California, mattina sonnacchiosa di un weekend di un mese a caso – tanto, ce l'ha insegnato tutta la mitologia televisiva e cinematografica degli Anni 90, da Baywatch a Beverly Hills 90210, il cielo è costantemente assolato, senza dubbi o nubi all'orizzonte – una casa forse non troppo distante dalla spiaggia di Santa Monica inizia ad animarsi. Mentre si sentono di sottofondo le onde placide del mare che si sfogano, assonnate pure loro, sul bagnasciuga, e i gabbiani se ne stanno di guardia sulla spiaggia ancora poco popolata, qualche skater diretto a Venice Beach sfreccia tra chioschi rigorosamente healty che vendono solo avocado toast e insalate di quinoa. Guardando l'orologio del cellulare, mentre fa colazione nell'isola della cucina, bianca, con qualche tocco navy, cuscini a righe abbandonati su una sedia in rattan vicino alla finestra che dà sull'oceano, il latte dal cartone infilato in una ciotola con del muesli, e una spremuta d'arancia, lei si rende conto che è già in ritardo, hanno appuntamento per un brunch in città tra un'ora, e deve ancora gettarsi in doccia. Dirigendosi verso il bagno, passa per la camera da letto, chiamando ad alta voce il nome di Kent, il suo fidanzato, ancora tra le coperte. “Svegliati, avevamo quella cosa programmata con i tuoi genitori, faremo tardi”.

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Luke Pidgeon

Quando esce dalla doccia, avvolgendosi nel suo accappatoio in spugna, si sistema un asciugamano sui capelli a mo' di turbante. Kent è riuscito ad alzarsi, a infilarsi una maglietta, un bacio veloce e un “buongiorno” arrochito dal sonno, prende il suo posto nella doccia, mentre lei si dirige di fronte allo specchio, con una determinazione militare stampata sul volto. Quando Kent, qualche minuto dopo, la raggiunge, i capelli bagnati che non asciugherà e una lucidità regalatagli dal getto d'acqua ghiacciata, la vede impegnata nella sua beauty routine quotidiana. Maschere, creme idratanti, contro lo stanchezza, creme per il contorno occhi, olii essenziali per il corpo, creme per le mani e le cuticole delle unghie, lozioni e cleanser, tutti disposti ordinatamente sul lavabo, una pletora di barattoli e boccette dai colori tenui, minimali, con i quali ci si potrebbe pagare un weekend per due esplorando cantine nella Napa Valley. Sorride pensando all'impegno che ci mette, per apparire sempre priva di un difetto, anche se a lui piace anche quando si è appena svegliata, ha gli occhi che le si chiudono e una mezza ruga sulla fronte, che non le confesserà mai di averla notata, lei si rifiuta ancora di riconoscerne l'esistenza. Da fuori arrivano le note dei Jefferson Airplane, Kent è di buon umore, si avvicina a lei, di fronte all'altro lavabo del bagno, prende il rasoio, parlano del messicano dove sono stati l'altra sera, progettano un weekend da dedicare alle arrampicate, magari si potrebbe provare la riserva del Mojave, in fondo non ci sono mai stati.

Dieci minuti più tardi, quando lui ha finito di radersi, sembra che lei sia finalmente riuscita nell'impresa titanica di usarli tutti, quei prodotti che hanno invaso anche la sua area d'azione sul lavandino. Li risistema con precisione, come fossero gioielli della corona da riporre accuratamente nei loro scrigni. Tira fuori il phon, sbuffando: ha i capelli lunghi, ci metterà una vita, dovrà farsi andare bene quello che riuscirà a fare in 20 minuti, con il traffico di Los Angeles sono già in ritardo mezz'ora, dice parlando tra sé. Kent è tornato nel frattempo in camera, per cambiarsi, fischiettando un motivetto pop che odia, ma da quando l'ha sentito in quella pubblicità di cornflakes, non riesce a toglierselo dalla testa. Quando lei accende il phon, però non riesce più a sentirsi. In realtà non riesce a sentire neanche i suoi pensieri, anche se a dire il vero, in quel momento, non sta riflettendo su questioni filosofiche di spessore. Il rumore infernale che fa quell'aggeggio antidiluviano, lo stesso che lei aveva anche al primo anno di università, lo sconvolge sempre. Come lo sconvolge il fatto che sia così ossessionata dalla cura della pelle, e così poco dai capelli, una chioma bella e disordinata, che tratta con una certa noncuranza. Ci pensa mentre sceglie la t-shirt nel cassetto, quel rumore persistente lo detesta, lo ammette. I suoi gestiscono da anni un business che si occupa della distribuzione di accessori professionali, e loro non si trovano forse nella Silicon Valley della tecnologia? In quella mattina di un weekend di un mese qualunque, quell'idea gli si fa strada in testa e trova la via, al netto del rumore infernale di quel phon che vorrebbe lanciare dalla finestra.

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È stato più o meno questo – al netto di dettagli e dialoghi più o meno verosimili – il momento del concepimento di T3, la linea di phon – ma poi anche piastre e arricciacapelli e bigodini hi-tech – creata da Kent Yu. L'idea feconda gli è venuta mentre osservava la sua fidanzata in bagno, prepararsi per la mattina: creme numerose e costosissime da un lato, e un vecchio phon fin troppo rumoroso dall'altro. Un'idea nata nel 2003, dall'amore, e tramutatasi poi in un successo commerciale, che, dalla California, è da poco sbarcata in Europa (in Italia si trova in esclusiva da Douglas o da LuisaviaRoma a Firenze). A raccontarla è Paul Pofcher, da 10 anni presidente dell'azienda. “L'idea di Kent era quella di creare un prodotto di alta gamma, di design, e che fosse in realtà un'altra maniera per prendersi cura di lei, prendendosi cura dei suoi capelli. Un phon che fosse leggero, veloce, e soprattutto silenzioso. Il primo passo è stato immaginarlo carico di tecnologia, in collaborazione con delle start up della Silicon Valley, farlo testare ai professionisti, che ne sono rimasti affascinati, e poi inserirlo anche sul mercato, rendendolo disponibile a tutte le donne come un amplificatore della bellezza”

E infatti, a differenziare il T3 Cura Luxe dagli altri, oltre al suo peso minimo (462 grammi) e la potenza ( 1875 Watt) è il distillato di tecnologia al suo interno. La Digital Ion Air Technology, infatti, controlla il calore in maniera precisa, dall'inizio alla fine: una ventola progettata su misura, organizza l'aria in un flusso uniforme e delicato, riempito da ioni negativi che eliminano l'energia statica e l'effetto crespo, levigando la cuticola dei capelli lasciandoli asciutti, ma morbidi e idratati. Se invece si vuole favorire il volume, lo ionizzatore si spegne attivando il Volume Booster Switch, e puntando tutto sulla corposità della texture. Con un occhio (anche) all'inquinamento acustico che Kent tanto odiava, c'è persino un sensore che si attiva autonomamente, quando il phon non è impugnato, e probabilmente, ci si sta dedicando allo styling, che spegne temporaneamente il flusso d'aria. Un oggetto scelto (e amato) anche da una donna esigente come Amal Clooney, i cui capelli sono curati dallo stylist Rod Ortega, ambassor di T3. La Single Pass Luxe, invece, è la piastra in ceramica, materiale capace di emettere ioni negativi che sigillano la cuticola, mantenendola idratata, mentre la tecnologia T3 Single Pass agisce tramite un microchip, che monitora la potenza per minimizzare le fluttuazioni di calore e mantenere la temperatura costante. C'è già nel nome, il tempo richiesto per l'operazione: quello di una singola passata.

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Persino i bigodini, infine – che l'ultima volta che sono stati glamour risale agli Anni 60, addosso a Betty Draper in Mad Men – sono total black con dettagli rosé gold, e hanno la resistenza in ceramica e il nucleo in alluminio capaci di lavorare in sinergia per raggiungere velocemente la temperatura adatta per lo styling. Il rivestimento in velluto floccato raccoglie infine i capelli, rendendoli lucenti e senza nodi. Persino il nome ha il sapore e le temperature della California: Volumizing Hot Rollers Luxe.

Arrivati direttamente dal futuro, lo spazio di manovra per esplorare i confini di prodotti così hi-tech però secondo Pofcher, c'è ancora: “ stiamo lavorando ancora sulla gestione del calore, trovandogli applicazioni che possano essere utili, oltre che necessarie, per i capelli. La fortuna è che siamo estremamente curiosi e ci poniamo molte domande: non è escluso che a breve, utilizzeremo in maniera più consistente la robotica o tecnologie di apprendimento integrato (l'approccio olistico dell'ILT). L'obiettivo di sempre è far sentire le donne potenti, a cominciare dai loro capelli.” A suo fianco, non più nell'azienda ma mente vulcanica dalla quale arrivano idee, c'è ancora Kent Yu. “Quando mi ha chiamato, dieci anni fa, a dirigere quella che era una start up di immenso successo, è stato intelligente e modesto come pochi altri creativi: aveva avuto un'idea geniale, e l'aveva lanciata, ma sapeva di aver bisogno di un profilo con competenze manageriali, per poterla portare avanti. E poi, quella sua fidanzata di allora, l'ha sposata. Ora hanno 3 figli”.

Una donna che ti fa venire un'idea del genere, in fondo, deve essere per forza quella giusta.