In Gran Bretagna a scuola e sul posto di lavoro le ragazze e le donne nere continuano a essere discriminate (anche) per come portano i capelli. "Quando aveva sei anni mia sorella fu mandata fuori dall'aula perché portava lunghe treccine con delle perline colorate alle estremità, un'acconciatura tipica dei bambini caraibici. Allora nostra madre chiese di potere parlare con qualcuno del personale della scuola per dargli una lezione privata sui capelli afro", racconta Micha Frazer-Carroll sul Guardian riportando un fatto accaduto nel 2000.

A distanza da un mese da quando è stata diffusa la notizia che la California è diventata il primo stato degli Stati Uniti a vietare la discriminazione sui capelli Micha si è sentita in dovere di raccontare com'è stato andare per 17 anni in scuole frequentate perlopiù da bianchi. Avrebbe da raccontare numerosi aneddoti di hair shaming personali o che riguardano i suoi fratelli con protagonisti riccioli naturali, treccine, canerow e perline. Niente di tutto questo sembrava soddisfare gli standard tricologici dei suoi insegnanti e dei suoi presidi bianchi.

La discriminazione sui capelli in Gran Bretagna non è un fenomeno legato solo al decennio scorso. Nel 2015 a Simone Powderly, londinese, è stato offerto un lavoro a condizione che si togliesse le trecce e due anni fa a una donna di colore che voleva lavorare per Harrods è stato chiesto di lisciarsi i capelli chimicamente. Molte scuole del Regno Unito hanno cavalcato l'onda mediatica minacciando l'espulsione di alcuni/e alunni/e neri/e se non avessero tolto/eliminato/tagliato nodi bantu, treccine e dreadlocks. Così molti dei bambini e ragazzini che hanno mantenuto le loro acconciature di origine se non sono stati espulsi sono stati isolati.

Raramente gli insegnanti prendono in considerazione l'impatto che questa forma di razzismo può avere sull'autostima di un bambino. Per molti di loro essere minacciati, espulsi o esclusi per qualcosa di così insignificante può essere fonte di confusione, stress, a volte rabbia. Tuttora alcuni bianchi affermano che non si tratta di razzismo, ma di regole. A scuola non si possono portare orecchini al naso e capelli colorati. Ma dreadlock, treccine e canerow fanno parte della cultura nera. E se in alcune scuole delle treccine con delle perline significano uno stile estremo questa definizione è data da una mentalità e da uno stile di vita bianco. Le acconciature nere hanno radici culturali profonde: i canerow, per esempio, non sono una nuova tendenza, ma esistono dal 3000 a. C.

Ma la discriminazione dei capelli può essere più sottile di così, non plateale come essere rimandati a casa da scuola o sentirsi dire che non puoi lavorare, ma si può manifestare con inviti a conformarsi all'idea di "igienico" e "professionale". Il razzismo nei colloqui di assunzione è illegale nel Regno Unito, eppure le statistiche dimostrano che i candidati bianchi hanno più probabilità di essere richiamati. Mentre Micha si incammina verso il parrucchiere per andare a farsi stirare i capelli una domanda, molto lecita, le passa per la testa: cosa impedisce al Regno Unito di introdurre una legge simile a quella appena introdotta in California? Per alcuni, la "discriminazione dei capelli" potrebbe sembrare un problema banale, in realtà è indissolubilmente intrecciata con il razzismo e dovrebbe essere riconosciuta per quello che è.