Il bradipo è diventato la nuova star di Instagram e non è una notizia per cui entusiasmarsi. Al principio erano i gattini, poi la caccia all’esperienza più inusuale da documentare sui social ci ha resi temerari, e dalla foto sugli strapiombi, troppo pericolosa per rimanere popolare, si è passati agli animali selvatici, quelli che non puoi allevare in casa, quelli che suscitano il commento “ma come hai fatto a scattare una foto con…?”. E così che già da prima della segregazione influenzale, l’animaletto lento per eccellenza delle foreste pluviali cominciava a conquistare i social e a finire in un gran numero di selfie nonostante la legge nei paesi dove vive lo vieti espressamente. Secondo il Guardian, Oltreoceano fare una foto con un bradipo è diventata una vera ossessione che ha portato alla produzione di un ricco merchandising che lo riguarda, dalla t-shirt alle mug, fino a farne il nuovo protagonista dei meme social.

I motivi di questo successo sono diversi. Prima di tutto la lentezza dei movimenti del bradipo, che lo rende elegante. Ma soprattutto l’antropomorfizzazione che suscita quel muso che sembra una faccina sorridente. La fama, però, non fa per niente bene agli animali selvatici. Quando nel 2003 uscì nei cinema il film Disney Alla ricerca di Nemo, i Pesci Pagliaccio della razza di Nemo, e del papà che lo cerca, vissero un boom di popolarità e chiunque nel mondo avesse un acquario li ordinò per metterne uno nel suo, causando un pericoloso spopolamento di questo animale dal suo habitat naturale. Allo stesso modo, il bradipo farebbe volentieri a meno di tutto questo affetto: secondo l’associazione Animal Protection, nel 70% dei selfie con questi animali, scattati da turisti ma anche residenti, dall'Amazzonia brasiliana all'America centrale, vengono abbracciarti, tenuti in braccio, manipolati come oggetti, posati dove fa più comodo per l’inquadratura, addirittura svegliati dai turisti arrampicati fino al ramo degli alberi per offrirgli del cioccolato.

Il problema è che il bradipo si lascia fare tutto perché è troppo lento per scappare, ma ha paura esattamente come ne avrebbe un gatto selvatico che, se cerchiamo di accarezzare, prende la fuga. Il bradipo è un animale che dorme la maggior parte della sua giornata e questa situazione sta provocando uno stato di stress costante nell’intera comunità di questa razza di animali. Un altro problema riguarda il cibo che gli viene offerto: si tende a pensare istintivamente che un animale antropomorfo mangi le nostre stesse cose. In effetti poi lo fa, ma con conseguenze per la sua salute che vanno dalle carie dentarie ai problemi ossei, perché di certo un bradipo in libertà, nel corso della sua vita, non incontrerebbe mai tavolette di cioccolato o merendine piene di zucchero. Lo stress degli animali selvatici, in natura può avere conseguenze più dannose di quello che proviamo noi, perché le conseguenze le subiamo anche noi. Che vuol dire?

Che questo può portarci ad affrontare due rischi. Il primo lo abbiamo imparato negli ultimi mesi: il contatto con animali selvatici può causare la mutazione di virus che, invece, dovrebbero rimanere solo nell’organismo dell'animale senza causare pandemie. L’altro: la foresta amazzonica è un ecosistema potente ma delicato, già messo in stato di precarietà dai disboscamenti selvaggi per ottenere pascoli in cui allevare bestiame da carne per i fast food. Compromettere il benessere di una razza dei suoi abitanti, come sta succedendo con i bradipi, è un pericoloso contributo al cedimento di questo ecosistema la cui erosione, temuta dagli scienziati al pari della scomparsa delle api e dello scioglimento dei ghiacciai. Un danno alla foresta amazzonica può influire sulla qualità dell’aria ovunque nel pianeta. Non per niente è detta “il polmone del mondo”.

Tutto questo ha reso necessario, per gli ambientalisti locali, lanciare appelli alla gente che tornerà piano piano a praticare il turismo, chiedendogli di desistere dall’intenzione di procurarsi a tutti i costi un selfie con un bradipo. Chiedendo anche di prendere coscienza di come una serie di gesti sbagliati compiuti da molte persone portino effetti sottovalutati solo perché non visibili nell'immediato. Ognuno può pensare che il suo selfie con un animale selvatico non sarà determinante alla salvaguardia del pianeta. Invece deve entrare nell’ordine di idee che lo è. Un turista italiano che si scatta un selfie in America Latina con un animale selvatico sta solo dando il suo contributo all’inquinamento nella Pianura Padana. Sembra assurdo ma è così. Per ora il governo costaricano, per scoraggiare questa tendenza che è sostenuta da vari hashtag su Instagram, ha lanciato la campagna #stopanimalselfies per reprimere la pratica, Sperando di scendere al più presto dal settimo posto nella classifica mondiale dei paesi in cui vengono scattati i selfie più crudeli e dannosi con gli animali.