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Tra queste donne c'è la futura Presidente USA

Le senatrici e deputate al Congresso che hanno annunciato la sfida a Donald Trump alle elezioni 2020.

Di Arianna Galati
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Photo by Luke Michael on Unsplash

Finora sono quattro e non è escluso che aumentino. Sono le donne politiche americane che hanno apertamente dichiarato di volersi candidare alle elezioni USA 2020. Le politiche che stanno alzando la testa e stanno ufficializzando la volontà di guidare un paese difficile, complesso, tra le principali potenze pop del mondo. Tra queste potrebbe esserci davvero la prima donna presidente USA, quella che riuscirà laddove Hillary Clinton non ha lasciato il segno, colei che raccoglierà, probabilmente, il passo progressista dell’ex presidente Barack Obama, primo nero a governare la Casa Bianca per due mandati. Data per certa la ricandidatura di Donald Trump (misura della fiducia o della disfatta del partito repubblicano), dalla parte dei Democratici non ci sono solo i soliti uomini, ma già alcune senatrici e le donne del Congresso a sfidare pubblicamente The Donald.

1

Elizabeth Warren

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L’ultimo giorno del 2018 la senatrice del Massachusetts Elizabeth Warren ha apertamente ufficializzato la costituzione della sua exploratory committee, vale a dire la commissione legale che è il primo passo verso la candidatura alle elezioni 2020. La candidata più nota dei Democratici, economista e professoressa universitaria, ha spesso discusso via social con Donald Trump specialmente dopo il caso dell’ascendenza: la senatrice ha effettuato un test del DNA per dimostrare di avere legami coi Nativi, ma il risultato non proprio positivo è stato un contraccolpo tremendo per il suo partito. Sul Boston Globe hanno sottolineato come l’età (la Warren ha 69 anni) potrebbe essere un ostacolo alla sua vittoria, vista la recente blue wave di politiche come Alexandria Ocasio-Cortéz o come Rashida Tlaib che ha inondato l’America. La indubbia visibilità e posizione della Warren non sono in discussione ma la senatrice non è così forte come la necessità del partito Democratico di imporsi.

2

Tulsi Gabbard

Un simbolo decis(iv)o e più radicale delle altre, forse la vera outsider delle prossime primarie del partito Democratico USA. La congresswoman delle Hawaii Tulsi Gabbard è metà samoana metà americana, ex veterana della Guerra in Iraq, prima hindu eletta alla Camera, e ha anticipato la sua candidatura alla CNN, nel programma di Van Jones. “Ci sono molti motivi che mi hanno spinta verso questa decisione, sfide per gli Americani che mi preoccupano molto e voglio collaborare a risolverle. La principale preoccupazione? Guerra e pace” ha dichiarato la rappresentante hawaiana. L’ufficializzazione è attesa nel corso di queste settimane, ma soltanto con l’annuncio Tulsi Gabbard ha spolverato di polemiche il tema elezioni USA 2020. Molti Democratici non sono convinti del suo anti-interventismo militare e snocciolano una cronologia durissima: il suo incontro con il dittatore Bashar Al-Assad in Siria nel 2017, l’apprezzamento espresso da Steve Bannon (ex curatore della campagna presidenziale di Trump e sotto indagine anche per le infiltrazioni social che hanno martellato le elezioni in Europa per le vittorie dei partiti populisti), il sostegno al premier nazionalista indiano Narendra Modi. Qualche incoerenza di troppo tra le sue dichiarazioni e le sue votazioni al Congresso, ma Tulsi Gabbard ha già iniziato a chiedere scusa per gli errori passati, come pregresse dichiarazioni offensive per la comunità LGBTQ+.

3

Kirsten Gillibrand

Senatrice newyorkese vincitrice alle recenti midterm, Kirsten Gillibrand era praticamente attesa al varco per la presentazione della sua candidatura. E non ha deluso i suoi sostenitori, scegliendo lo show televisivo di Stephen Colbert per l’annuncio ufficiale. “Correrò alle elezioni presidenziali degli Stati Uniti perché da giovane madre voglio lottare per i figli degli altri come lotterei per i miei, motivo per cui credo che la salute sia un diritto e non un privilegio” ha ufficializzato la Gillbrand nel suo annuncio televisivo, ponendo l'accento sulla centralità della sua corsa alle presidenziali 2020: le persone. Su Twitter ha ribadito il concetto: “Credo che questo paese abbia bisogno di un movimento radicato nel coraggio e nella comprensione. Vogliamo un’America definita dalla forza di una persona, non dalla debolezza di un ego”. Democratica moderata, Kirsten Gillibrand appoggia i matrimoni gay, è favorevole all'aborto e alla ricerca sulle staminali. Ma è anche per la libera circolazione delle armi, che negli USA sono state spesso motivo di stragi insensate e morti violente.

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4

Kamala Harris

È l’ultima in ordine di arrivo nelle candidature ma la senatrice democratica Kamala Harris, ex procuratore distrettuale e general attorney della California, ha scelto uno dei giorni più importanti del calendario statunitense per presentarsi ufficialmente: il 21 gennaio, commemorazione di Martin Luther King. “Sono onorata di poter fare questo annuncio nel giorno in cui ricordiamo MLK” ha detto a Good Morning America la Harris, seconda donna nera ad essere eletta al Senato degli Stati Uniti e prima indoamericana a sedere al Senato USA. “Amo il mio paese e questo è il momento in cui sento la responsabilità di lottare per il meglio di tutti noi”. Il caso ha voluto che la sua candidatura, ha rilevato il NYT, sia arrivata a 47 anni da quando la prima donna nera eletta al Congresso, Shirley Chisholm, cercò di aggiudicarsi le primarie dei Democratici per la presidenza. Allora la Chisholm non ci riuscì. Ma il suo esempio e il caso storico potrebbero essere un buon auspicio per la pioneristica Kamala Harris.

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