Dall'annuncio della candidatura di Kamala Harris alla vicepresidenza degli Stati Uniti, in ticket con l'aspirante presidente Joe Biden, si sono fatte molte ricerche sulla vita privata, l'impegno politico e le posizioni su temi sensibili di quella che tutti definiscono "la prima donna nera candidata alla vicepresidenza Usa". Ma scavando nel passato politico della grande repubblica federale d'oltreoceano spunta un altro nome che ha già battuto questo primato nel lontano 1952. Ergo il primato che Harris deve battere è un altro: essere la prima a vincere. Quell'anno la proposta fu infatti rivolta alla 78enne Charlotta Bass, un'insegnante californiana attivista per i diritti civili che pubblicava, come editrice, un'importante testata locale. Proprio con quest'ultima attività, Charlotta Bass ha battuto anche un altro record perché è ritenuta la prima donna afroamericana ad aver condotto, dopo averla rilevata dal suo ex datore di lavoro, una casa editrice con cui ha pubblicato fino al 1951 il quotidiano per la comunità nera di Los Angeles California Eagles, in cui suo marito, J.B. Bass, lavorava come redattore.

Charlotta Bass era un personaggio scomodo, attivista contro la segregazione razziale nei trasporti, nell'accesso ai locali pubblici, nell'affitto delle case e contro la police brutality. Venne accusata più volte di aver aderito al comunismo e, per metterla a tacere, è stata monitorata dall'FBI per tutta la vita come "soggetto sovversivo pericoloso". Charlotta ha presieduto a molte organizzazioni che chiedevano il riconoscimento universale dei diritti civili e durante la Grande Depressione aveva lanciato una campagna con cui invitava la black community a boicottare le imprese che non assumevano neri: lo slogan davvero potente recitava Don't Buy Where You Can't Work. Il Partito Progressista nato nel 1948, i cui ideali coincidevano con i suoi e puntava a riforme che dopo decenni avrebbe ripreso Barack Obama (come l'istituzione della sanità pubblica) ha creduto in lei e nel 1952 la candidò alla vicepresidenza in ticket con Wendell Lewis Willkie. Quell'anno, però, vinse il repubblicano Dwight D. Eisenhower. Charlotta ha continuato il suo impegno per migliorare le condizioni delle persone di colore, organizzando anche una biblioteca nel garage di casa sua per consentire ai ragazzi di colore svantaggiati di prendere in prestito libri ed elevarsi attraverso l'istruzione. Nel 1966 un ictus ne ha compromesso la salute, si ritirò in una casa di cura di Los Angeles dove morì 12 aprile 1969. Aveva 91 anni ed era ancora classificata dall'FBI come una potenziale minaccia alla sicurezza.