«Il Covid è stato un acceleratore di diseguaglianze. Con la chiusura delle scuole sono emersi ancora di più il divario digitale e la povertà educativa. Soprattutto nelle fasce più deboli». Daniela Fatarella, direttore generale di Save the Children, non ha dubbi: la scuola “in presenza” è un livellatore democratico che fa sedere tutti sui banchi nella stessa classe, la didattica a distanza no., l

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Courtesy Save the Childen
Daniela Fatarella, responsabile italiana di Save the Children, la prima donna a capo dell’organizzazione. «Penso che la nostra organizzazione abbia sempre valorizzato la componente femminile: noi, infatti, all’interno abbiamo tante donne con ruoli di responsabilità. Certo, però, che la mia elezione è stato un segnale importante. In più essere donna in un momento di emergenza è stato utile per mettere in campo competenze femminili come intelligenza emotiva, multitasking, calma e capacità di comprendere bisogni interni ed esterni».

Digital divide: l’Italia come si presenta?
È un problema mondiale, ma da noi è preoccupante. Gli ultimi dati Istat dicono che il 12,3% degli studenti (850mila) non ha un computer o un tablet a casa. La percentuale sale al 20% nel Mezzogiorno. E, a proposito di percentuali, il 57% dei ragazzi deve condividere i device con altri membri della famiglia. Poi c’è il problema della rete: in alcuni luoghi la connessione non permette di scaricare dati o rimanere collegati a lungo per seguire le lezioni. Infine, c’è la questione degli spazi: 4 minori su 10 vivono in abitazioni sovraffollate.

Tutto questo che impatto ha sull’istruzione?
Una ricerca Ipsos fatta per noi ha stabilito che il 61% dei teenager tra i 15 e i 17 anni ha faticato a seguire le lezioni a distanza con una perdita di apprendimento. Senza contare che la scuola non è solo nozioni, ma relazioni, sport, musica: capacità non cognitive fondamentali per la crescita.

Poi ci sono le competenze digitali.
Già, altro enorme problema. Essere in grado di navigare bene sui social non significa saper utilizzare le piattaforme di condivisione di file, avere capacità e pensiero critico di lettura dati e notizie.

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Courtesy Save the children
Solo durante il primo lockdown Save the children ha aiutato 75 mila studenti e supportato 3 mila insegnanti anche consegnando device per la didattica a distanza. Ora con la nuova campagna Riscriviamo il futuro vogliono raggiungere 100mila adolescenti e le loro famiglie. La campagna è sostenuta anche dalla fondazione TIM che ha donato 1,4 milioni di euro «per aiutare i bambini che vivono in contesti di particolare fragilità, oggi più esposti alle conseguenze socio-economiche della crisi Covid-19».

Save the Children cos’ha fatto e sta facendo per colmare questi divari?
Abbiamo consegnato device, aperto i nostri Punti Luce (centri per bambini e adolescenti in difficoltà, 25 in Italia, nelle zone a bassa identità educativa), aiutato 75 mila studenti e supportato 3 mila insegnanti. E ora ripartiamo con la nuova campagna Riscriviamo il futuro: vogliamo raggiungere 100mila adolescenti e le loro famiglie nei prossimi 15 mesi.

Ora siamo alla seconda ondata? I ragazzi delle superiori sono di nuovo a casa?
Mi aspetto uno stress psicosociale ancora più elevato. E per i ragazzi difficoltà di apprendimento ancora forti: la Dad è più sfidante, più complicata per gli insegnanti, più straniante per ragazzi. Lo ripeto: la scuola ha come suo un elemento fondamentale le competenze relazionali non cognitive. Questa è la perdita più grossa che rischiamo di far fare ai ragazzi se non sostenuta in altro modo.

Che speranze abbiamo?
I ragazzi sono resilienti. Se si sentono liberi di esprimersi, mettono in circolo energie.
Nel momento in cui sviluppi competenze come fiducia in se stesso, pensiero critico, e problem solving, queste possono fare la differenza. Sono ottime motivazioni per un apprendimento migliore, sono gli elementi su cui puntare. Sviluppare i talenti e crederci serve per costruire un futuro diverso. Soprattutto quando si parte da contesti difficili, solo l'educazione può pensare di spezzare il circolo intergenerazionale. L’importante è non lasciarli soli.

Info e donazioni: savethechildren.it, sms 45533 #proteggiamoibambini