Figlio d’arte ha respirato sin da piccolo il mondo del cinema. Come dire è cresciuto a pane e film. Ma anche tanta musica. Una passione che, poi, ha avuto il sopravvento su tutto e si è trasformata in un lavoro. E oggi Kyle Eastwood, pimogenito di Clint Eastwood, 51 anni è un jazzista affermato. Un talento al contrabbasso.
Nel 1998 con la Sony ha pubblicato il suo primo album From There to Here. Da allora tanti altri (sta preparando il nono) ma tanto della sua produzione sono state le colonne sonore dei film diretti dal padre da Mystic River, (2002) a Million Dollar Baby (2004) da Flags of Our Fathers (2006) a Lettere da Iwo Jima (2006). E anche Gran Torino (2008) e Invictus (2009).

Recentemente è stato a Cremona Jazz per un concerto e noi lo abbiamo intervistato.

La tua passione come è nata?
I miei genitori erano degli amanti della musica: quando ero piccolo non ricordo una giornata senza musica. E così sin da bambino ho cominciato a manifestare più che un interesse - specialmente per il jazz - direi un vero amore e loro mi hanno appoggiato e incoraggiato.

Con quale strumento hai cominciato?
Con il piano a 7 anni e poi a 14, quando frequentavo l’high school, è stata la volta del contrabbasso. I miei modelli musicali sono una lista molto lunga ... mi piace citare Charles Mingus, Art Blakey, John Coltrane e Miles Davis.

Clint Eastwood e il fiiglio Kylepinterest
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Clint Eastwood e il figlio Kyle da ragazzo, a Hollywood nel 1989

Una grande famiglia con un padre molto famoso. Com’è stato crescere?
Da bambino guardavo mio padre come ogni altro bambino: lui era sì famoso in tutto il mondo, per me era solo mio padre. Ho realizzato molto più tardi chi era e che lavoro faceva.

I tuoi ricordi dove ti portano…
Me lo ricordo sui set, l’ho visto tantissime volte e con lui ho potuto sperimentare il suo lavoro. A 13 anni mi ha chiesto se volevo partecipare a uno dei suoi film e ho recitato in HonkyTonk Man (un film del 1982 che racconta l’avventura on the road di uno zio scapestrato e un saggio nipote verso Nashiville ndr). La ricordo come un’estate eccitante, una grande esperienza, seppur di duro lavoro.
E poi ricordo i tanti concerti dove mi portava: con lui ho potutto incontrare molti grandi musicisti, compresi alcuni dei miei preferiti, come Count Basie, Ella Fitzgerald, Stan Getz e Ray Charles.

Kyle Eastwoodpinterest
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Kyle e Allison Eastwood, una delle sue cinque sorelle.

Com'è lavorare con tuo padre?
Mi piace molto, mi diverto Lui è così appassionato del suo lavoro e ispira tutti quelli che lavorano intorno a lui.

Hai scritto tante colonne sonore per i suoi film. Qual è la tua preferita?
Sicuramente Lettere da Iwo Jima. Direi che è uno degli spartiti di cui sono più orgoglioso. Ma il mio film preferito tra quelli diretti da mio padre è The Outlaw Josey Wales (Il texano dagli occhi di ghiaccio del 1976): una grande storia, per me uno dei suoi migliori western mai realizzati.

E oggi: com'è la tua relazione con tuo padre Clint?
Siamo sempre molto vicini. Lavoriamo ancora insieme di tanto in tanto. Lui è felice di aver visto che la mia passione si è trasformata in lavoro, e che il mio lavoro mi abbia permesso di girare in tante meravigliose città del mondo.

Kyle Eastwood e Clint Eastwoodpinterest
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Con il padre Clint a Banff Springs in Canada nel 1991.

E che mi dici delle tue sorelle, quattro, e di tuo fratello: una grande famiglia. Quando vi vedete?
Ci riuniamo quando sono in California, di solito durante le vacanze. Cerco di vederli il più possibile ... loro vengono spesso anche a trovarmi a Parigi.

Hai scelto come città d'adozione Parigi e non una negli Stati Uniti dove sei nato...
Sì, ho scelto la Francia, perché per lavoro spesso sono in giro per l'Europa per i grandi festival jazz. Ma cerco di trascorre in California, dove sono nato e cresciuto, soprattutto a Carmel dove vivono ancora papà e mamma e dove facciamo le grandi riunioni familiari, molti mesi all'anno.

Cosa ti piace dell'Italia? Qual è la tua città preferita e il cibo?
C'è così tanto da amare qui da voi. Il cibo, la moda, l'arte …. È così tanto che mi persino difficile nominare una città o un piatto preferito. Però ho una predilezione per il risotto ai funghi porcini e le pappardelle al cinghiale. E direi che Firenze, è la mia città preferita per l'architettura, i musei d'arte e la storia.