Le prime ventiquattro ore di vita. Il silenzio, la forza, la tenerezza di un inizio a due. Unico e irripetibile. Una madre e suo figlio: l'esistenza che stringi in un pugno e la sorpresa improvvisa di essere entrata a far parte di una dimensione diversa. Non c'è dolcezza più grande che possa essere raccontata. E non c'è intimità più difficile da dire. Forse serve solo guardarla, e poi catturarla in un'immagine. One Day Young, di Jenny Lewis, nasce per questo: testimoniare in un libro di ritratti questa strana vicinanza amorosa; documentare un'emozione nel momento preciso in cui scoppia, così tattile e così fatta di sguardi, così cedevole e così esausta, così immensa e così faticosa. Così fresca di sole ventiquattro ore di storia.

Pubblicata da Hoxton Mini Press, singolare e raffinata casa editrice londinese con la missione di raccontare storie dell’East London, è una galleria in 40 scatti dedicata ad altrettante nascite. Dentro ci sono mamme che hanno partorito da un giorno. Mamme di Hackney nei loro vestiti da casa e con i loro piccoli tra le braccia. Nient'altro. Il resto sono emozioni, atmosfere rarefatte e stanze colme della presenza di due; il resto è sfondo: un mazzo di rose, le foto in cornice, la tappezzeria a fiori, una bottiglia pronta per essere stappata. Cose di prima, che nulla sapevano di quello che sarebbe arrivato poi, quel fagottino di pelle dalle piccole mani, spossato dalla grande fatica, riverso sulle spalle di mamma. E allora il resto non conta. Il resto non c’è. Ventiquattro ore “dopo” ci sono solo due corpi vicini e due mondi intenti a capirsi, che si offrono all’occhio del fotografo felicemente incuranti di cosa porta il domani.