Schierare una donna come difensore può cambiare le sorti di un processo per stupro? Negli Usa ingaggiare almeno un'avvocata nel team della difesa, nei processi per crimini sessuali, sembra fare presa sulla giuria popolare anche se appare come una strategia manipolatoria, ed è diventata una regola soprattutto se gli imputati sono celebrità. Il #MeToo può non aver ancora raggiunto risultati drastici, ma ha incoraggiato sempre più vittime a denunciare i proprio molestatori e stupratori anche se i fatti sono avvenuti molti anni addietro. Spetta poi ai tribunali stabilire se le accuse siano o vere oppure no, ma il passo avanti è stato fatto e, negli Stati Uniti, sono sempre più i personaggi famosi che si sono visti recapitare ordini di comparizione per fatti avvenuti decenni prima. Negli States R. Kelly, il cantante il cui brano più famoso è I believe I Can Fly, è da anni un personaggio discusso, ma ora è incriminato con diversi capi d'imputazione tra cui quello di abusi sessuali. La vicenda risalirebbe agli anni '90, quando era all'inizio della sua carriera e, secondo chi lo ha trascinato in tribunale, era un predatore di adolescenti. Negli anni R. Kelly ha respinto categoricamente ogni accusa ma ora è sotto processo in un tribunale di Brooklyn. Il suo profilo come abusante avrebbe un fondamento perché lui stesso ha dichiarato di essere stato vittima di abusi sessuali a otto anni da un membro femminile della famiglia, una caratteristica presente nella maggior parte delle biografie degli abusanti. Inoltre, nel 1994 aveva sposato la cantante Aalyah (scomparsa per un incidente aereo nel 2001) quando la ragazza aveva solo 15 anni, procurandole dei documenti falsi. Alla prima udienza del processo Kathleen Wash, giornalista di The Cut, ha notato subito e senza stupirsene che tra i quattro avvocati difensori che rappresentavano R. Kelly c'è anche una donna. "Harvey Weinstein ha ingaggiato Donna Rotunno, Andrew Cuomo ha Rita Glavin, Bill Cosby ha avuto Jennifer Bonjean", ha rammentato la giornalista. La donna nello staff legale di R. Kelly si chiama Nicole Blank Becker (nella foto) ed è specializzata nella difesa di chi è stato accusato di aggressioni sessuali. Kathleen Wash la presenta come "la donna che ha fatto di sé un brand difendendo gli uomini cattivi" e premette subito che se la storia umana è piena di donne che hanno fatto da spalla a uomini molto discutibili, lei rimane "morbosamente affascinata da coloro che su questo hanno costruito la loro carriera".

La prima e più nota delle maestre in questa specialità forense è Donna Rotunno, l'avvocata che ha difeso Harvey Weinstein. In un'intervista Rotunno ha spiegato di essere avvantaggiata rispetto a un uomo quando controinterroga la vittima perché se a chiedere "come mai non se n'è andata via?" è un uomo, suona come un attacco misogino. Ma se a chiederlo è un'avvocata, appare come una domanda legittima da donna a donna, per la quale la giuria non batte ciglio. Donna Rotunno ha dichiarato una volta che se lei non ha mai subito un'aggressione sessuale è perché non si è mai "cacciata in situazioni pericolose", attirandosi ovviamente molte critiche. Jennifer Bonjean, che ha difeso Bill Cosby, ha adottato una tattica diversa: alterna la difesa degli aggressori a quella delle vittime, e questo a sua detta la rende molto più credibile quando gestisce i clienti del primo tipo. Rita Glavin, che difende Andrew Cuomo, ha rilasciato dichiarazioni di solidarietà per tutte le vittime di abusi sessuali ma ha poi insinuato che la principale testimone, Charlotte Bennet ex assistente di Cuomo, non è attendibile perché ha lei stessa un passato di abusi in famiglia. E poi c'è Nicole Blank Becker, in tribunale in questi giorni per la difesa di R. Kelly. L'avvocata ha già fornito un assaggio del suo stile riferendosi alle vittime, per tutta la sua arringa d'apertura, come "le ragazze", un modo neanche troppo occulto di infantilizzarle per sottrargli credibilità. Una delle cartucce di Nicole Blank Becker, inoltre, è la capacità di convincere indirettamente la giuria che affrontare un'accusa di abusi sessuali non significa per forza che tu sia una persona terribile. Che tipo di donna difenderebbe un uomo che si è macchiato di abusi sessuali? "Quella che non ha scrupoli a usare il suo genere come un'arma", le biasima Kathleen Wash, "attingere alla propria femminilità è un modo conveniente per offuscare in modo credibile i confini tra vittima e carnefice, nei casi di aggressione sessuale, aumentando uno squilibrio del sistema giudiziario di cui già beneficia l'aggressore". Queste avvocate inoltre sfruttano la loro stessa posizione preminente durante un processo per dimostrare che il sessismo non esiste e, alla fine dei conti, anche se dovessero perdere - ma spesso non accade - a ogni sentenza rinforzano la loro reputazione di legali che vanno controcorrente, disposte a difendere anche gli indifendibili. Poiché in genere questi imputati sono anche personaggi famosi, quel che resta a queste avvocate è un processo di alto profilo nel curriculum. Che non è poco.