L’Afghanistan, la Polonia e il Texas hanno qualcosa in comune, da settembre del 2021: le donne che ci vivono sono costrette a sperare nell'appoggio di associazioni e strutture che le aiutino a difendere, su vari piani di gravità, i loro diritti. Le donne afghane li stanno perdendo tutti, nuovamente, la comunità internazionale sta facendo quello che può per evitarlo ma la storia è ancora da scrivere. Quelle polacche sono costrette ad attendere che un drone inviato da medici attivisti in Germania consegni loro le pillole per abortire perché, pur facendo parte dell’UE, il loro Paese ha approvato lo scorso gennaio l’abrogazione della legge del 1993 che consentiva l’interruzione della gravidanza in caso di feto malformato, che in Polonia era la motivazione per il 98% delle richieste ma che per la Corte Costituzionale locale era un “atto di eugenetica”. Se tutto questo accada invece in Texas, che fa parte di quegli Stati Uniti d’America proposti da sempre come campioni di libertà, si rimane ancora più perplessi. La legge approvata il 1 settembre 2021 che impedisce alle donne texane di abortire oltre la sesta settimana, una scadenza entro la quale la maggior parte non si accorge nemmeno di essere in attesa, ha dovuto attivare nel giro di pochi giorni una rete di associazioni interne ed esterne che aiutano le donne ad abortire fuori dai confini dello Stato, in prevalenza in Louisiana. L’elemento più grave di questa nuova normativa, infatti, è che l’interruzione in Texas non è consentita nemmeno in caso di incesto e di stupro, cosa che la rende la più restrittiva in assoluto da quando, nel 1973, la Corte Suprema degli Stati Uniti diede ragione a una texana che voleva interrompere la gravidanza che metteva in pericolo la sua vita. Alle proteste che si stanno sollevando da parte delle associazioni, il governatore del Texas Greg Abbott ha risposto in un modo spiazzante. Abbott ha infatti dichiarato che non c’è bisogno di consentire eccezioni in caso di abusi perché si sta adoperando affinché nello stato che governa non si commettano più stupri. “Lo stupro è un crimine e il Texas lavorerà instancabilmente per assicurarci di eliminare tutti gli stupratori agendo in modo aggressivo e arrestandoli e perseguendoli e portandoli via dalle strade", ha detto. "Quindi, l'obiettivo n. 1 nello stato del Texas è eliminare lo stupro in modo che nessuna donna, nessuna persona, sia vittima più di stupro". Concettualmente sarebbe anche corretto e auspicabile. Ma nella pratica gli si contesta che si tratta, da millenni, di un obiettivo utopico che non può garantire, e che lo stupro non è esclusivamente un "crimine di strada", perché nella gran parte dei casi è commesso in famiglia o fra conoscenti. “Fermati un attimo e respira: ti aiuteremo noi, ma ho bisogno che tu prenda fiato e che ti calmi per un momento”. Nel frattempo, questa è la frase che Kathaleen Pittman, direttrice della Hope Medical Clinic for Women a Shreveport in Louisiana, sta ripetendo alle donne texane in lacrime che in questi giorni tempestano di chiamate la sua struttura all'altro capo del telefono. Pittman ha raccontato a Intelligencer che la sua è l'unica clinica abortiva funzionante nello stato della Louisiana perché le altre sono chiuse per le interruzioni di corrente causate dall'uragano Ida. La lista di prenotazione di sta talmente allungando che "vedremo donne costrette a interrompere la gravidanza più tardi del previsto perché semplicemente non riescono a prenotare con abbastanza velocità", ha detto. Ha fatto poi notare che molte donne nello stato confinante saranno comunque costrette a portare avanti la gravidanza indesiderata: "sono quelle che non hanno i soldi per venire qui", ha concluso amareggiata. “sono sempre le donne senza mezzi a soffrire di più”. Ma quello che sta preoccupando maggiormente le associazioni in difesa dei diritti delle donne, in questo momento, è il mancato intervento della Corte Suprema degli Usa, in cui la successione della celebre attivista per i diritti egualitari Ruth Bader Ginsburg nel 2020 con la trumpiana Amy Coney Barrett ha determinato una maggioranza di antiabortisti nell'estremo organo giuridico americano. E questo potrebbe incoraggiare molti altri Stati, come l'Alabama, a imitare il Texas.