È stata una mezza giornata surreale quella che passerà (forse) alla storia con gli hashtag #InstagramDown, #FacebookDown e #WhatsAppDown, una prova che le esperienze umane diventeranno sempre più globalizzate, da come ci eravamo già accorti con i lockdown del 2020. I tre social network principali, tutti di proprietà del gruppo Facebook, sono andati in tilt intorno alle 18.00 dell'orario italiano e sono rimasti inattivi per circa sei ore, come non era mai successo prima d'oggi. Un problema che pare sia stato risolto con la formula che ci lascia spiazzati quando chiamiamo i servizi di assistenza: "ha provato a spegnere e riavviare?", cosa che sembra sia stato necessario fare a mano nei server principali in California. Appena Facebook è tornato attivo, Mark Zuckerberg si è scusato con un post: “Facebook, Instagram, WhatsApp e Messenger stanno tornando online ora. Ci scusiamo per l'interruzione di oggi, so quanto ti affidi ai nostri servizi per rimanere in contatto con le persone a cui tieni", dice il messaggio. Ma gli utenti che nel frattempo si erano riversati su due di quelli ancora attivi, Twitter e Telegram, si sono posti quasi tutti una domanda: quanto è costato tutto questo, all'ex ragazzino prodigio di Menlo Park? La risposta è arrivata il giorno dopo da Bloomberg. Secondo i giornalisti del famoso gruppo editoriale di finanza, in quelle ore Zuckerberg ha subito un danno quantificabile in una cifra spaventosa: circa 6 miliardi di dollari, praticamente, il pil di parecchi Stati nel mondo. Ora il patrimonio personale dell'inventore di Facebook è stimato sui 121,6 miliardi, una somma che lo ha fatto scendere di una posizione nella classifica dei più ricchi del mondo, passando quindi dal quarto al quinto posto. Sopra di lui ora ci sono, in ordine di grandezza, Jeff Bezos (201,7 miliardi), Elon Musk (195,3), Bernard Arnault (187) e Bill Gates (132). La situazione di Zuckerberg, in questi giorni, era già abbastanza delicata a causa delle rivelazioni della whistleblower Frances Haugen, che con le sue accuse contro l'azienda rea, a sua detta, di speculare anche sull'hate speech ha fatto calare di 5 punti in borsa le azioni del gruppo. Ma ora che tutto è tornato a pieno regime, si contano i "feriti" anche fuori dell'azienda. Il danno prodotto dal blackout, che per Zuckerberg ha riguardato soprattutto le inserzioni mancate, coinvolge anche tutti gli utenti che contavano di realizzare qualcosa di specifico in quelle ore, come il lancio di un prodotto o di un evento attraverso i social, e che hanno visto rimandare o vanificare i loro progetti. Un indotto mancato difficile da quantificare. Ma anche una prova di quanto, forse, l'economia mondiale sia stia legando troppo strettamente e sistematicamente ai social che, in fondo, restano delle aziende private che i proprietari potrebbe decide di chiudere da un giorno all'altro, senza dover rendere conto di niente a nessuno.

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