Adora la cioccolata, ha sempre le unghie smaltate "per un tocco di femminilità" e il suo motto è "niente è impossibile". Judoka italiana classe 1983 Giulia Quintavalle non è stata solo campionessa italiana nel 2004, 2005 e 2006, ma alle Olimpiadi di Pechino del 2008 ha vinto, nella categoria 57 kg, la medaglia d'oro, la prima conquistata dall'Italia nel judo femminile. L'abbiamo incontrata grazie a CONI e Chicco (Gruppo Artsana) che hanno condotto uno studio sugli effetti che l’attività sportiva in gravidanza e la sua ripresa dopo il parto hanno sulle atlete professioniste e ci ha parlato delle sue vittorie, in primis l'oro alle Olimpiadi di Pechino, delle sue sconfitte, della sua famiglia, dell'importanza della formazione dei tecnici e com'è la giornata tipo di un'atleta mamma.

Salire sul tatami per te è...
...bellissimo: appoggiare i piedi nudi, sentire il silenzio, la pace. Bellissimo è anche ripercorrere tutti miei anni passati lì sopra dove sono cresciuta, tanti combattimenti, tante sconfitte, vittorie, risate, amicizie indissolubili. È proprio lì dove ho trovato l’amore della mia vita.

Ci racconti una tua giornata tipo di ora e di quando gareggiavi?
Quando gareggiavo ero molto metodica: mi alzavo alle 8.30, poi colazione al bar della caserma in compagnia, alle 9 fisioterapia, 10-12 allenamento di judo, 12.30 pranzo, 14-16 riposino pomeridiano, 16 fisioterapia, 17-19 preparazione fisica, 19.30 cena, fine giornata due chiacchiere o un film con gli amici. Adesso sveglia alle 7, preparo la colazione e merenda a mio figlio Leonardo, alle 7.20 lo sveglio e faccio colazione con lui, poi ci prepariamo. Alle 8.10 sveglio la mia bambina Zoe, la preparo e la accompagno a scuola, poi vado a lavoro. Per pranzo un’insalatina veloce, alle 15.30 di corsa a prendere Zoe all’asilo, subito dopo alle 16.30 a prendere Leonardo che esce da scuola e via in palestra a fare judo. Alle 20.30 si rientra a casa preparo, la cena e tutti a letto!

Sei stata eletta nel Consiglio Nazionale del Coni come rappresentante dei tecnici. Di cosa ti occupi?
In questo nuovo ruolo cercherò insieme ai miei colleghi di realizzare nuovi progetti: uno tra questi, il più importante, è sulla formazione dei tecnici. Bisogna sempre crescere e migliorarsi, c’è bisogno di conoscenza e competenza.

giulia quintavallepinterest
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Ci racconti l’esaltante cammino verso l’oro di Pechino?
Per Pechino sono riuscita a qualificarmi un anno prima: questo mi ha permesso di prepararmi con serenità a questo importante appuntamento. L’Olimpiade è un sogno e parteciparvi è già un grande successo. Quel giorno a Pechino ho lottato con tutta me stessa: mi sono svegliata determinata a vincere l’oro a tutti i costi e l’ho dimostrato vincendo incontro dopo incontro con determinazione e grinta!

Come ti senti a essere la prima donna italiana, nella storia dei giochi olimpici, ad avere vinto la medaglia d'oro nel judo?
Ho segnato la storia per sempre: sarò un simbolo, un esempio da emulare, ho raggiunto due grandi obiettivi perché oltre a vincere l’oro sono stata la prima donna in Italia ad arrivare così in alto a un’olimpiade!

Chi è stato il tuo modello nello sport e nella vita?
Nello sport ho due miti: “il signore degli anelli” Yuri Chechi, campione olimpico, e Fabrizio Mori, campione del mondo nei 400 ostacoli. Nella vita i modelli da seguire sono i miei genitori!

I diktat di un atleta.
Un atleta deve sempre studiare per crescere, non deve fermarsi, non deve porsi dei limiti sia nello sport sia al di fuori, nella vita. La carriera sportiva prima o poi finisce e dobbiamo essere sempre pronti per affrontare il futuro.

Pensi che il ciclo mestruale influisca sulle prestazioni sportive?
Sì, durante il ciclo non sempre la donna si sente al meglio, sia fisicamente sia psicologicamente; è sempre molto soggettivo. Nel mio caso mi è capitato di dovere perdere peso in quei giorni per raggiungere la mia categoria (57 kg) e non riuscivo perché avevo tanta ritenzione idrica.

Come ti sei allenata durante la gravidanza?
Non sapendo di essere al primo mese della gravidanza ho fatto di tutto, anche le Olimpiadi di Londra 2012, dove mi sono classificata quinta. Dopo avere saputo di essere incinta, non ho rinunciato all’attività fisica: ho continuato con la supervisione di specialisti. Lo sport in gravidanza è infatti possibile e raccomandabile, sempre chiedendo consiglio al proprio medico.

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Quando e come hai ripreso ad allenarti dopo il parto?
Ho ripreso gli allenamenti dopo nove mesi dal parto: il mio fisico era ovviamente cambiato. Tuttavia in soli sei mesi ho ritrovato un’ottima forma fisica, sia a livello aerobico sia muscolare! Mi sono impegnata molto perché volevo tornare a gareggiare, ma anche perchè, a prescindere dall’attività agonistica, l’attività sportiva è sempre un toccasana per il proprio benessere generale.

Che consigli daresti alle bambine che si avvicinano altuo sport?
Il judo è uno sport bellissimo! Questa arte marziale ti permette di crescere e migliorarti non solo fisicamente, ma anche come persona. È fatto di sacrifici che un giorno, prima o poi, verranno ripagati!

Se non fossi diventata una judoka ora saresti una...
Non saprei, ho iniziato a praticare judo a 4 anni e ancora non ho smesso. Mio marito ha fatto il mio stesso percorso e ci siamo conosciuti in Bazionale, i nostri due figli praticano il judo insieme a noi! È il nostro stile di vita!

I tuoi essential di allenamento e la tua coccola post.
Top e leggings, da utilizzare sempre sia per la preparazione fisica sia sotto il mio kimono (judogi), le Zori Havaianas (in giapponese ciabatte), la bilancia per monitorare il peso e l’elastico, elemento fondamentale per la preparazione fisica. Dopo l'allenamento la crema idratante per il corpo a base di olio di jojoba, burro di karité o mandorle.