Ci sono almeno 9 donne al mondo che tutti i giorni vogliono sapere quello che faccio. Non si tratta né di mia mamma, né di mia nonna, né della mia capa, né della mia portinaia. No, nemmeno dell’operatrice di un call center di telefonia mobile. Ci sono almeno 9 donne al mondo, dall’altra parte del mondo, che ogni giorno, ogni secondo, vogliono sapere, e sanno, quello che faccio. Come lo sanno? Sono io a dirglielo. Ma non lo dite a mia nonna, di solito quando mi chiede se ho mangiato io le rispondo di sì, ma non è vero, sto ancora scrivendo articoli come questo. Comunque, a questo punto vorrete sapere chi sono queste 9 donne, almeno, che sanno quante volte al giorno spio, dai, guardo, le foto del ragazzo che mi piace (e sono tante, mi scuso con loro per la fatica) o in quale bar esattamente vorrei andare con lui a bere una Coca Cola. Non scomodatevi a compatirmi, davvero, perché queste 9 donne, almeno, fanno lo stesso con voi. Che nessuno corra alle armi, però, sono sicuramente più innocue della vostra portinaia.

Susan Buckner Rose, Christine Dos Choi, Kim Garcia, Divya Kunapuli, Joy Ofodu, Lauren A. Rodwell, Palak Sheth, Allis Yao, Ashley Yuki. Forse questi nomi non vi dicono nulla, ma il loro datore di lavoro sì, Instagram. Il 6 ottobre 2020 il social network che all’anagrafe, cioè Wikipedia, permette agli utenti di scattare foto, applicarvi filtri, e condividerle in Rete, compie 10 anni. E noi di Marieclaire.it abbiamo voluto scoprire chi sono i volti, senza filtri, delle donne che hanno contribuito in questi 10 anni a rendere Instagram… Instagram. Nel bene e nel male. Al male ci ha già pensato The Social Dilemma, il film/docu/drama uscito su Netflix che sonda ogni spettro e aspetto negativo dei social network sulla nostra vita, complici alcuni degli dipendenti, ora pentiti, delle piattaforme social-i più famose, come Twitter, Facebook, Google, YouTube e, appunto, Instagram. Al bene, con esagerata umiltà, vorremmo pensarci noi. Perché Instagram, tra le altre cose, è l’aggregatore pop-olare che per primo si è posto il problema di aggregare le persone per sostenere cause importanti attraverso le Donazioni, sensibilizzare gli utenti alla politica invitando la partecipazione alle elezioni di questo o quel Paese, coinvolgere gli utilizzatori in progetti che danno voce alle giovani donne, alle comunità sottorappresentate, a educare alla diversità e all’inclusività, a restringere sempre più i rischi legati alla privacy. Insomma, non è tutto notifica quello che luccica su quel quadratino fuxia e giallo sullo schermo capacitivo del nostro iPhone.

I loro profili LinkedIn le geolocalizzano nella San Francisco Bay Area, nel Sud della California, lì dove sorge quella che, un tempo i nerd e oggi un po’ tutti, chiamiamo Silicon Valley. Le donne di Instagram si aggiungono alle quote rosa di quell’incubatore di tutte le tecnologie e innovazioni digitali avviato da due alunni della Standford University negli anni Quaranta, con la stessa genuina inconsapevolezza con cui, il 6 ottobre 2010, Kevin Systrom e Mike Krieger lanciano l'app Instagram, parola-macedonia di instant camera (fotocamera istantanea) e telegramma.

Scatti più o meno bucolici di viaggi, più o meno (im)perfetti di look o makeup of the day, foto di famiglia o di cene consumate a lume di candela con un solo interlocutore, meme dal web o fumetti ispirazionali, scorrendo gli account Instagram delle donne che contribuiscono a plasmarlo giorno dopo giorno, notiamo che in fondo non sono poi così diversi dai nostri. C’è chi ha deciso di tenere un basso profilo, cioè privato, e chi di tenere un diario pubblico delle proprie giornate, fra post e IG Story e didascalie-fiume. Un po’ meno comuni sono, invece, i curriculum sviscerati punto per punto su LinkedIn, un paio di lauree a testa conseguite presso le più prestigiose università del mondo, master e specializzazioni a cascata, esperienze lavorative nei migliori studi di avvocati d’America, da Apple o da GoPro, da Puma o da Facebook. E stiamo parlando di professioniste under 40, mica ottuagenarie. E visto che anche per noi era difficile da credere, abbiamo chiesto direttamente a Instagram di fornirci nomi, cognomi, profili e, soprattutto, ritratti delle donne ai vertici del social network di proprietà della Facebook Inc. (P.S. Mark Zuckerberg l'ha acquistato nel 2012 per un miliardo di dollari). Quindi, #NoFilter, chi sono le 9 donne che hanno portato il cambiamento su Instagram e cosa fanno ogni giorno dalle loro scrivanie, in pausa caffè davanti a un caramel macchiato, dai loro smartphone per i nostri smartphone.

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Susan Buckner Rose, Direttrice e Responsabile Business & Creator Product Marketing @ Instagram.

Susan Buckner Rose, Direttrice e Responsabile Business & Creator Product Marketing. Cresciuta in Virginia e con una formazione totalmente stanfordiana, Susan tratta i rapporti con le aziende, i creator e le gli utenti, per capire cosa funziona e cosa no, rintracciare lacune e proporre soluzioni per il miglioramento della piattaforma. I feedback che colleziona vengono utilizzati per dare forma alla strategia di prodotto. È la responsabile nell’educazione delle aziende a capire come avere più successo su Instagram, ovvero li aiuta a scoprire che cosa e a chi offrire i loro prodotti. Esempio, sono un brand indie di scarpe sostenibili, i miei post compariranno molto più facilmente nel flow di foto di una 25-35enne i cui Like e Follow sono riconducibili prevalentemente alla moda e a uno stile di vita green. P.S. Insieme al suo team di sviluppatori, Susan ha lanciato la IGTV, ancora una volta, per venire incontro alla community che desiderava raccontare storie più lunghe di una manciata di secondi a disposizione su IG Story. Ruolo chiave a questo proposito è stato affidato a Ashley Yuki, Director of Product Management, che non solo ha supervisionato il lancio di IGTV nel 2018, ma ha guidato il processo per trasformare Instagram in una macchina di monetizzazione. Ashley è a capo del team Annunci & Soluzioni Media e lavora su prodotti come gli annunci dei brand, i Feed & Stories Ads, i post sponsorizzati e tutti i prodotti pubblicitari proposti sulla piattaforma. Per parte del suo operato dorato, Ashley deve dei ringraziamenti alla collega Cristine Dos Choi, pioniera dei Boomerang e, appunto, delle Instagram Stories. Product Design Manager della piattaforma social, Cristine ha lavorato su alcune delle funzionalità più popolari di Instagram, inventando i mini video in loop durante un convegno a Hackathon, la tre giorni in cui ogni dipendente della Facebook Inc. è chiamato a fare brainstorming di gruppo. E spingere la creatività al limite dell’immaginazione. Una della cose di cui va più fiera, ha raccontato, è la creazione degli adesivi interattivi per le Stories, i sondaggi, le domande e i quiz. Anche questo concetto è nato da un Hackathon. Che, per la cronaca, è un’altra parola composta: hacker e marathon.

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Kim Garcia, Program, Insights & Strategy Lead, Community Lab @ Instagram.

Dall’immaginazione alla concretezza il passaggio è breve, se a gestirlo è Allis Yao, Software Engineer Manager, che ha dato il soffio vitale (ovvero virtuale) alle IG Story. Alla giovane ingegnera, che ha un passato business da Apple, si deve anche la creazione di software per la raccolta fondi a supporto di organizzazioni no-profit attraverso le Stories. “Non solo intrattenimento, racconta, ma anche motore di cambiamento dove è più necessario”. E il cambiamento social-e passa anche dalle mani di Divya Kunapuli, Product Marketing Lead, Well-Being e Joy Ofodu, Associate Brand Marketing Manager. Mentre la prima, laureata in Scienze Politiche e attivista per i diritti delle persone, ha contribuito a lanciare la funzione di impegno civico di Instagram prima delle primarie americane nel 2018, per aumentare la partecipazione degli elettori e rafforzare il potere dei principi democratici. La seconda, si fa portavoce dei bisogni degli utenti adolescenti. Una delle sue missioni è progettare campagne e iniziative girlpower o iniziative a supporto dell’inclusività e delle comunità sottorappresentate. Il lavoro di squadra coinvolge anche Lauren A. Rodwell, Global Brand Marketing Manager, la cui mission principale è assicurarsi che la diversità sia rappresentata in modo ampio e corretto in tutto il patrimonio di marketing di IG. Si assicura inoltre che le comunità possano vedersi, ritrovarsi e riconoscersi sulla piattaforma, garantendo una prospettiva quanto più diversificata di tutto ciò che accade sul social network, e impegnandosi a non pubblicare prodotti che potrebbero far sentire qualcuno escluso o a disagio.

Ear, Stairs, Style, Beauty, Eyelash, Street fashion, Model, Nail, Earrings, Eye liner, pinterest
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Joy Ofodu, Associate Brand Marketing Manager @ Instagram.

La prossima volta che aprirete la sezione Esplora di Instagram, pensate a Kim Garcia, Program, Insights & Strategy Lead, Community Lab. L’ha creata lei su misura per voi. Una parte importante del suo lavoro consiste, infatti, nel decifrare e capire come le persone si relazionano con le cose che piacciono di più sulla piattaforma, e poi come queste interazioni influiscono sulla cultura più in generale. Il suo lavoro al Community Lab è un misto di arte e scienza. Inizia con l’esplorazione tramite strumenti come il "machine learning" per ottenere un quadro generale capace di far comprendere ciò che le persone amano sulla piattaforma (fondamentalmente, ciò che è cool e ciò che non lo è). Ma i dati possono portare solo fino a un certo punto, ed è lì che la curiosità di Kim e del suo team entrano in gioco. Guardando alle comunità di interesse consolidate ed emergenti, il suo team inizia ad analizzare i trend e a decifrare in modo critico cosa stia influenzando il comportamento degli utenti sulla piattaforma. Da lì, si lavora per combinare ciò che accade su Instagram, con gli elementi che accadono al di fuori, nel mondo. “Voglio essere sicura di poter offrire alle persone un'esperienza Instagram completa, dice, che allarghi i gli orizzonti e porti ispirazione”.

E alla fine arriva Palak. Palak Sheth, Public Policy Manager, probabilmente la donna a cui tutti vorremmo/dovremmo porre un’infinità di domande. Perché lei si occupa di privacy a/di/su Instagram. Prima di varcare le porte della Silicon Valley ha lavorato come avvocato per 12 anni, rappresentando e difendendo i diritti principalmente delle piccole comunità, Palak ha oggi il compito di assicurarsi che IG garantisca la sicurezza e la privacy dei suoi utenti. In sinergia con un grande numero di team tecnici che sviluppano software che tengano conto dei possibili rischi sulla piattaforma, la Sheth lavora per assicurare agli utenti un'esperienza positiva su Instagram priva di bullismo o contenuti offensivi o dannosi. Anche grazie a lei abbiamo la possibilità limitare, silenziare, bloccare gli utenti. Cosa che non posso fare con la mia portinaia.

Lip, Smile, Hairstyle, Eye, Skin, Chin, Forehead, Shoulder, Eyebrow, Joint, pinterest
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Allis Yao, Software Engineer Manager @ Instagram