Il 12 settembre la sindaca di Parigi Anne Hidalgo ha annunciato la sua candidatura per le elezioni presidenziali del 2022, diventado la seconda donna candidata in questa tornata oltre a Marine Le Pen, che ci ha già provato altre cinque volte. «Oggi sono pronta: ho deciso di candidarmi per offrire un futuro ai nostri figli, a tutti i nostri figli», ha declamato Anne Hidalgo nel suo annuncio da Rouen. Le presidenziali, o le scelte dei capi di governo, nei paesi dell’Unione Europea possono essere il termometro che misura molti sentimenti politici e sociali del vecchio continente, ma da qualche anno testano anche la disponibilità di un paese a farsi governare da una donna, una cambiale scaduta da tempo e la cui mancata riscossione fa sospettare che in molti paesi i proclami sulla parità di genere restino ancora solo dei proclami. Mentre la Germania saluta Angela Merkel dopo 16 anni in carica come cancelliera, e l’Irlanda può già vantare due donne alla presidenza durate tre mandati, ci sono paesi come l’Italia in cui non c’è ancora mai stata una donna a capo del Consiglio dei ministri o al Quirinale. Ma anche la Francia non può vantarsi di aver fatto di meglio: sin dalla Prima Repubblica del 1792 i presidenti francesi sono sempre stati solo uomini e a parte le loro consorti, è divertente pensare che l’ultima inquilina legittima dell’Eliseo sia stata Madame de Pompadour, che aveva ricevuto in dono la lussuosa residenza da re Luigi XV. Se di Marine Le Pen ormai si sa molto, è la volta di ripercorrere la biografia di Anne Hidalgo per lanciarsi nei pronostici e calcolare le sue probabilità di aggiudicarsi questo primato ad aprile del 2022. Tanto per cominciare, Anne Hidalgo si chiamava in realtà Ana, perché è nata il 19 giugno 1959 vicino a Cadice, in Andalusia, ed è emigrata con la famiglia in Francia nel 1961 per fuggire dal regime dittatoriale di Francisco Franco. Questo per i francesi non è certo un problema: oltre ad aver già eletto un presidente di origine greco-ungherese, Nicolas Sarkozy, considerano uno dei loro attori simbolo nazionali Jean Reno, che è nato in Marocco e si chiama in realtà Juan Moreno y Herrera–Jiménez. Al loro arrivo in Francia gli Hidalgo, che non parlavano una parola di francese, si sono stabiliti a Vaise, un quartiere di Lione. Nel 1973 hanno ottenuto la cittadinanza e il nome di Ana è stato cambiato in Anne sui documenti, mentre la sorella maggiore è diventata Marie.

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Anne Hidalgo annuncia la candidatura

La madre di Anne, Maria, era sarta mentre il padre, Antonio, era un elettricista e sindacalista. Facile pensare che la piccola Anne si sia abituata a sentir parlare di politica dal papà, perché anche dalla Spagna esempi di donne ai vertici in politica non ce n'erano un granché. Ma come parecchie bambine degli anni 60 sognava di diventare ballerina. Crescendo cambiò aspirazioni, voleva diventare una giornalista, ma una volta arrivata all'università scelse di studiare Legge. Si è laureata, ha conseguito un master in Scienze sociali del lavoro e un Diplôme d'Études Approfondies in Diritto sociale e sindacale nel 1982. Intanto, nel 1980, si è sposata. Di queste prime nozze a 21 anni si sa solo che prima di divorziare ha avuto due figli, Mathieu, nel 1986, ed Elsa, nel 1988. Il primo oggi, è avvocato, la seconda un'ingegnere e sono genitori, rispettivamente, di una bambina e un bambino. Intanto, nel suo percorso Anne Hidalgo si faceva notare per la mole di impegno che mette in tutto quello che fa. Nel 1984 il suo primo impiego è come ispettrice del lavoro a Chevilly-Larue dove si aggiudica il primo record: con i suoi 23 anni è la più giovane ad aver svolto questa funzione. Sette anni dopo è direttrice dell'Istituto Nazionale del Lavoro, ma la svolta è nel 1996 quando comincia a muovere i primi passi in politica nello staff di consiglieri del Ministero del Lavoro, sotto la ministra Martine Aubry del Parti Socialiste. È in quel bureau che incontra Jean-Marc Germain, uomo brillante, colto e poliedrico, e anche bravo pianista. Anne era ormai divorziata dal primo marito e con Jean-Marc Germain si sposerà nel 2004 in una cerimonia celebrata dal sindaco di Parigi di allora, Bertrand Delanoë, con la ministra Martine Aubry come testimone. Hanno un figlio, Arthur, nato nel 2002, che a 19 anni ha battuto un record per beneficenza: è il più giovane francese ad aver percorso a nuoto i 24 chilometri del Canale della Manica (tra l'altro con l'acqua a 16 gradi). La carriera politica di Anne Hidalgo è andata avanti con la candidatura alle comunali del 2001 nel 15° arrondissement di Parigi dove vive. Il quartiere è un baluardo della destra parigina e Anne è stata battuta al secondo turno. Ma il sindaco Bertrand Delanoë l'ha nominata subito suo vice. Anne Hidalgo ci ha riprovato ancora nel 2008, sempre nel 15° arrondissement, e anche se è andata meglio non ce l'ha fatta nemmeno stavolta. Nel 2014 ha tagliato la testa al toro ed ha corso direttamente per la carica di sindaca di Parigi, come succeditrice di Bertrand Delanoë, e dopo un ballottaggio contro un'altra donna, Nathalie Kosciusko-Morizet, il 30 marzo 2014 è diventando la prima sindaca della storia di Parigi. Trascinandosi dietro vari soprannomi fra cui eau plate, "acqua cheta" per il suo modo di raggiungere gli obiettivi senza clamore, e la reine des bobos, che si potrebbe tradurre con il significato che attribuiamo all'espressione "radical chic", si è candidata per il secondo mandato a sindaca di Parigi e il 28 giugno 2020 è stata eletta per la seconda volta. «Voglio cominciare col mettere fine al disprezzo, all’arroganza, alla condiscendenza di coloro che non sanno abbastanza dell nostre vite», ha detto da Rouen annunciando il suo nuovo obbiettivo, il più alto. Costruire una Francia più giusta sarà lo slogan della campagna, e il programma è riassunto nella sua stessa biografia "voglio che ogni bambino francese possa avere le mie stesse opportunità", ha detto asserendo che il sistema della solidarietà nella repubblica francese è in crisi. Hidalgo vuole inoltre trasformare la Francia in un'economia a basse emissioni di carbonio e accusa Macron, che sarà uno dei suoi rivali nella corsa, visto che ha annunciato di volersi ricandidare, di non aver rispettato gli impegni sul clima. Sarà un bel duello.