“Devo ringraziare i britannici, la Brexit sta portando molti benefici al mio paese”. Queste parole, per nulla ironiche, le ha pronunciate qualche giorno fa Kaja Kallas, la donna che dal gennaio del 2021 governa l’Estonia e che ora è lieta dell’esodo di aziende che abbandonano la Gran Bretagna per spostare le loro sedi nel suo Paese, attirate dal sistema fiscale agile e dagli ammodernamenti costanti che sta vivendo sul piano della tecnologica e delle infrastrutture digitali. Al momento della sua nomina si parlò molto di Kaja Kallas per un primato che sta accomunando molte donne politiche, negli ultimi anni perché è la prima donna Primo Ministro dell’Estonia. Da allora non è rimasta nelle retrovie e quando ha potuto, ha fatto sentire la sua voce forte e chiara come quella dei leader di nazioni molto più vistose. Fra i temi in cui è intervenuta, la lungimirante convinzione che una stabilità dei paesi dei Balcani occidentali è ancora (visto che il casus belli della Prima Guerra Mondiale è partito da lì) importantissima per l’Europa ed è fra coloro per i quali vanno portati avanti i negoziati di adesione all’Ue della Macedonia settentrionale e dell'Albania. Ma soprattutto, perché un paese come il suo, che sta investendo molto sul digitale, ha deciso di aderire alla Global Minimum Tax, l'accordo globale sulla tassazione delle multinazionali, con un accordo su un'aliquota minima del 15%. Una serie di mosse molto ponderate, quelle di Kallas, che stanno portando il suo paese a un benessere che in pochi avevano previsto. Riformista, europeista e femminista, Kallas è la leader del Partito riformatore dal 2018 ed è stata europarlamentare dal 2014 al 2018 del partito politico europeo Alde (Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l'Europa). Prima della sua elezione al parlamento, era un avvocata specializzata in diritto della concorrenza europea ed estone. È nata il 18 giugno 1977 a Tallinn, la capitale. Anche suo padre Siim Kallas è stato Primo Ministro dell'Estonia, cosa che la include in un immaginario club di figli d'arte politica, di cui fanno parte, ad esempio, George W Bush e Justin Trudeau, entrambi figli di presidenti. Sua madre Kristi, invece, sopportò a sei mesi la deportazione che il regime di Stalin impose alle popolazioni del baltico fra il 1940 e il 1950. Lei, sua madre e sua nonna furono spedite nei gulag in Siberia su un carro bestiame e sopravvisse lì fino all'età di dieci anni. Anche il suo bisnonno ha un passato politico, si chiamava Eduard Alver ed è stato uno dei fondatori della Repubblica di Estonia nel 1918. Kallas si è laureata in Giurisprudenza a Tartu, che è la città seconda in importanza nell'Estonia, nel 1999. Poi ha viaggiato, costruendosi una solida formazione europea in Francia e in Finlandia durante la formazione in diritto europeo. Al su ritorno nel 2007 ha conseguito un Executive Master of Business Administration alla Estonian Business School. Il suo impegno nella politica attiva è iniziato nel 2010, quando ha aderito al Partito Riformatore Estone. Da lì, è stata eletta al Parlamento dell'Estonia nel 2011 e ha presieduto la commissione per gli affari economici dal 2011 al 2014. Dopo la parentesi nell'Europarlamento, iniziata nel 2014, nel 2018 è stata eletta segretaria del suo partito, la prima donna leader di un importante partito politico in Estonia. Infine, nel gennaio di quest'anno, l'allora primo ministro Jüri Ratas, rimasto coinvolto in uno scandalo di traffico d'influenza, ha dato le dimissioni. A quel punto il compito di formare un nuovo governo è stato dato a Kaja Kallas, permettendole di battere un altro primato nel suo Paese. Il resto è storia, tutta da scrivere.