Quando si parla di caduta dei capelli siamo tutti un po’ paranoici. Gli uomini hanno le loro buone ragioni, le donne qualcuna di meno anche se lo stress, negli ultimi tempi, influisce negativamente anche su di loro. Non si ricorda più nemmeno quando qualcuno abbia cominciato a cercare i rimedi naturali contro la caduta dei capelli (e poi chimici). Nei film western non manca mai l’imbonitore che vende dal carro miracolose pozioni tarocche.

Ma ora pare che si stia giungendo a una soluzione che potrebbe essere decisiva, perché questo nuovo componente sarebbe addirittura tre volte più efficace del leggendario Minoxidil. Si tratta di un flavonoide chiamato isosaponarin e la sorpresa shock è che la più grande quantità in natura si trova nella… wasabi. Sì, quella che mettiamo sul sushi. Infatti, la scoperta viene proprio dalla Kinin, una compagnia giapponese che produce la piccantissima salsa verde.

Secondo il direttore dell’Associazione internazionale dei tricologisti David Salinger, intervistato da Cosmopolitam.com, effettivamente l’isosaponarin potrebbe agire sui fibroblasti responsabili del fattore di crescita del capello, mentre il potente antiossidante 6-MITC aiuterebbe a ridurre l’infiammazione dei follicoli associata alla caduta. Ora, però stiamo calmi: prima di protestare: «ma io mangio sushi quasi ogni giorno e i miei capelli non si sono infoltiti!», e prima di correre a comprarne un tubetto per mandarlo giù per la gola stoicamente (urlando), è bene sapere che l’effetto si otterrebbe solo tramite applicazione locale. Il condizionale è d’obbligo perché nessuna ricerca ha per ora confermato l’efficacia di questo nuovo rimedio, solo qualche testimonianza dal Giappone.

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Nel frattempo, negli altri paesi, qualcuno che ha avuto la soffiata prima che diventasse pubblica sta già provando a usarlo, non si sa mai. Sbagliato anche questo: a parte che molte delle salse wasabi in commercio sono finte quanto le pozioni del far west, perché ottenute col succedaneo rafano, colorato con alga spirulina (che male non fa), l’effetto si ottiene solo grattugiando la radice fresca. Insomma, bisogna avere ancora un po’ di pazienza, anche se la sensazione è che stavolta ci siamo davvero.

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