Voce del verbo “hairshaming”: social malattia contemporanea che prende di mira i capelli e le scelte di hairstyling delle persone. Estremizzazione del bodyshaming che trova le sue radici nella scelta delle donne di cambiare idea, partendo dai capelli ma di essere criticate dagli haters anche per questo. Pantene lancia una campagna che non indugia oltre: protagonista, volto e soprattutto testa del progetto #StopHairShaming insieme a Chiara Ferragni, Paola Marella, Chiara Scelsi e Ludovica Bizzaglia è anche Bellamy Okot, fondatrice di Afroitaliansouls.it (g-e-n-i-a-l-e forum che racconta le storie italiane di donne, uomini, ragazzi di origine africana). Ipnotica con quei due occhi a inchiodare la scena Bellamy riassume schietta i cliché subiti per quelle origini ancestrali “purtroppo il mio capello afro non è mai stato associato a qualcosa di bello, di positivo e paradossalmente le etichette peggiori mi sono state affibbiate da altri africani. Ho deciso di ignorare”.

preview for Pantene

Protagoniste famose di un problema isolato? No, uno studio condotto dall’Università di Yale ha rivelato che solo 1 donna su 10 nel mondo è davvero felice dei propri capelli. Il resto siamo tutte noi che corriamo verso quel riccio impossibile, il crespo inattaccabile il liscio noiosissimo: tutto ai nostri occhi e spesso a quelli degli altri. Il progetto di Pantene non si riconduce a un semplice hashtag ma si spinge oltre: nel pratico con una linea di shampoo e balsami che agiscono sui capelli per supportare le nostre idee, rafforzare i nostri spiriti e accettare con orgoglio il riccio più complesso del mondo. Dai Balsami Pro-V per nutrire e rendere visibilmente più forti i nostri capelli grazie alla tecnologia Smart Pro-V che agisce mirata sul tipo di danno del capello, balsamo in mousse sotto la doccia fino al 3 Minute Miracle per concentrare forza e tenuta. Armi dolcissime quanto efficaci, la prima e migliore rimane una: quell'autostima genetica o non, semplicemente nostra.