Ursula Von der Leyen chiede scusa agli italiani a nome dell’Ue e promette maggiori aiuti. La presidente della Commissione Europea è nell’occhio del ciclone e sembra trovarcisi bene, di recente. Oppure dice quel tipo di cose che sarebbero pure giuste anche se sembrano sbagliate, e proprio per questo non andrebbero dette ma celate da bugie bianche. Ad esempio, quando ha incautamente dichiarato che gli anziani dovrebbero stare in casa fino a dicembre per cautela. Sappiamo tutti che se l’estate non dovesse spazzare via il virus come succede di solito con le influenze stagionali, i nostri nonni e genitori anziani saremo noi a tenerli al sicuro il più possibile, ma dirselo è dura (cit.) ed è meglio darsi da fare perché questo non accada, pensare al futuro con ottimismo e rimediare alla montagna di guai che ha prodotto il lockdown. Lei però, dopo averlo detto, è apparsa più simile a un robot. Per questo gli strali che trafiggono la 61enne ex ministra della Difesa tedesca sono multipartisan, anche da chi l’ha sostenuta caldamente all'elezione del ruolo attuale.

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Oggi, invece Ursula Von der Leyen è tornata umana e porge "sentite scuse" all'Italia per conto dell'Europa, ammettendo di non essere stata abbastanza al nostro fianco. Nella discussione al Parlamento europeo ha detto che "in troppi non sono stati presenti tempestivamente quando l'Italia aveva bisogno di una mano, già all'inizio", ha dichiarato. Ha continuato confermando che "l'Europa è diventata il cuore pulsante della solidarietà del mondo", ha sottolineato gli sforzi compiuti dalle istituzioni e dagli Stati membri dell'UE per distribuire attrezzature mediche, offrire letti ospedalieri e ottenere accordi sul finanziamento della ripresa, i sacrifici del personale sanitario.

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L'ascesa di Ursula von der Leyen al vertice dell'esecutivo dell'UE, la prima nella storia a diventare presidente della Commissione, l’ha posta al centro di pesanti processi decisionale di Bruxelles, sede di un’istituzione che risulta estranea e matrigna a troppi. Poi è arrivato il Covid-19, la crisi globale più grave dai tempi della seconda Guerra Mondiale. L'ex ministra della difesa tedesco aveva fissato un programma molto preciso, c’erano da prendere importanti provvedimenti sul clima, bisognava mettere a quinta sulla crescita dell’Europa che rischiava di restare indietro rispetto ai colossi asiatici e all’America. C’era da portare avanti un drastico sviluppo del digitale. C’era l’agenda della "Commissione geopolitica" che stentava a voltare pagina con un Medio Oriente sempre più rovente, la situazione in Siria e nello Yemen al limite dell’ingestibile. Poi è arrivato il Coronavirus che ha spazzato, livellato quasi tutto, grossolanamente (nelle microrealtà la storia è diversa). La presidente ha impiegato un po’ a riprogrammare le priorità, soprattutto mentalmente. Così come stiamo cambiando tutti noi, è cambiata anche lei? Può darsi. "C'è voluto molto tempo perché tutti capissero che dobbiamo proteggerci a vicenda", ha detto l'ex ministra del governo Merkel, "chiedere scusa conta qualcosa se si cambia comportamento". Lezione per tutti.

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