C'è un gran fermento di ricerca sul tema della colorazione dei capelli con elementi naturali e vegetali perché risponde a una crescente richiesta di mercato. Secondo uno studio di Mintel pubblicato da Cosmetica Italia, una delle tendenze dominanti del mondo della bellezza per i prossimi anni è proprio quella “green” in senso ampio. Siamo sempre più attenti non solo agli ingredienti che troviamo nei prodotti, ma anche al loro impatto sull’ambiente, a come vengono coltivati e utilizzati gli estratti vegetali. E rispetto ad altri territori della cosmesi, come lo skincare, quello della colorazione e delle tinte per capelli è ancora un passo indietro in ambito “verde”.

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Un sogno futuristico: quello di capelli in grado di condurre l’elettricità sulla superficie e di interagire con strumenti hi-tech. Ci ha pensato il professor Jiaxing Huang della Northwestern University, mentre in realtà stava studiando il grafene, un superconduttore, come pigmento per colorare le chiome. È un ingrediente interessante per una delle sue qualità: il colore nero corvino, difficilissimo da replicare in modo naturale. Il ricercatore americano ha provato a dimostrare che sarebbe adatto alle colorazioni, perché duraturo e non tossico. Dall’altra sponda dell’oceano è stata l’Università di Leeds, in Gran Bretagna, a pubblicare invece una ricerca sulle proprietà coloranti della buccia di ribes nero, perfetto per i toni scuri e persino per il viola, altra nuance ricercatissima, soprattutto dalle giovanissime (per dare l’idea, sono più di 4 milioni i post su Instagram contrassegnati da #purplehair). In più, in questo caso si utilizzerebbero gli scarti delle industrie dei succhi di frutta, quindi con un fattore di sostenibilità aggiuntivo.

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Gli estratti di piante sono ormai un ingrediente fondamentale anche nelle colorazioni con pigmenti sintetici: per ammorbidire, illuminare, rendere il colore più naturale e proteggere la cute.

«Non ho dubbi sulle potenzialità di tanti elementi naturali», spiega Orietta Viziale, direttore scientifico di Alès Group, «i problemi riguardano la durata del potere colorante e come fare in modo che il pigmento sia inserito in una formula sicura e stabile, senza banalmente poi sporcare cuscini e asciugamani, soprattutto per noi che creiamo con il marchio Phyto colorazioni da utilizzare a domicilio». In cosa vengono in aiuto le piante? «Sono determinanti per molti aspetti. Da una parte i pigmenti vegetali supportano quelli sintetici per dare nuance più naturali senza l’effetto “lucido da scarpe”. Soprattutto i colori scuri, che sono i più difficili, rischiano di essere fin troppo coprenti e artificiali alla vista. Dall’altra, estratti vegetali come quello di giuggiolo, gli oli, come monoi e jojoba, proteggono la cute con una specie di pellicola invisibile e diminuiscono così l’azione allergizzante dei pigmenti sintetici, che entrano molto meno in contatto con la pelle. Inoltre, gli oli hanno un’efficace azione ammorbidente e illuminante». La nuova colorazione da casa Phyto in lancio a ottobre «sarà una formula senza ammoniaca, con impiego di pigmenti vegetali e oli botanici con funzione lenitiva, ammorbidente e protettiva. Avrà una parte ridotta di pigmento sintetico, che però abbiamo deciso di mantenere per garantire copertura perfetta dei capelli bianchi e durata permanente», conclude Viziale.

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Da sinistra. Fortificante: Equilibra Shampoo Protettivo Colore (4,80 euro). Azione d’urto con Jean Paul Mynè Ocrys Deva Mask, con olio di vetiver e semi di girasole (22 euro). Phyto Phytomillesime Color Locker Pre-shampoo forma come una guaina protettiva (29,60 euro). Aldo Coppola Infusion Elements Shampoo (28 euro).

«Ormai le clienti sono informate e attente a ciò che si applicano in testa esattamente come a quello che si mettono nel piatto», spiega Stefano Lorenzi, direttore creativo Aldo Coppola. «Per loro abbiamo pensato alla colorazione Infusion Elements. Alla base di tutto c’è l’henné, pianta colorante per eccellenza: in pochi sanno che è rosso solo quando la foglia viene essiccata, se invece viene macinata da fresca è incolore e si può mischiare con la versione essiccata e altri estratti botanici per ottenere riflessi ramati, dorati, biondo chiaro, castagna, nocciola». Infusion Elements gioca con cinque miscele 100% vegetali che l’hairstylist mixa per ottenere l’effetto desiderato. Contengono ben 24 estratti di piante, di cui alcuni coloranti (henné, noce mallo, indaco...), altri lenitivi e purificanti (dal luppolo alla lavanda). Con l’acqua calda diventano una crema da applicare e il colore si aggrappa al capello senza penetrare. «È anche nutriente. Per esempio se si usa la miscela Tibet pura o in alta concentrazione può anche essere un trattamento lucidante e rigenerante per quando si torna dal mare con i capelli inariditi».

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Da sinistra. Con olio di argan, Bioclin Bio-color Protect Shampoo (da 9,90 euro). Morbidezza extra grazie a Bottega Verde Noce e Frutti Rossi Crema Shampoo (9,99 euro). Ripara con cheratina: Biomed Hairtherapy Concentré olio ultra trattante quotidiano (26 euro). Verde e certificato: Biopoint Biologico crema nutriente senza risciacquo (8,90 euro).

«La nuova colorazione Botanea ha un numero di ingredienti limitatissimo: foglie polverizzate di henna, indigo e cassia, olio di cocco puro e acqua calda per amalgamare», racconta Salvo Filetti, hair designer e direttore creativo di Compagnia della Bellezza, partner di L’Oréal Professionnel. «Una rivoluzione della colorazione da salone che avviene sulla base di un segreto antichissimo, quello delle erbe tintorie. E in più fa da vero effetto filler, perché il capello è più corposo, brillante e sano. Basta una passata per colorare, mentre la copertura del capello bianco avviene con due pose della mistura creata dall’hairstylist ed emulsionata con acqua, che viene personalizzata a seconda della nuance desiderata miscelando le tre polveri. Non è una colorazione compatta, ma disuniforme, più moderna nell’estetica rispetto alla copertura totale che si preferiva un tempo. Il capello bianco diventa un punto luce da sfruttare per creare movimento nella chioma. Anche chi torna dal mare schiarita può cogliere l’occasione per non appiattire il colore con una colata omogenea ma lavorare con diverse tonalità. Non dando una copertura totale si risolve anche il problema della linea netta della ricrescita. Dal biondo chiaro al marrone scuro, passando per tutti i ramati e i castani, la durata di Botanea è paragonabile a quella delle tinte permanenti», spiega Filetti.

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Le tre polveri di erbe tintorie della nuova colorazione da salone Botanea di L’Oréal Professionnel, 100% vegetale. Le tre polveri vengono miscelate su misura dall’hairstylist e si "attivano" con l’acqua calda.

Più adatte alle gravidanze perché non penetrano nel capello, i limiti ancora insuperati delle colorazioni vegetali sono i toni molto scuri, la decolorazione e tutti i tipi di schiaritura, come shatush e balayage, che vanno ancora eseguiti con metodi tradizionali e sono sempre più richiesti in salone. «Noi le realizziamo con Doc Oleodec, la prima decolorazione in bagno d’olio», spiega Marco Migliorelli, global artistic director per Jean Paul Mynè. «Estremamente delicata, è senza ammoniaca, con un mix di oli che proteggono capello e cute: riso, oliva, argan, babassu». In abbinamento, i saloni Jean Paul Mynè offrono la colorazione Doc Color, vegana e senz’acqua: «Al suo posto c’è il succo di aloe vera, che aggiunge un’azione emolliente e lenitiva», continua Migliorelli, «e l’attivatore Doc Activ contiene enzimi derivati da papaya e ananas». Per quanto meno irritanti, non bisogna dimenticare, però, che «si può essere allergici anche alle piante come l’aloe vera, quindi una prova va fatta sempre prima dell’applicazione. E per chi è in gravidanza preferiamo consigliare la linea di maschere coloranti Navitas Organic Touch, colori non permanenti, completamente vegetali». La palette di nuances è comunque personalizzabile, a seconda di bravura ed estro dell’hairstylist di fiducia.