18 marzo Giornata nazionale in memoria delle vittime da Coronavirus. Una data che nel calendario atipico e doloroso del 2020 è rimasta impressa nelle retine di milioni di italiani. La foto della colonna di camion militari che trasportava i morti Covid di Bergamo fuori dalla città, tra le più colpite dalla prima diffusione del virus, scattata di notte da un balcone, un'immagine sgranata che è diventata una presa di coscienza collettiva. Il Covid uccideva davvero, non si poteva più derubricarlo a banale infezione respiratoria. A luglio 2020, il ministro della Salute Roberto Speranza aveva annunciato l'istituzione pubblica della Giornata nazionale per "conservare e rinnovare la memoria di tutte le persone che sono decedute a causa di tale epidemia": inizialmente erano stati presentati 5 ddl da diverse forze politiche, poi unificati nel testo A.C. 2451 ed abb., S. 1894. Approvato alla Camera all'unanimità, è ora all'esame del Senato.

Sei articoli che accolgono disciplinano le dovute commemorazioni, lo spazio sui palinsesti televisivi e dell'informazione, la sensibilizzazione e il ricordo autonomo da parte delle scuole, delle città e delle regioni d'Italia per tutti le giornate nazionali del 18 marzo a venire. Tra le libere iniziative, una spicca per importanza basilare: il sostegno economico alla ricerca medico-scientifica. Non solo tramite appelli di supporto alle singole organizzazioni, ma una decisione strutturale per cui si potrà anche scegliere, a discrezione, di donare l'importo di alcune ore lavorative. Il Governo ha indicato questa possibilità per tutti i dipendenti, pubblici e privati, che potranno destinare il compenso di una o più ore di lavoro al FIRST, il Fondo per gli investimenti nella ricerca scientifica e tecnologica. Ogni 18 marzo per ricordare le vittime del Coronavirus. La data di un nuovo, essenziale esercizio di memoria collettiva.