KAELYN e le ragazze fotografate da Durimel (cognome dei gemelli Jalan e Jibril), partendo dalla fotografia di moda, inquadrano le sfumature più vitali e affascinanti delle culture della diaspora. Sophie Gabrielle annega e inquina la fotografia d'archivio per esplorare ben più della memoria. Valentine Bo usa gli esperimenti scientifici per superare anche i confini del mezzo fotografico, ma a farlo con estro e parecchia originalità, sono tutti i visionari under 35 selezionati dal Foam Talent 2019. 20 artisti scelti tra i mille della talent call lanciata dal Foam di Amsterdam per fare il punto sulla fotografia contemporanea. Artisti emergenti, con grandi potenzialità che il colosso della fotografia internazionale è decisa a sostenere, con una promozione che parte dalle pagine del # 52 Foam Magazine e diversi appuntamenti espositivi. Un tour partito nella sede pop-up del FOAM Next Door di Amsterdam (a due porte dal museo, fino al 3 marzo 2019). Pronto a far tappa al Red Hook Labs di New York (22 marzo - 8 aprile), alla Beaconsfield Gallery Vauxhall (BGV) di Londra (16 maggio - 16 giugno) e al Frankfurter Kunstverein di Francoforte (24 maggio - 26 agosto 2019).

instagramView full post on Instagram

Dalla selezione emerge la nuova generazione di artisti visuali che non si accontenta dell'estetica delle immagini o della sua bidimensionalità, i limiti dei generi o della fotografia, per esplorare storie personali e realtà politico-sociali, porsi domande sull'identità, sfidare se stessi e sistemi di potere. Una generazione dinamica.

Incapace di stare ferma, come i fratelli gemelli Jalan e Jibril Durimel. Nati a Parigi da genitori dell'isola di Guadalupa, stranieri ovunque. Cresciuti tra le Antille francesi e gli Stati Uniti, il cinema e la fotografia di moda (da Kenzo a Pringle of Scotland). Il bisogno di esplorare la loro identità insieme alle storie e le culture della diaspora. Il desiderio di usare la luce per colmare l'ignoto e l'invisibile, con gli afflati di arte, grazia e bellezza.

Un desiderio ineluttabile. Condiviso dai ritratti della cultura giovanile contemporanea della fotografa russa Dima Komarov. In modo ancora più viscerale dalla fotografa svizzera Senta Simond con i ritratti femminili del suo Rayon Vert. Qui l'obiettivo è determinato a esplorare l'intimità che le ragazze hanno con il proprio corpo e il suo sguardo femminile. Spingere la visione oltre i cliché della femminilità. Fugace, come quel raggio verde che attraversa il cielo al tramonto e all’alba con un effetto ottico, il famoso film di Rohmer alla ricerca romantica dell'amore estivo.

Una conversazione ricca di momenti di tenerezza, umorismo, rabbia e rivoluzione che, Pictures of Women Working dell'americana Carmen Winant, esplora con i frammenti visivi del periodo di massimo splendore dell'attivismo femminile e femminista. Il collage che mette in discussione i limiti della rappresentazione dell'immaginario mediatico

Gli stereotipi sulla natura e il potere della femminilità, si annientano nella celebrazione ipnotica di grass peonie bum, con l'onesto mix di sollievo ed eccitazione colto dall'inglese Maisie Cousins, mentre il suo obiettivo abbraccia la carne nuda, l'erba fresca e la bellezza sublime, capace di divorare anche le briciole di visione come una formica affamata.

Maisie Cousins, formichepinterest
© Maisie Cousins, Courtesy of the artist and TJ Boulting
Maisie Cousins - Ants from the series grass peonie bum 2017

La tedesca Lilly Lulay usa tecniche come il ricamo e il collage per elaborare manualmente immagini fotografiche che esplorano le qualità tattili della superficie visiva. L'americano Daniel Shea si concede riflessioni politiche e sociali sull’America del post-capitalismo puntando l'obiettivo sul caos della città. Il suo connazionale Gregory Eddi Jones, sfida la definizione di natura morta, con collage floreali che invitano a guardare da vicino l'instabilità degli ambienti politici e mediatici. Flowers for donald, realizzati dopo l'elezione di Donald Trump, con immagini digitali provenienti da social media, materiale elettorale e sostenitori del presidente americano. Simboli e allegorie ben note all'esistenza bombardata da immagini.

Gregory Eddi Jones, mazzi fiori, Donald Trumppinterest
© Gregory Eddi Jones
Gregory Eddi Jones - A Nice Day with some fruit from the series Flowers for donald 2017 (Foam Talent 2019)

Le infinite possibilità della fotografia, sono la spina dorsale delle sculture visive del francese Thomas Hauser, dove frammenti metallici, vetri riflettenti e fotografie infangate, giocano con il potenziale chimico del mezzo, il flusso della visione e l'indissolubile legame tra memoria e nostalgia. L'installazione Sub Rosa, consente alla francese Sylvain Couzinet-Jacques di utilizzare lo spazio fisico come un'arena di riflessione, creando letteralmente nuovi paesaggi sonori. In questo specifico caso, servendosi di sensori che registrano in tempo reale i dati dell'ecosistema e li inviano a un sintetizzatore modulare.

Il cinese He Bo ha trasformato centinaia d'immagini del massacro della Columbine High School, d'incidenti violenti e attacchi terroristici, nei frammenti di un volto. Nel ritratto composito dello sconosciuto da decifrare insieme al codice morse composto dalle bocche delle vittime. Il suo connazionale Chen Zhe, con Six Chapters intraprende anche un viaggio alla ricerca dello spazio nebuloso tra il giorno e la notte, del mistero di fenomeni imprevedibili originati da procedure sempre uguali.


L'approccio visuale alla produzione d'immagini, capaci di rendere visibili anche concetti astratti, è ben rappresentato anche da How to Secure a Country di Salvatore Vitale, nato a Palermo e residente in Svizzera. Dal pluripremiato progetto che mappa visivamente il complesso sistema di sicurezza pubblico-privato svizzero, da quando nel paese è stata votata un'iniziativa federale popolare 'contro l'immigrazione massiva'.

La casa e il senso di radicamento che restituisce, sono oggetto anche dell'approccio fotografico interiore del ghanese Eric Gyamfi con A Certain Bed. Dialogando con l'atto di vedere e le nuove possibilità del mezzo fotografico, il cipriota Stelios Kallinikou esplora anche l'identità nazionale con una serie di fotografie, profondamente radicate nel paesaggio del suo paese e della natura umana. Le immagini digitali dello svizzero Florian Amoser con Quantified Landscape, sono frutto di un laser realizzato per esplorare la superficie bidimensionale e lo spazio pittorico della fotografia.

Per tutti, spingersi oltre è più di un mantra. Muove i frammenti narrativi e visivi dell'Unfinished Topography del giapponese Takashi Kawashima, partiti da catastrofi naturali come il terremoto di Tohoku. Annega e inquina la fotografia d'archivio di ricerca medica, usata dall'australiana Sophie Gabriell per diluire i confini della memoria e della sperimentazione. Realizza immagini autonome, puntando l'obiettivo sul processo della fotografia con The Studio Sculptures dell'olandese Jaya Pelupessy. L'ucraina Valentine Bo ricorre anche a fotogrammetria, stampa 3D e scultura per realizzare le inquietanti visioni di un futuro che sta plasmando il presente.

Valentine Bo, chirurgia, mascherapinterest
© Valentine Bo
Valentine Bo - RMX2040 from the series Your next step would be to do the Transmission (Foam Talent 2019)