In un anno in cui tutti i programmi si sono stravolti passo dopo passo costringendoci a vivere alla giornata, un ribaltamento inedito degli esiti alle elezioni presidenziali degli Stati Uniti non avrebbe stupito più di tanto. Invece hanno vinto loro, Joe Biden e Kamala Harris, già scelti dal Time come Persone dell'anno, ora anche nel fatidico giorno i cui grandi elettori americani che rappresentano ciascuno stato degli Usa hanno presentato il loro voto, e saranno Joe Biden e la moglie Jill in nuovi inquilini della Casa Bianca dal 20 gennaio 2021. Okay, a qualcuno verrà da obiettare : "ma non era già scontato? Joe Biden non ha già sconfitto Donald Trump?". No, non lo era al 100% e non c'entra che il presidente uscente si stia incaponendo a non riconoscere il risultato. Il sistema elettorale americano è molto diverso da quello italiano, per questo quando si parla di giornata dei "grandi elettori” può risultare un concetto un po’ ostico, soprattutto quanto quest'ultimo passo sia decisivo.

Quando i cittadini americani si recano a votare per il presidente, in realtà non scelgono lui ma i cosiddetti "grandi elettori", i delegati statali che poi voteranno davvero per nominare uno dei candidati. Per spiegare come sia distribuito il numero dei grandi elettori di ogni Stato ci vorrebbe uno schema, ma limitiamoci a dire che si tratta di formare una sorta di “parlamento” di 538 delegati con un compito solo: votare il presidente. La logica vorrebbe che il delegato da uno stato che ha dato la preferenza a un candidato, poi voti esattamente quello. In realtà può succedere che invece voti per l'avversario. Quando accade, questo delegato viene chiamato “faithless elector”. È successo nel 2016, quando sette grandi elettori hanno deciso di votare diversamente dalla delega che gli era stata data dai cittadini del loro Stato, ed è stato il numero più alto di faithless electors degli ultimi 100 anni. Questo non cambiò tuttavia l’esito delle elezioni, Donald Trump avrebbe vinto comunque in virtù del sistema che non tiene conto del voto popolare ma dei voti dei singoli Stati, indipendenti l’uno dall’altro, ed è per questo che Hillary Clinton perse nel 2016 nonostante l’avessero votata 3 milioni di americani in più rispetto a Trump. Stavolta nessun grande elettore ha deciso di cambiare idea e i giochi di una delle più controverse elezioni presidenziali Usa sono chiusi.