.

Una sessuologa tosta prende la parola e li comincia a interrogare. Casomai vi serva un ripassino sulle problematiche ancora aperte in tema di rapporti orogenitali - nella fattispecie quelli dove il sesso lo mette lui e la bocca irrimediabilmente è la vostra - ecco un mini glossario con le voci chiave del “pompino-pensiero”, utile eventualmente anche per sfatare la (errata) percezione di chi si ostina a pensarlo un privilegio che mai ci vorremmo negare.

Affondo: quello della gola profonda in molti casi è una tecnica, meno spesso una vocazione (come se noi in platea avessimo mai avuto dei dubbi). Dunque forse vi farà piacere sapere che: a) affondare l'attrezzatura fino all’ugola non è detto sia il sistema più efficace; b) andare per gradi resta sempre l’alternativa migliore.

Dalle impressioni raccolte in serata si evince inoltre che: la prassi migliore prevede prima un assaggio (circoscritto al glande) e solo dopo l'intero; la qualità sta nel ritmo: lentissimo, lento e poi sempre più veloce mano a mano che aumenta lo sprofondo.

Avvilito (maschio): regola numero uno: se, iniziata la svestizione di quello che credevate una forza della natura, vi trovate a sorpresa in presenza di uno con gli attributi di un pigmeo o la vivacità di un trapano durante un calo di tensione, nel caso abbiate già avviato le pratiche per un lavoretto di mano, è sempre buona norma: a) evitare reazioni inconsulte, ineleganti, irrevocabili e cruente modello Lorena Bobbit; b) continuare fermamente a credere che il nostro piacere dipende dalla sua gratificazione. Il maschio avvilito è infatti uno dei peggiori partner che possano toccare in sorte, prima durante e dopo (persino Giovanna approva e mi fa sì con la testa).

Dental sex: in caso di slanci d’affetto localizzati sotto la cintura, l’importante è che i vostri canini non si avvertano. Molto temuto dai maschi, l’effetto tagliola è facilmente evitabile sviluppando il controllo delle mascelle con la ginnastica consigliata dal sessuologo (vedo già tentennare l’ottimismo di Giovanna).

Fallo (felice): non è l’amorevole raccomandazione che vostra madre potrebbe farvi il giorno delle nozze, ma l’unica ragione per cui lui ha accettato di sposarvi la sera che avete deciso di prendere (letteralmente) in mano la situazione e fargli il regalo più bello: una fellatio sul raccordo anulare, che se non l’aveste notato saldamente attaccato al volante, avreste potuto giurare di averlo visto fluttuare in orbita. Detto ciò, se solo il ragazzo vi sta un po’ a cuore il “fallo felice”, con tutte le varianti del pompino, almeno ai suoi occhi deve diventare la vostra sola religione (la sua, come diceva mammà, lo è già da tempo). N.B. I maschi di Zouzou certificano: l’esperienza con lui al volante è svariate volte più felice di quella a chilometro zero effettuata sul divano.

Fermezza: se c’è un momento in cui dovete dimostrare una volta per tutte la donna che siete è quando quella cosa in fondo fragile e vibrante si trova lì in vostro pugno. Primo errore da evitare: prenderlo con la dolcezza che si riserva a un pulcino. Nel momento si raccomanda fermezza. E una presa salda e decisa. È l’unico punto su cui manager, mercanti d’arte, gay, porno attori e forse anche baristi unanimemente e felicemente concordano. (Altre considerazioni: sì, ma come la mettiamo con quelli long lasting pleasure, che la tirano così lunga che ancora un po’ e ti si necrotizza la mano?).

Freddo (terapia del): in caso abbiate un partner originario del Baltico, di sicuro apprezzerà quando - prima di un torrido bacio - vi premurerete di fargli scorrere lungo il sesso un cubetto di ghiaccio. Con tutti gli altri abitanti del globo terracqueo lo stesso irresistibile effetto caldo-freddo si può più utilmente ottenere premunendosi di apposita mentina.

Mano: mai credere che nel blow job il piacere sia una pura questione di bocca. Le mani (meglio se usate insieme) sono fondamentali per accarezzare, stimolare, stringere, dare ritmo. Il plus: scorrerle in senso rotatorio (banale, ci dicono, limitarsi a fare su e giù). Il consiglio del porno divo: mantenere con forza la destra stretta ad anello alla base del pene, lasciando abbastanza gioco per mantenere a lungo il movimento dall’alto al basso.

Occhi: in una pratica già di per sé impegnativa come la fellatio, ci informano che per farlo davvero contento durante occorre anche guardarlo. Sempre. Più che si può. Gli occhi negli occhi. Se il contatto visivo resta costante è assicurato un duraturo effetto verticalizzante. (Segue un brusio di sconcerto in sala).

Oral sex: oltre al tema in esame è anche un libro (Oral Sex, di Marcy Michaels, Castelvecchi, 18,50 euro), molto apprezzato dalle clienti di Zouzou. L’autrice è una studiosa newyorchese che, dopo aver disfatto un matrimonio sessualmente inconcludente e quindi sperimentato le proprie capacità di seduzione con gli intellettuali dell'Upper East Side, folgorata dalle tecniche amatorie di un collega logopedista, si è infine dedicata ad approfondire i nessi tra logopedia e sesso. Cioè come la padronanza di lingua e labbra sia il vero grimaldello del piacere. Verificare.

Piacere liquido: ovvero elogio dello sperma. Con oltre 30 componenti tra cui vitamina C e vitamina B12, sodio, zinco, fruttosio, calcio, cloro, colesterolo, magnesio, fosforo, creatina e potassio, è l'equivalente low cost di un sostanzioso nonché calorico breakfast. Prodigioso antiaging naturale, abbonda di antiossidanti. Note particolari: ad alcuni maschi piace irrorare con il suddetto il corpo della partner. Vantaggi correlati: una clamorosa azione astringente sui pori della pelle. La letteratura non si pronuncia sulla dose minima consigliata.

Pompino: da una nostra personale inchiesta risulta che il 70% degli uomini sostiene che le donne non lo sanno fare (il bambino della mia amica Manù è ancora convinto che si tratti di un motorino giapponese, ma già so che fatalmente col tempo finirà per farsene la stessa idea). Alla luce di ciò e a corollario di quanto detto (vedi test introduttivo), è bene comunque sapere che: 1) se provvedete a farglielo la prima sera, avete trovato il modo più spiccio perché lui si segni subito il vostro cellulare; 2) se provvedete la prima sera ma, insieme all’ultimo inutile brandello di pudore, decidete di mandare giù veramente tutto, avete trovato il modo più spiccio perché il maschio italico di turno si rafforzi, orgoglioso del suo fiuto, nell’atavica ma inconfessata convinzione. Che le donne sono tutte sante, finché non diventano puttane. Evitare imprudenze.

Punto elle: è il loro punto gi, cioè il vero centro del piacere, alla radice del pene. Ma come a noi non ce ne frega niente della nostra gi, i maschi se ne infischiano della loro elle. Amen.

Retro pensiero: mentre siete occupate “lì”, con un giro della mano di 180 gradi spingetevi fino ad accarezzarlo anche “là”. Chiamasi stimolazione anale. Ad alcuni piace.

Rigetto (crisi di): permettergli di addentrarsi fino ai remoti antri dove risiede il velopendulo è una generosità spesso foriera di una inopportuna quanto antierotica crisi di rigetto. Per evitarla: 1) respirare con il naso, non solo con la bocca; 2) appiattire la lingua per lasciare a “lui” il massimo spazio; 3) in alternativa, spostarla di lato contro la guancia. Il plus: durante la fellatio deglutire a vuoto, per creare pressione sul glande. (Pensierino a margine: tutto sommato penso che lo farò. Questo e tutto il resto. Vuoi mettere il vantaggio di vederlo stramazzare dal piacere, ed evitare così i suoi assalti quando si rifiuta di capire che lui, col cunnilingus, non ci ha mai saputo fare?).

Suono (tecnica del): detta anche del “canto a bocca chiusa”, consiste nell’emissione (a labbra ravvicinate) di un suono sommesso nonché di una leggera vibrazione, pare un massaggio molto profittevole se indirizzato in zona testicoli.

Tè (bustina del): niente a che vedere con la nota bevanda delle cinque, da cui la pratica in questione prende nome in virtù del movimento up & down, tipico di chi immerge l’infusione nella tazza. Tra le differenze c’è che qui la cup of tea è sostituita dalla (di lei) cavità orale, nell’atto di ricevere le (di lui) profferte amorose. Per maggiori ragguagli vedasi Oral Sex, pagina 251.

Woody (Allen): in Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso e non avete mai osato chiedere aveva già individuato la regola base. E cioè che «il sesso è sporco solo quando è fatto bene». Quindi facciamocene una ragione. Del resto l’abbiamo sempre saputo: da che mondo è mondo è l’esame orale il più difficile da superare.