Esistono 16 tipi diversi di doppie punte tra cui l’albero, la ypsilon, la freccia, l’angolo retto e la tripla punta. Ma tutte alla base hanno un “Trichorrhexis nodosa”, che no, non è una pianta tropicale, ma il nome scientifico del piccolo pois bianco che si forma al bivio della rottura. Quello che a volte stacchiamo con piacere, come fosse un numerino del salumiere. Tutte almeno una volta nella vita abbiamo scoperto di avere le doppie punte, ma quello che ci differenzia è il “come” ce le siamo procurate: decolorazioni, piastre, trattamenti stiranti o arriccianti, o anche solo inconsapevolmente con tuffi, sole e docce. In ogni caso, arrivano. Ma ci sono piccole accortezze per prevenirne la formazione.

#1 Colpi di spazzola

Nessuno ne ha bisogno davvero 100. E soprattutto meglio pettinarsi la mattina sotto la doccia anziché prima di coricarsi: «Spazzolare i capelli da bagnati riduce la possibilità che questi si spezzino. È stato dimostrato scientificamente, infatti, che si creano più danni quando sono asciutti», spiega Zoe Irwin, UK ambassador di ghd. In più, ci sono spazzole come la Tangle Teezer, con denti a diverse lunghezze, che facilitano il compito perché più gentili con i doppi nodi.

#2 Styler, non ferri da stiro

Immaginiamo di mettere in lavatrice ogni giorno un bellissimo carré di Hermes a 40°, poi di infilarlo nell’asciugatrice, sotto il ferro da stiro e infine di annodarlo più e più volte. La stessa cosa la facciamo ai nostri capelli. Quindi, attenzione alla temperatura dell’acqua, che è meglio fredda, e dei tool per capelli come piastre e ferri. Per Zoe Irwin di ghd quella ideale è 185°, mantenuta costante: «Sopra i 185° il calore forma crepe verticali lungo le cuticole, causando il loro sollevamento e la conseguente rottura. Oppure fonde le proteine della cheratina causando danni irreversibili. Sotto i 185°, invece, lo styling prevede così tanti passaggi per arrivare al risultato, che i capelli si seccano comunque». T3 invece ha inventato un ferro in ceramica che emette ioni negativi per aiutare le cuticole a sigillarsi mantenendo così l’umidità interna del capello.

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Romilly Lockyer//Getty Images

#3 Dieta e idratazione

Più il capello è sano, meno si rompe. Avere il giusto apporto di vitamine e minerali favorisce la nascita di capelli più resistenti: sono perfetti i cibi o integratori alimentari ricchi di vitamina B, zinco, rame, manganese e selenio. Così, anche il bere molta acqua aiuta ad avere fusti ben idratati, morbidi e quindi più flessibili, meno soggetti a rottura. Anche il fumo può danneggiarli, sia passivo che attivo.

#4 Su la maschera

I capelli sono porosi come spugne, ma un rivestimento di lipidi impedisce che si impregnino d'acqua. Secondo un articolo dell'International Journal of Trichology, quando si spogliano i capelli dei loro oli naturali e della loro umidità, si provoca la perdita di quello strato lipidico, facendo diventare i capelli estremamente porosi, e quindi sensibili a rotture e sfaldamenti. Restituire loro lo strato lipidico perso con impacchi e maschere è quindi importantissimo per evitare la formazione di doppie punte.

Per prima cosa ci sono i rimedi naturali. Per esempio, se leggermente riscaldato, l’olio di cocco puro è un impacco perfetto per ricompattare i fusti e donare flessibilità e nutrimento alle lunghezze. Così come l’olio di ricino, lino e argan biologici. Ma possiamo trovare ottime soluzioni anche in cucina, mescolando miele, olio di oliva e banane come maschera rivitalizzante. Il problema, rispetto alle maschere professionali studiate appositamente per i trattamenti tricologici è il risciacquo: per eliminare ogni residuo di unto a volte si interviene con lavaggi persistenti che vaneggiano l’effetto ristoratore degli ingredienti culinari. Altrimenti ci sono i rimedi in salone, o comunque professionali: come la linea Phytokeratine di Phyto, creata con un importante apporto di cheratina vegetale per mantenere salda la struttura della fibra capillare. Altro ingrediente utile è il collagene, una delle proteine più abbondanti nel nostro corpo, da applicare direttamente o da inserire nella nostra dieta.

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Romilly Lockyer//Getty Images

#5 La spuntatina periodica

Un nuovo studio dell’Università della California rivela che i capelli sottili sono più forti dei capelli spessi a causa del modo in cui si spezzano e che le nostre doppie punte sono solo un avviso di rottura anticipato. Per esempio, nonostante i peli di elefante siano 4 volte più grossi dei nostri capelli, si spezzano più facilmente e di netto. Quindi, se le doppie punte si moltiplicano inesorabilmente, il taglio è inevitabile. Per ridurne la comparsa gli hair stylist di R+co hanno una tecnica speciale: la spuntatina regolare ogni due mesi, che si accorcia a sei settimane se sono molto danneggiati. Se invece i capelli sono sanissimi, si può anche attendere dai 4 ai 6 mesi.

#6 Consiglio personale

Attenzione allo “sfoltimento” che ogni tanto propongono alcuni parrucchieri. Da senior (per non dire vecchia) beauty editor, suggerisco per esperienza di evitare la tecnica della “sfilatura”, ovvero il passare un accessorio simile a una lametta sulle lunghezze per diminuire i volumi alle ricce, o per darne alle lisce. Ecco: è un tipo di taglio che, se non eseguito perfettamente, dopo neanche un mese può causare la moltiplicazione delle doppie punte.