IN PRINCIPIO ERANO LE CREME DI BELLEZZA di nonna Jolanda, gli impalpabili strati rosa cipria di quelle emulsioni destinate a ricordare per sempre l'infanzia. Può un colore dilagare fino a diventare il filo conduttore di una vita, un modo di sentire, di esprimersi, di declinare con l'arte nuove sfumature di eros? Può, certo, quando matite, acquerelli e penna espandono un sentimento fino a farlo diventare visione, materializzando nuvole di rosa che in realtà sono corpi fluttuanti intenti ad amarsi. Sospesi nel sogno ma di calda, umanissima carnalità.

STIAMO PARLANDO DI ILARIA CLARI, giovane artista torinese che guarda a Quentin Blake, Carol Rama e Kiki Smith, e intanto si inventa una tenera pornografia che trasuda anima. «Il mio primo ricordo in rosa sono le tutine di noi bambine a un saggio di danza finito malissimo. Avevo cinque anni, un nugolo di genitori e ballerine intorno e un incontenibile attacco d'ansia», dice. L'imprinting allora potrebbe arrivare da lì, un lampo di colore che con il tempo diventa ricerca, l'aspirazione a trovare la sfumatura perfetta. Un percorso che ingloba e rielabora ricordi, dai vasetti di crema d'antan alle tinte fluo delle notti di adolescente in discoteca, fino alla scoperta della carne e al sesso. Il tutto destinato a sfociare in vaporose stratificazioni di rosa, che Ilaria popola dei falli onirici e delle surreali vagine dei suoi diafani amanti.

SENSUALI INTUIZIONI DI UNA "RAGAZZA TIMIDA", precisa lei, che rivendica una speciale vocazione alla leggerezza bocciando qualsiasi interpretazioni porno. «Come potevo permettermi di spaziare indisturbata nei toni pallidi, se non in volute di pelle umana liberate dall'impiccio dei vestiti?». La giustificazione di tanta prorompente sensualità alla fine sarebbe dunque soltanto questa. Il bisogno di perdersi in laghi di colore. Un bisogno di delicatezza che non rinuncia a qualche sferzata piccante di rosso e a virate sul grigio. Con ironia, con serena determinazione a rappresentare anche i lati più prosaici del prima, del dopo, del durante l'amore. Gli eterei amanti di Ilaria non nascondono svergognate passioni, si masturbano, languidamente godono, defecano e figliano. Ma sempre immersi nella loro delicata grazia tinta pesca.

Nel frattempo Ilaria Clari («stato d'animo attuale: green...») passeggia con il suo cane nei boschi, coltiva una moderata solitudine e preserva il suo candore per nuove ispirazioni. La rivedremo presto. Tra i giovani talenti, non tarderà a farsi conoscere.