"Non voglio più girare una di quelle scene di sesso orribili dove sono tutti unti e grugniscono". L'ultimo mic drop da applausi scroscianti appartiene a Keira Knightley 35 anni, attrice britannica tra le più (ri)conosciute al mondo: ex principessa ribelle de I pirati dei Caraibi, calciatrice in erba in Sognando Beckham, incarnazione di Anna Karenina e di recente protagonista del film Misbehaviour (Il concorso in italiano). E da quando è diventata madre di due bambine, Edie e Delilah, pure più femminista che mai. Riconfermato dal carico extra che ha espresso nella conversazione con la regista Lulu Wang e la scrittrice Diane Solvay nella serie di podcast Chanel Connects della maison francese, dove Keira Knightley ha parlato della volontà di non recitare più scene di nudo.

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Non un novità, bensì un aggiornamento. Nel 2015 il nudity ban di Keira Knightley aveva fatto discutere: può un'attrice imporre una clausola che la esula dal girare scene senza vestiti? Sì, senza dubbio, non significa essere meno professionali. "Non ho mai fatto nulla che mi creasse disagio. Sono davvero felice del mio corpo, cui devo una vita straordinaria. Ma sono mamma di due bambine: non voglio più stare tutta nuda davanti a una troupe" aveva raccontato al Manifesto in una recente intervista. La decisione era stata presa dopo la nascita della primogenita col marito James Righton, e Keira Knightley oggi la ribadisce ulteriormente. La distorta rappresentazione delle donne al cinema, dalle sceneggiature ai ruoli da recitare fino alle indicazioni sul set da parte dei registi, e la convinzione/costrizione alle scene di nudo non sono ammissibili nell'epoca attuale. "In parte è vanità, ma anche lo sguardo maschile che rappresento sulla scena" ha dichiarato l'attrice nel podcast, specificando come esibire il corpo femminile nudo fine a se stesso, o solo perché stereotipo di sensualità, oggi non la faccia sentire a proprio agio. Lei ha sempre stimato la delicatezza del regista Joe Wright nel dirigere e filmare la potente scena di sesso di Espiazione tra Keira Knightley e James McAvoy, ma era un caso a sé. "Ci sono delle volte in cui capisco quanto la scena di sesso sia grandiosa nel film e c'è solo bisogno di qualcuno che sia sexy. In questo caso può usare qualcun altro perché io sono vanitosa, il mio corpo ha avuto due bambini e preferirei non stare nuda di fronte ad un gruppo di maschi" ha proseguito l'attrice.

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"Non ho un vero e proprio divieto, ce l'ho con i registi maschi. Se stessi recitando in una storia sulla maternità e l'accettazione del corpo me la sentirei, ma solo se fosse con una regista donna" ha ulteriormente chiarito Knightley, da sempre molto impegnata sul fronte della rappresentazione sfaccettata e reale dei personaggi femminili, tanto da scegliere di non far vedere i film Disney alle figlie. "Non ci sono abbastanza scene di nudo e sesso dirette da donne, ed è una delle ragioni per cui gli uomini non capiscono che le loro scelte di regia possono far sentire le donne a disagio" ha concluso Knightley. Sempre lì: il sessismo nel cinema, il punto di vista essenzialmente maschile su certe scene. Che possono essere anche funzionali alla storia, ma restano comunque rigorosamente vissute dalla prospettiva degli uomini. Qualcosa sta lentamente cambiando, grazie all'impegno costante su più fronti. Di recente gli studios hanno incluso sempre di più sul set gli intimacy coordinators, come accaduto per serie tv come Normal People e Bridgerton: i consulenti vigilano sul rispetto delle richieste degli attori durante le scene più intime, fanno da garanti per il consenso informato sugli shooting e assicurano la completa serenità psicologica a chi recita. Ma sullo sguardo di chi scrive e dirige, purtroppo, c'è ancora molto da fare.