L'estate sembra lontanissima, ma quella provenzale dei Rencontres de la Photographie d’Arles 2019 è pronta a scaldarsi e festeggiare la sua 50esima edizione con tutto quello che serve per guardare al futuro. Un proposito ambizioso, toccato dalla programmazione della settimana d'apertura (1-7 luglio) e dagli appuntamenti espositivi (fino al 22 settembre) del festival di fotografia internazionale più atteso, concedendo maggiore spazio al contributo delle donne. Sguardi celebri e ancora sconosciuti che spingono il dialogo della fotografia contemporanea ben oltre le prospettive di genere, delle strade di New York, con qualche inedito e molta ironia di Helen Levitt, al corpo irrequieto liberato dalla fotografia della Germania dell'Est, a trenta anni dalla caduta del muro di Berlino. Spostandosi con agilità tra storia, avanguardia e nuove tendenze, tra retrospettive cinquantenni e avvistamenti UFO, gli inventari e le rivisitazioni di Arles 2019, riflettono su orizzonti e limiti del contemporaneo, ma nell'aria c'è più del profumo di donna.
L'osservatorio privilegiato sulle molteplici sfumature e complessità della fotografia contemporanea, riparte dalle origini per rileggere il presente da una prospettiva più consapevole del ruolo esercitato dalle donne dietro l'obiettivo. Le avanguardie artistiche toccate da Germaine Krull, distano anni luce dalla relazione sperimentale diretta da Pixy Liao, ma la storia è piena di muri e confini che chiedono di essere scavalcati con la complicità di Olivia Arthur. Compresi quelli della baraccopoli della 'zona' di Parigi, o della 'casa dolce casa' britannica di Martin Parr e Juno Calypso.
La poetica onesta e imperfetta della Praga e della realtà colta da Libuse Jarcovjáková, sa dialogare con il corpo della fotografia esposto dal greco Evangelia Kraniot, quanto fa la fabbrica delle illusioni con la modernità delle passioni. Le pubblicazioni di Eve Arnold, Abigail Heyman e Susan Meiselas, continuano a sfidare le inclinazioni di genere degli anni 70 e del femminismo, ma in un'ottica che ne estende le prospettive. Anche grazie alla collettiva di oltre duecento stampe vintage che spaziano dalla modernità ritratta da Berenice Abbott, all'avanguardia riflessa da Florence Henri, passando per il quotidiano che affolla per un trentennio i sobborghi di Liverpool con Tom's Mothers, Girls, Sisters di Tom Wood.
Riflettendo sulla costruzione delle immagini, si passa dai cliché della collettiva The Anonymous Project, alla natura del desiderio dell'universo femminile sofisticato di Valérie Belin, mentre la relazione paradossale che l'uomo instaura con le immagini, la tecnologia e la natura, è affidata allo sguardo collettivo dei 25 artisti internazionali di On Earth - Imaging, Technology and the Natural World, curato dal Foam di Amsterdam. Ci sono anche i disastri naturali del progetto di Marina Gaddoneix ad arricchire il discorso, insieme a tutto quello che si raddoppia e amplifica nel circuito OFF.
A sostenere la creatività delle donne con il talento di tante fotografe, contribuisce anche la nuova partnership dei Rencontres d'Arles con Kering, il colosso Fashion interessato a premiare il contributo delle donne nell'industria cinematografica, nella letteratura e nell'arte con Women in Motion. In questo modo si intensifica il supporto di Kering alla fotografia, già offerto ai giovani talenti femminili, con premi come il Prix de la Photo Madame Figaro Arles e il Jimei × Arles - Madame Figaro Women Photographers Award.
Il nuovo premio Women in Motion, assegnato il prossimo due luglio al Théâtre Antique di Arles, prevede l'acquisizione delle opere della vincitrice con una donazione di € 25.000 per la Collezione dei Rencontres d'Arles, mentre il LAB Women in Motion ai Rencontres d'Arles, nasce per dedicare la ricerca al ruolo delle donne nella storia della fotografia.
Premi e contest continuano a nutrire l'offerta formativa ed editoriale del festival, ma gli amanti dei libri possono approfittare di una ricca fiera del libro e focus memorabili. Concedersi anche un viaggio nelle pieghe più sublimi della trasgressiva ballata della vita e della fotografia di Nan Goldin, o dell'arte di provocare di Shomei Tomatsu nella Tokyo da sfogliare di Oh! Shinjuku. Due perle che arrivano in mostra con l'invidiabile collezione di libri di Martin Parr, recentemente acquisita dalla Tate Modern ed esposta grazie alla collaborazione con i Rencontres d'Arles e la Luma Foundation.
Il fotografo francese Lucien Clergue ci ha lasciati nel 2014, lo scrittore Michel Tournie nel 2016, lo storico JeanMaurice Rouquette a gennaio 2019, ma l'ultima edizione dei Rencontres d'Arles continua l'avventura umana e artistica intrapresa dai suoi tre fondatori, ricostruendo anche la mostra dedicata a Edward Weston nel 1970, pronta a dialogare con le fotografie dello stesso Clergue. Il programma molto più vasto, promette comunque di offrire sentieri da percorrere a tutti, per perdersi, ritrovarsi, forse anche per cambiare qualche prospettiva.