Sette ore di fuso orario e tredicimila chilometri, Roma-Tokyo sulla mappa geografica. La distanza che la delegazione degli atleti italiani alle Olimpiadi di Tokyo 2021 spera di coprire in un A/R ricco di medaglie, risultati, record. Qualche numero promettente è già arrivato nelle gare, i pass olimpici si appendono al collo, il tricolore è pronto a sventolare. Si comincia a fare la conta: quest'anno si parla di probabile superamento di quota 300 atleti per l'Italia, con storiche qualificazioni, debutti e tante riconferme dalle altissime aspettative in più di 30 discipline. Già assegnati i pass individuali dell'atletica di nuova generazione: saranno in pista Ayomide Folorunso (400 m), Marcell Jacobs (100m), Larissa Iapichino (salto in lungo) e Gianmarco Tamberi (salto in alto) nella nutrita squadra italiana. Dall'acqua sono arrivati i freschi risultati ai Mondiali di Budapest 2021 con il record italiano di Benedetta Pilato (50 m rana), le conferme di Simona Quadarella (800 e 1500 stile), Margherita Panziera (200 dorso) e Federica Pellegrini (200 stile), le gigantesche prestazioni di Gregorio Paltrinieri sulle lunghe distanze e in acque libere (nella 10 km) e la possibilità di andare a medaglia in molte staffette maschili, femminili e miste. E ancora judo con 6 atleti in corsa in altrettante categorie, tiro a volo, le donne della boxe che tengono alta la storia del pugilato, le 5 squadre di volley maschile, volley femminile, pallanuoto maschile, softball e il già nominato basket 3×3 femminile. Tutti concorrono ad aggiornare gli annales azzurri dello sport in modo spiazzante ma significativo, una peculiare tradizione dell'Italia a cinque cerchi.

La storia dell'Italia alle Olimpiadi è plurale e polarizzata, costellata di certezze e imprevisti, medaglie non assegnate e vittorie stratosferiche, ingiustizie palesi (poche) e pionieristiche conquiste sul campo. In tutte le edizioni, tre delle quali si sono tenute proprio in Italia -le due invernali di Cortina 1956 e Torino 2006, e l'unica estiva di Roma 1960-, ma la storia registra anche il mancato appuntamento delle Olimpiadi 1944 che avrebbero dovuto tenersi sempre a Cortina: la guerra ha sempre e tristemente avuto il potere di cancellare lo svolgimento delle competizioni olimpiche, avvenne anche nel 1916 e nel 1940. Il prossimo appuntamento in loco sarà l'edizione invernale in staffetta di Milano-Cortina 2026, cifra ricorrente nella storia olimpica d'Italia. Ma c'è già un record, per quanto condiviso e di cui si parla sempre poco: le presenze dell'Italia ai Giochi Olimpici dell'era moderna. Assieme a Svizzera, Francia e Gran Bretagna, l'Italia ha preso parte a tutte le edizioni estive, da Atene 1896 alle Olimpiadi di Tokyo 2021. E soltanto in due è andata a zero nel medagliere, nella prima e nella terza, Saint Louis 1904. Dove si aprono le prime discussioni: alcuni documenti hanno dimostrato come il ciclista Francesco Bizzoni, detto Frank e immigrato da Lodi negli Stati Uniti l'anno prima, avesse gareggiato per l'Italia in mancanza di cittadinanza americana, ma il CIO non ne ha ancora riconosciuto la validità. E un altro ciclista, Enrico Brusoni, è oggetto di controversia internazionale: vinse l'oro a Parigi 1900 nella corsa a punti e la medaglia è riconosciuta da alcuni comitati olimpici, ma non dal CIO. Un problema di documentazione poco curata agli inizi del secolo scorso, e di timing logistico e organizzativo che non ha aiutato molto l'Italia: d'altronde, sebbene il primo nucleo azzurro del Comitato olimpico, che si occupa della presenza degli atleti italiani, fosse stato costituito nel 1894 con la denominazione Comitato interministeriale dei Giochi Olimpici, il riconoscimento ufficiale dell'esistenza del CONI avvenne solo poco dopo i giochi di Stoccolma 1912.

E a proposito di atleti olimpici italiani famosi, è doveroso iniziare con un paradosso: colui che è diventato celebre per non aver vinto. Dorando Pietri, Londra 1908, 42 km stremanti che il maratoneta di Correggio conclude in prima posizione, tagliando il traguardo sorretto dal giudice di gara e dal capo dello staff medico prima di accasciarsi in barella. Il reclamo degli Stati Uniti, giunti secondi, gli strappa l'oro dal collo. "La grande impresa dell'italiano non potrà mai essere cancellata dagli archivi dello sport, qualunque possa essere la decisione dei giudici" commentò allora lo scrittore Arthur Conan Doyle, inviato per il Daily Mail. Pietri non partecipò ad altri Giochi, i record di presenze alle Olimpiadi li stabilirono altri campioni e campionesse: con 8 partecipazioni, i primati appartengono ex aequo ai fratelli dell'equitazione Pietro e Raimondo D'Inzeo e alla canoista Josefa Idem (suddivise in 6 per l'Italia e 2 per la Germania Ovest), seguiti dal tiratore Giovanni Pellielo con 7 (ancora in attività ma in bilico su Tokyo 2021). Lo sport dove gli atleti italiani hanno eccelso da sempre è la scherma, da Nedo Nadi e Giulio Gaudini agli inizi del Novecento alle imprese vincenti di Edoardo Mangiarotti a metà secolo, fino ai successi del dream team femminile con Valentina Vezzali (la schermitrice più medagliata di sempre) e Giovanna Trillini tra secondo e terzo millennio. In punta di fioretto/sciabola/spada l'Italia ha esteso il suo dominio olimpico con 49 ori, 43 argenti e 33 bronzi, 125 medaglie totali ci piazzano al sesto posto nel medagliere complessivo dei Giochi dopo Stati Uniti, ex URSS, Gran Bretagna, Cina e Francia.

La tradizione degli atleti alfieri di un Paese, aka i portabandiera alle Olimpiadi, è stata istituita in occasione dei giochi di Londra 1908. Il primo a ricoprire il ruolo è stato il ginnasta Pietro Bragaglia, anche se non partecipò a nessuna gara di quella edizione; il più anziano il canoista Antonio Rossi, che a 39 anni e mezzo guidò la delegazione italiana a Pechino 2008. I bis sono stati concessi 4 volte: allo schermitore Edoardo Mangiarotti e al marciatore Ugo Frigerio nei giochi estivi, allo slittinista Paul Hindgartner e allo sciatore Gustav Thöni per gli invernali. La prima donna portabandiera debuttò nel 1952 e anche qui l'Italia scelse di fare le cose in grande: a sventolare il tricolore furono la fondista Fides Romanin alle Olimpiadi invernali e la ginnasta Miranda Cicognani alle estivi, all'epoca tenutesi a distanza di pochi mesi. Dopo di loro, le atlete donne portabandiera dell'Italia alle Olimpiadi sono state in tutto dieci, suddivise in sei agli invernali -Clotilde Fasolis, Deborah Compagnoni, Gerda Weissensteiner, Isolde Kostner, Carolina Kostner e Arianna Fontana- e quattro ai giochi estivi -Sara Simeoni, Giovanna Trillini, Valentina Vezzali e Federica Pellegrini-. A Tokyo 2021 si cambia ancora: per la prima volta nella storia i portabandiera italiani saranno due, Jessica Rossi ed Elia Viviani. Una innovazione portafortuna per gli azzurri olimpici?