Uscita su Hulu il 18 marzo scorso con otto episodi, di Little Fires Everywhere non conosciamo ancora una data di messa in onda italiana, ma è sicuramente LA serie da attendere per le fan di Big Little Lies che hanno ancora voglia di vedere storie di genitorialità al femminile che incrocia i temi del privilegio, della diversità, della sorellanza e sanno raccontare l'essere donna (e madre) all'interno delle complicate dinamiche di una società che tende a metterci in competizione e a giudicarci. Vi raccontiamo almeno cinque motivi per cui, anche se non dovete aspettarvi uno show troppo simile al vostro preferito, dovreste vederlo appena ce ne sarà la possibilità.

Le protagoniste. Elena e Mia si incontrano nella “planned community” (che in USA designa le comunità suburbane progettate da zero per la borghesia, spesso in territori dove non esisteva nulla prima) di Shaker Heights, Ohio: la prima è una casalinga borghese interpretata da Reese Witherspoon, variazione sul tema del suo personaggio di Madeline Mackenzie in Big Little Lies mentre la seconda è un'artista afroamericana, senza radici e un po' bohemienne interpretata da Kerry Washington. Apparentemente due stereotipi, grazie all'interpretazione delle attrici e alle capacità della scrittura le due donne si rivelano invece esseri umani complessi e tridimensionali, tutt'altro che appiattiti sul loro stile di vita e sui loro differenti status sociali.

È una storia di donne, scritta da donne. Adattamento del bestseller di Celeste Ng scritto da Liz Tigelaar che ha un'esperienza enorme di scrittrice e produttrice televisiva (da Brothers and Sisters a Revenge). Pur vivendo sicuramente di un confronto con Big Little Lies, con cui ha in comune il tentativo di esplorare la complessità delle relazioni tra donne e della maternità, Little Fires Everywhere esplora molto più a fondo le tensioni quotidiane senza bisogno di inserire all'interno della storia un delitto da risolvere e senza appoggiarsi agli automatismi tipici del genere crime. Molto più intimo che spettacolare e molto più concentrato sui caratteri che corale, riesce comunque a dare degli USA un ritratto più fedele e al contempo più spietato, mettendo in gioco discorsi razziali così connaturati e profondamente radicati nell'essenza della società americana da emergere, prepotenti, ogni volta che donne che vengono da realtà diverse si incontrano.

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Mette a confronto due modelli, senza metterli in competizione.You Didn’t Make Good Choices, You Had Good Choices”: si parla di Elena, madre suburbana dal mondo perfetto che viene letteralmente mandato a fuoco e prima ancora scosso, in tutte le fondamenta delle sue convinzioni, dall'arrivo dell'artista nomade Mia e della figlia Pearl. Ma le idee e le scelte di entrambe le donne verranno messe in discussione dall'incontro, finendo per far loro ripensare granitiche certezze sulla famiglia e sulla maternità, ma anche su loro stesse. La serie ha una capacità rara di esplorare questo conflitto senza dare giudizi, restituendoci molto di più il realismo delle scelte che la facile collisione tra due visioni opposte della vita, che nella maternità e specialmente nell'adolescenza rivelano i propri limiti ma anche la loro indiscutibile buona fede e un genuino valore.

Inizia lentamente, ma poi esplode. Come il suo titolo, che parla di “piccoli fuochi ovunque”, la serie è quello che si chiama uno slow burner, che da premesse che lo farebbero liquidare come un clone di Big Little Lies ambientato negli anni '90 diventa un'indagine acuta e coraggiosa sulle differenze sociali, sullo status e sulle nostre certezze riguardo a entrambi. Elena pensa di fare del bene mentre in realtà si pone con arroganza come salvatrice di chi sta sotto di lei socialmente e manipolatrice della vita della sua famiglia, mentre Mia non è sempre capace di usare la sua giustificata rabbia e la sua indipendenza per il bene di sé e di sua figlia. I chiaroscuri delle protagoniste riflettono allo stesso tempo la loro natura e la loro condizione,

La nostalgia degli anni Novanta. Lo show è pieno di riferimenti pop a un periodo che sta certamente tornando molto di moda, ma non è ancora così canonizzato e sfruttato dalla serialità come gli anni Ottanta. Da Beverly Hills a Buffy, con in mezzo tanta musica che farà rivivere a chi è stato giovane in quegli anni le compilation con cui è cresciuto, lo show mette in campo una serie infinita di citazioni tenuto insieme da una versione arrangiata con violini della famosa e amatissima “You Oughta Know” di Alanis Morrissette, utilizzando quindi il periodo storico anche in modo inedito e non scontato. Gli elementi di interesse ci sono sicuramente tutti, quindi, e con l'aggiunta della garanzia di due attrici come Witherspoon e Washington che offrono performance memorabili, non possiamo che consigliarvi di tenere d'occhio Little Fires Everywhere e coglierla al volo prima possibile.