La Pandemia che spiazza e che distrugge, che separa e che allontana per sempre, che stravolge e coinvolge, che fa crescere e avanzare ancora più in fretta. Ci ha limitato e ci limita oramai da più di un anno, questo è vero, ma continuare a pensare e a creare è per fortuna ancora possibile, cercando di avere la meglio sull’ansia. Fedez la chiama “ansiétta”, con la “e” aperta, alla milanese, e dice che ne ha molta se pensa che tra qualche giorno salirà sul palco di Sanremo 2021, edizione numero 71, “il primo per me, ma ho voglia di vivermi questa esperienza come tale”, ci spiega via Zoom, t-shirt e tatuaggi in bella vista che sembrano dipinti. “Il Festival – aggiunge - ha fatto un grandissimo salto di qualità negli ultimi anni ed è tornato a rappresentare lo stato attuale della musica italiana, in tutta la sua contemporaneità. Se devo vedere il bicchiere mezzo pieno – aggiunge - una cosa che mi ha lasciato questo periodo, è uno spirito di appartenenza che prima non sentivo proprio, il percepire, tantissimo che facciamo parte di una collettività, di un Paese. Spero tutto questo mi rimanga, sono molto orgoglioso di quello che è stato fatto, in senso collettivo e personale”. “A Sanremo, continua - ci sono stato anni fa, ma solo per accompagnare Lorenzo Fragola dopo X-Factor. Mi dissi che io, al suo posto, non ce l’avrei mai fatta. Questo lo penso anche oggi, perché non so se ci riuscirò”. “Ci riuscirai eccome, sarà come una terapia d’urto”, gli risponde subito Francesca Michielin, anche lei collegata via web ma dalla sua casa di Bassano, la sua “coach comportamentale”, si definisce così, oltre che collega, pronta a interromperlo quando sta dicendo qualcosa di sbagliato o di troppo, creando un gioco di coppia (artistica) divertente e piacevole. Insieme saranno in gara nella categoria Campioni con il brano Chiamami per Nome che segna il loro ritorno a collaborare e ad esibirsi insieme dopo i successi di Magnifico e Cigno Nero.

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ph Fabrizio Cestari

Fedez e Francesca Michielin si sono ritrovati lo scorso marzo - il mese delle performance canore dai balconi e degli arcobaleni, necessari per cercare di dimenticare tutte le altre brutture in nome di un collettivo “andrà tutto bene” – e poi, successivamente, hanno iniziato a scriverlo con Davide Simonetta, Alessandro Mahmood e Alessandro Raina. Stavano quasi rischiando di non poter più partecipare alla kermesse più famosa e seguita d’Italia dopo la gaffe di lui che sui social ne aveva fatto sentire qualche nota per dieci secondi. Apriti cielo, tra “ansiétta” (stavolta non solo sua), fiori e un altro post di scuse a lei sulle note di Perdono di Tiziano Ferro. “Quando è avvenuto il fattaccio, spiega Fedez, Francesca è stata legittimata ad apostrofarmi in tutti i modi, invece è stata lei a darmi il supporto psicologico. Sono entrato in studio il giorno dopo e ho detto: “Ràga, ne siamo usciti più uniti”. Mi hanno mandato tutti a ca*are (ride, ndr). Il rapporto tra me e lei è diventato più forte, ci siamo legati molto di più, è inevitabile che si crei un legame umano”. “Fede – aggiunge subito lei - sta prendendo il festival in maniera davvero serissima, ve lo assicuro. A prescindere da quell’episodio, sta mettendo anima e corpo in questo progetto. Studiamo dallo stesso maestro di canto, Maurizio Zappatini - “un cagacaxxo” la interrompe scherzando lui (“quando faccio lezione con lui fa sempre una faccia disgustata, ma poi mi dice bravo”) – e solo con una persona con cui ho molta confidenza potevo condividere queste emozioni”.

Prodotto da d.whale, Chiamami per Nome “è un brano d’amore trasversale rispetto alle nostre precedenti collaborazioni”, dice Fedez, “dove c’è una maggiore consapevolezza ed evoluzione” aggiunge lei. “È proprio una visione completamente diversa rispetto a prima, continua lui, c’è la voglia di cambiare in qualche modo, è il periodo delle cose non ponderate. Mi ha sempre affascinato l’idea di vedere la musica in maniera collettiva, respirare la musica con gli amici senza pensare troppo alle dinamiche. Quando abbiamo scritto la canzone per Sanremo 2021, abbiamo detto 'Perché no?', ma non era pensata per il Festival”. "In Chiamami per nome – che a qualche cinefilo farà venire in mente il film di Luca Guadagnino Chiamami col tuo nome, ma tra i due non c’è nessun legame (Fedez il film dice di non averlo mai visto) - raccontano entrambi una crescita stilistica e una consapevolezza maggiore, sia a livello testuale che musicale, rispetto alle collaborazioni fatte in passato. “Questa canzone mi emoziona molto . dice Francesca – e la vivo come un manifesto dell'anno appena passato che ci ha messi tutti a dura prova. Esordire sul palco dell’Ariston dicendo “oggi ho una maglia che non mi dona / ma vorrei dirti non ho paura / vivere un sogno porta fortuna”, rappresenta la consapevolezza di essere in una situazione complessa ma voler comunque continuare a inseguire i propri sogni, credere nella musica, avere speranza”. È un brano leggero e sognante, ma filantropico, “una luce nei momenti di buio e molto trasversale, una canzone d'amore, sì, ma anche universale, che ognuno può declinare un po’ come vuole”, “un brano che affronta principalmente le tematiche dell'amore, ma riflette anche le insicurezze del momento attuale in cui siamo fortunati a vivere il grande privilegio della speranza”, aggiunge lui.

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Fabrizio Cestari

Se Fedez non ha nessun progetto discografico all’orizzonte (“non volevo nessun tipo di corollario rispetto al festival e non so cosa verrà dopo, mi godo il percorso”), Francesca pubblicherà il prossimo 5 marzo Feat - Fuori dagli spazi, una sorta di riedizione dell’album, “un progetto collettivo, concepito a capitoli uscito a inizio pandemia”. Dal 25 febbraio, poi, giorno del suo compleanno, uscirà il suo primo podcast in cui si interrogheranno sulle donne e sulle loro battaglie oggi. Prima ospite sarà l’attrice sua coetanea Matilda De Angelis con cui parleranno di body posivity, ma di temi ce ne saranno tanti, come la stigmatizzazione e sessualizzazione delle donne (“perché se un uomo scrive una canzone è un cantautore e se lo fa una donna è solo una cantante”?). e poi, ovviamente di musica, che oggi – ricorda Fedez – “è sempre più veloce”. “Ad oggi, gli album che escono sono “fast food”, è tutto molto rapido, fa parte di una mutazione fisiologica che si deve ancora assestare in qualche modo”. Gli dà ragione la Michielin che ha scritto un pezzo che si chiama Comunicare che dice “La la la la bla bla bla”, “voluto proprio per far notare che le persone dicono le cose in un mondo quasi bulimico”. “Secondo me, bisogna provare a non seguire questa fiumana, per citare Verga, e fare scelte anche controcorrente, fare le cose quando si ha veramente qualcosa da dire”. La canzone e Sanremo 71 arrivano comunque in un momento particolare per entrambi, “sono una boccata d’ossigeno in un momento dove la routine era pesante, una ventata di freschezza”, dice l’artista che dopo una pausa dalle scene musicali, è tornato lo scorso anno con il singolo doppio platino Bimbi per strada e Bella Storia, certificato platino. Dopo Sanremo non ha in programma nessun progetto discografico imminente, ma solo tanta voglia di poter tornare a fare concerti, ad incontrare gente, un’esperienza e un insieme e di emozioni che manca tutti e due. Prima di ogni concerto, ognuno ha il suo rito scaramantico: lei prende sempre due o tre patatine fritte e le mangia, lui fa meditazione trascendentale e la pipì tante volte (“per evitare che mi scappi sul palco”) cercando così la sua tranquillità. Basta, quindi, pensare che i rapper siano sempre incattiviti, perché sono, come precisa lui, “sempre più propositivi”. “Il rap – conclude – è sempre stato una commistione di tante sfumature, ha uno spettro molto ampio ed eterogeneo con una corrente preponderante, che va dal denaro all’opulenza senza dimenticare una corrente più filosofica". Tutta da scoprire, quindi, per quei pochi che (ancora) non la conoscono.

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