Sono state da subito tre le donne alla guida dell'opposizione contro il Aleksandr Lukashenko, di cui chiedono energicamente le dimissioni dopo l’ennesima (la sesta, per la precisione) elezione sospetta dell'uomo che guida la Bielorussia da ormai 26 anni. Troppo alta la percentuale dell’80,23% vantata il 9 agosto dal cosiddetto “zar di Minsk”, che agli elettori non quadra. Ma come sappiamo, le proteste sono state represse duramente. Due di queste tre donne sono state costrette a lasciare il paese: la candidata presidenziale Sviatlana Tsikhanouskaya è fuggita in Lituania (dove è stata visitata anche dalle onorevoli Laura Boldrini e Lia Quartapelle per manifestare solidarietà). Veronika Tsapkala, moglie del candidato Valery Tsapkala, ha raggiunto il marito a Mosca. Una sola resiste e continua all’interno dei confini del paese la campagna contro quello che chiama “ultimo dittatore d’Europa”: è la musicista attivista Maria Kolesnikova (o Kalesnikava, a seconda della traslitterazione), che si ritrova in politica per necessità, non esattamente per passione.

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Maria Kolesnikova ha studiato musica a Minsk e Stoccarda, perché ha vissuto in Germania per 12 anni. Parla bene il tedesco e si è occupata di molte iniziative culturali fra i due paesi che conosce meglio. Lo spirito di iniziativa non le manca: nel 2017 ha scritto un commento sul profilo Facebook del banchiere Viktar Babariko che, all'epoca era anche a capo della filiale bielorussa del gigante russo Gazprom, e gli ha chiesto di sostenere un programma di scambio culturale tra Bielorussia e Germania. Babariko le ha risposto, si sono incontrati e hanno dato vita al progetto. Babariko si è poi candidato alla presidenza e lei è entrata nella squadra della sua campagna elettorale, anche se con poche illusioni di farcela, visto contro chi si candidava.

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Poco dopo l'annuncio della candidatura, infatti, sia Viktar Babariko che suo figlio Eduard, che dirigeva il team della campagna elettorale, sono stati accusati di vari crimini finanziari e messi agli arresti. A quel punto Maria Kolesnikova ha unito le forze con Sviatlana Tsikhanouskaya e Veronika Tsepkalo e insieme hanno formato un trio di opposizione di sole donne. Casualmente, però, anche Kolesnikova è stata arrestata il giorno prima delle elezioni. Quando è stata rilasciata, le forze dell’ordine si sono giustificate che era stata scambiata per una ricercata, anche se nel suo paese Maria è un volto molto noto. In risposta, la musicista ha denunciato l’usanza del governo di mettere in stato di arresto arbitrariamente chiunque protesti contro i presunto brogli delle elezioni presidenziali.

Rimasta l’unica del trio, anche se giustifica pienamente la fuga delle sue compagne di presidio sottoposte a pressioni insostenibili, Maria Kolesnikova è oggi indicata - lei stessa si è detta disposta a ricoprire il ruolo - come possibile guida temporanea del paese, mentre si chiede di ripetere pacificamente le consultazioni elettorali, stavolta libere ed eque. Per raggiungere questo obiettivo, Kolesnikova è entrata a far parte del Consiglio di coordinamento della Bielorussia di cui uno dei membri fondatori del presidium del consiglio è il premio Nobel Svetlana Alexandrovna Alexievich. Ma questa vicenda è ancora tutta da seguire, e da raccontare.