“È un ginepraio. Ma in mancanza di maggiori indizi, la regola che consiglio di seguire è: fidati dei tuoi occhi”. La tragedia di Caivano in cui ha perso la vita Maria Paola Gaglione, speronata dal fratello mentre era a bordo del ciclomotore guidato dal fidanzato Ciro Migliore, ha dato il via a un dibattito necessario che bisognava aprire molto prima che qualcuno perdesse la vita. La scarsa conoscenza del mondo LGBTQI+ (lesbiche, gay, bisex, trans, queer, intersex) si è percepita da come molti giornali, tg e commentatori, hanno sbagliato a definire il compagno della vittima e il rapporto tra i due, a causa della disinformazione sulle varie sfaccettature del mondo LGBTQI+. Molte testate si stanno adoperando a fare chiarezza ma, come racconta in apertura Alessandra Ragusi, ragazza transgender e femminista “è un ginepraio” e qualche obiezione è sorta persino sui chiarimenti. Come uscirne, allora?

Cos'è l'identità di genere?

Tanto per cominciare, c’è una netta differenza tra sesso e genere. Nel caso di Ciro Migliore si parla di incongruenza di genere. Ciro è nato di sesso femminile ma a 15 anni si è accorto di essere di genere maschile. In base a questa disforia di genere, si può chiedere l’adeguamento dei documenti anagrafici con il genere diverso da quello fisico, anche se non ci si è sottoposti all’intervento di adeguamento dell’identità fisica, più prosaicamente detto cambio di sesso. Alcuni hanno invece capito che Maria Paola avesse una relazione con una ragazza dall’aspetto maschile, per cui qualcuno ha definito la loro una relazione lesbica, perché Ciro non è ancora (non è affar nostro sapere se lo sarà in seguito) dotato di organi sessuali maschili a seguito di un’operazione. La correttezza lessicale e di declinazione vuole quindi che Ciro sia definito fidanzato di Maria Paola e declinato al maschile perché quello è il suo genere, a prescindere dai suoi genitali.

Come rispettare una persona transgender

Andando oltre il tristissimo fatto di cronaca, un'altra regola non scritta per non fare gaffe e non offendere nessuno è quella di essere, banalmente, "gentili e rispettosi”, racconta Alessandra Ragusi. Ad esempio non tutte le persone transgender (transessuale sta cadendo in disuso), dopo un’operazione di adeguamento delle due identità assumono subito e pienamente l’aspetto che sentono. Può capitare di parlare con qualcuno di loro dando per scontato che ammetta il processo di transizione pubblicamente e di sentirsi dire: “guarda che io non ho fatto alcuna operazione, sono nata/o donna/uomo”. Tanto imbarazzo e paura di aver offeso/a chi si ha davanti. Più che offendersi, a volte una persona che ha combattuto molto per raggiungere questo obiettivo rimane ferita se gli facciamo notare che porta le tracce del passato. Per cui, meglio attendere che sia la persona in questione a raccontare cosa ha vissuto, se e quando lo farà. È un suo diritto. A proposito del cambio di documenti: un transgender si ritrova con due atti di nascita. Per una persona cis gender è un passaggio delicato e intimo che deve rimanere privato fino a quando e se lo desidera raccontare.

Cosa significa cis gender?

Siamo arrivati alla definizione cis gender. Definisce una persona nata con sesso e genere compatibili, la maggior parte degli umani. Erroneamente si potrebbe considerare sinonimo di “eterosessuale”, ma è sbagliato. Una donna trangender male to female (ossia che nasce con sesso maschile e scopre di essere donna) attratta sessualmente dal genere maschile è etero anche se ha (ancora) gli stessi genitali del genere da cui è attratta. Per complicare le cose, o chiarirle: ci sono donne nate con sesso maschile che si operano per adeguare il sesso alla mente. Poi, con l'aspetto femminile, sono attratte da donne. In questo caso si definiscono trans lesbiche. La polemica su J.K.Rowling e le accuse di essere una “terf” ossia Trans-exclusionary radical feminist, una corrente di femminismo che non accetta l’esistenza delle donne transgender, deriva dal fatto che per lei le “persone con mestruazioni” possono essere solo le donne e non accetta questa definizione diplomatica. In realtà anche un uomo può avere le mestruazioni, ad esempio molti transgender come Ciro Migliore, con genere maschile ma corpo femminile, continuano ad avere il ciclo anche se assumono ormoni maschili.

Fidarsi dei propri occhi serve anche a non fare la gaffe ossia pensare che a una lesbica faccia piacere essere chiamata al maschile. Sbagliato. Come spiega Paola Concia, sposata in Germania con Ricarda Trautmann, “orientamento sessuale e identità di genere sono due cose profondamente diverse”, il terzo elemento che crea confusione in chi non ha confidenza con la materia (ma che spieghiamo dopo): “io sono una donna e non vorrei mai essere un uomo”, specifica l’ex deputata che sarebbe molto difficile scambiare per maschio, così come sua moglie. A riguardo c’è anche un’altra spiegazione da dare che sembra scontata ma non lo è: “gay è un uomo a cui piacciono gli uomini e lesbica una donna attratta sessualmente da altre donne”, spiega Max Franco, attivista e insegnante leccese. Si sapeva? Invece è necessario dirlo perché per una donna attratta da altre donne a volte si usa anche la definizione gay che è accettata da alcune lesbiche in Italia, ma che nei paesi anglosassoni è normale. Diciamo che su questa definizione non c’è una regola ferrea ed è a discrezione della persona lesbica decidere se accetta o no essere chiamata anche gay. Ovviamente, a differenza di un transgender, un uomo gay è un uomo.

La disforia di genere spiegata dall'OMS

Abbiamo detto quindi che il sesso riguarda l’aspetto e i genitali alla nascita, il genere riguarda come ci si sente, se uomo o donna, e poi c'è l’orientamento sessuale. Sono tre cose ben distinte. Leggiamo la classificazione ICD internazionale stilata dall'Organizzazione mondiale della sanità: “La disforia di genere è indipendente dall'orientamento sessuale e non va confusa con questo, infatti le donne e gli uomini transessuali possono avere qualsiasi orientamento sessuale e sentimentale, ad esempio possono essere eterosessuali, omosessuali, bisessuali o asessuali. L'identificazione nel sesso opposto e il relativo disagio provocato da questa condizione possono essere avvertiti già in fase preadolescenziale. Alcuni studi hanno trovato un rapporto fra orientamento sessuale e persone con transessualismo primario o secondario”.

Il significato di bisex

Occorre però anche una spiegazione della bisessualità. Si può pensare che le persone che si raccolgono sotto la sigla LGBTQI+ siano d’accordo con tutte le definizioni sopraddette invece il dibattuto interno è acceso e uno degli orientamenti sessuali più incompresi anche dai gay stessi è proprio la bisessualità. Per alcuni gay e trans non esiste ed è un via di mezzo inventata da chi non vuole ammettere la propria omosessualità. "La bisessualità è un termine ombrello sotto la quale ci identifichiamo noi, attratti sessualmente e romanticamente da più di un genere”, spiega Eva Dal Canto, dottoranda in Storia Moderna. “Non ha, quindi, a che vedere con l'identità di genere. Identità di genere e orientamento sessuale sono cose distinte, non confondibili. Pensare che si è visto definire ‘bisessuale’ anche Ciro Migliore, che è un uomo transgender in una relazione eterosessuale, la dice lunga sulla confusione”. La definizione più delicata è forse intersex: riguarda le persone nate con una qualsiasi delle numerose variazioni nelle caratteristiche sessuali tra cui cromosomi, gonadi, ormoni sessuali o genitali.

Cosa rappresenta il segno '+' nella sigla LGBTQI

Il segno + che segue la sigla LGBTQI si estende a comprendere tutte le minoranze non citate, esistenti e del futuro (pansexual, asexual, e così via). Per quanto riguarda, infine, la Q di queer, si tratta di un iperonimo in trasformazione che 30 anni fa era un dispregiativo di "gay" ma che oggi è "un'alternativa deliberatamente provocatoria e politicamente radicale ai rami più assimilazionisti della comunità LGBT". Un mondo quindi in continua evoluzione che potrebbe rendere obsoleto, da qui a qualche anno, anche questo articolo. Ma si spera che per allora, non ci sarà più bisogno di incollare delle etichette sui vari modi di vivere l’amore, e che ce ne sia una sola: persone che si amano.