Notizie che non hanno senso nel 2021, ma che ti trascinano in epoche buie e lontane in cui la vita valeva poco e quella delle donne meno di zero. Eppure, i talebani hanno rivendicato la morte di una giovane donna rea solo di praticare sport. Se la notizia verrà definitivamente confermata – e non è facile riuscirci – la vittima si chiamerebbe Mahjabin Hakimi, come ha riferito l’allenatrice della sua squadra di volley. Un gruppo di militanti talebani avrebbero decapitato la giocatrice di volley e avrebbero poi postato la sua foto sui propri profili social per vantarsene, dove è stata riconosciuta dagli. La sportiva è stata probabilmente uccisa all'inizio di ottobre e la vicenda è rimasta nascosta. Non è la prima pallavolista a essere stata assassinata da quando in Afghanistan è tornato il regime dei talebani, una sua collega di nome Zahra Fayazi sarebbe stata giustiziata dopo essersi lamentata pubblicamente del regime. Di Mahjabin Hakimi, che non ha fatto in tempo a diventare famosa e le cui immagini che girano sono quasi tutte ingrandimenti e dettagli di foto scattate durante le partite, era una giocatrice juniores che ha giocato per il club di pallavolo della municipalità di Kabul prima del crollo del governo dell’ex presidente Ashraf Ghani, e a detta dell’allenatrice che è stata intervistata con un nome falso, era una delle giocatori di punta del club. Secondo Afzali, il nome falso con cui ha parlato la sportiva, dopo il crollo del governo precedente le atlete in tutto l'Afghanistan hanno dovuto affrontare minacce, i talebani le hanno perseguite e hanno perquisito le loro case in varie città perché, secondo loro, le donne non dovrebbero praticare sport perché può esporre parti nude del loro corpo. La ragazza era sparita da qualche settimana e non se ne sapeva più nulla. Poi in questi giorni, sono apparse sui social media le foto raccapriccianti di quella che sembra la sua testa mozzata. La famiglia di Mahjabin Hakimi ha smentito che la sportiva sia stata uccisa dai talebani, i genitori hanno dichiarato che fosse già deceduta per altre cause prima che i talebani riprendessero il controllo del paese. Ma secondo l’allenatrice lo hanno detto solo per proteggersi perché sono minacciati essi stessi. "Era solo una giocatrice e non ha fatto nulla per meritarsi questo, siamo tutti scioccati da quello che è successo. Non possiamo crederci", ha dichiarato alla BBC anche una sua compagna di squadra che ha preferito usare lo pseudonimo Sophia. Quest'altra giocatrice ora si trova in uno dei paesi confinanti con l'Afghanistan dove è subito fuggita, dopo essere stata ferita anche lei con un coltello da due uomini a Kabul durante i tafferugli dei primi giorni di insediamento dei talebani. Secondo il presidente del Comitato olimpico internazionale, Thomas Bach, tutti le atlete afghane che hanno partecipato ai Giochi di Tokyo sono riuscite a lasciare il Paese appena è stato annunciato il ritorno al potere dei talebani. Delle compagne di squadra di Mahjabin Hakimi, invece, solo due sono state in grado di lasciare l'Afghanistan con mezzi propri, senza attendete aiuti internazionali. Il resto dei membri della squadra all'interno dell'Afghanistan è in pericolo e nel panico: "Le atlete sono in una brutta situazione, disperate e spaventate", ha detto l'allenatrice. "Tutte sono state costrette a nascondersi". Intanto anche le squadra nazionale di pallavolo femminile afghana sta cercando di ottenere il sostegno di organizzazioni e governi stranieri per lasciare il paese, la morte di Mahjabin ha alimentato i timori di essere prese di mira dai talebani intenzionati ad azzerare lo sport femminile. Con la presa del controllo dell'Afghanistan da parte dei talebani, tutte le attività sportive, politiche e sociali femminili sono state interrotte. La squadra nazionale di pallavolo femminile afghana è stata fondata nel 1978, aveva sospeso la sua attività dal 1992 al 2002 a causa della guerra civile e poi del dominio dei talebani. È divisa in due fasce di età, senior e junior, e contava quattordici giocatrici l'una. Entrambe le formazioni avevano partecipato a una serie di competizioni internazionali, portando a casa dei premi. I governi post talebani, pur fra mille difficoltà, hanno sempre incoraggiato la squadra a partecipare alle competizioni internazionali, tanto che veniva citata come un segno degli sforzi per rafforzare la posizione delle donne nella società tradizionale afgana. Mahjabin Hakimi, di cui non si sa ancora l'età esatta, doveva passare prima o poi nella squadra senior. Ma non succederà più.