Alla fine è toccato anche a lei. Le parole che non ha mai detto che e non avremmo mai voluto sentire. Il ritiro di Federica Pellegrini, l'addio al nuoto agonistico dopo aver attraversato la storia dello stile libero del terzo millennio. Bracciata dopo bracciata, sprint dopo sprint, leggendaria recordwoman (ne detiene tuttora sei italiani, e il record del mondo sui 200 sl), Federica Pellegrini oggi ha pronunciato la ferale dando comunque una speranza: non avverrà prima di Tokyo 2020+1, dove gareggerà anche nelle staffette e si è qualificata con grandi risultati. No. L'addio al nuoto sarà in Italia, a Napoli, ai campionati ISL dal 26 agosto al 30 settembre. Subito dopo i Giochi. Un ultimo atto doverosamente tricolore da parte della migliore nuotatrice italiana di sempre. Un annuncio che nuotava nell'aria, sospeso, forse atteso dai detrattori che nel corso degli anni non le hanno mai risparmiato puntualizzazioni. Ma stranamente non in stile Pellegrini, La Divina che si è beccata ogni tipo di assalto frontale per il suo modo diretto di esprimersi. Quando non la mandò a dire alle compagne di staffetta ai campionati di Roma 2009, reduce dal record del mondo sui 200 stile: il quarto posto chiarì come pure le migliori non possano fare i miracoli quando la squadra non va, e Federica Pellegrini non esitò a farlo presente alle nuotatrici sue colleghe. Non era la giovane età, era il senso della competizione, la voglia di vincere tutto in quell'anno in cui sbriciolò cinque consecutivi tra vasca corta e lunga. E la lingua svelta, la capacità di replicare a chi le faceva domande poco consone al suo ruolo di atleta (il gossip, l'intrigo internazionale che coinvolse due nazionali di nuoto e accese le rivalità con la Francia acquatica di Laure Manadou e colleghe), le hanno consegnato la medaglia di antipatica ma talentuosa. Ignorando poi di fatto la capacità di imparare dai suoi errori, di ammettere di aver sbagliato: "So di aver dato tutto quello che avevo", dopo i 400 metri a Londra 2012, fu una confessione aperta. Un talento di umiltà che si coltiva con gli anni, ma che tra gli sportivi è più che mai raro.

A 33 anni Federica Pellegrini oggi si è espressa in modo più nebuloso, scivolando sinuosa nel significato delle sue stesse parole: "Il termine ultime non lo sopporto, perché è da due anni che deve essere l'ultima" ha raccontato nella conferenza stampa di ISL, aggiungendo di aver pensato di chiudere direttamente dopo le sue Olimpiadi, le quinte e sicuramente ultime. Sono passati 17 anni da quell'esordio vincente e dominante ad Atene 2004, quando vinse l'argento (per soli 19'') e divenne la più giovane atleta italiana a salire su un podio olimpico, e appena 5 dalla delusione delle Olimpiadi di Rio 2016, apertesi con la gloria da portabandiera e amareggiate da risultati non alla sua altezza. La Divina che può nascondersi dietro i nickname social, kikkafede o mafaldina88, ma che per tutti resta un'invocazione al cielo, il grido di gioia isterica che riempie la notte dalla sua prima medaglia nazionale, e da quell'oro olimpico a Pechino 2008. Se davvero smetterà senza arrivare al 2022, ce lo confermerà dopo l'estate a cinque cerchi. Con un'ultima gara, la firma eterna.