La risposta che le ha cambiato la vita non l’ha data a noi, ma chissà se se lo sarebbe aspettato che, poco dopo la nostra intervista, il fidanzato musicista Joe Jonas, ex leader della band pop-rock Jonas Brothers e oggi cantante dei DNCE, le avrebbe chiesto di sposarlo. La risposta di Sophie Turner, classe 1996, anche se da adolescente adorava Justin Bieber, è nella foto della mano anellata postata su Instagram (@sophiet).

Attrice inglese dai lunghi capelli, in dal biondo naturale al rosso Sansa Stark della serie tv Il Trono di Spade, è stata scelta da Wella Professionals come Global Brand Ambassador per interpretare il nuovo trattamento Wellaplex.

All’inizio ha lo sguardo indagatore di un lupo (non a caso l’animale è simbolo della Casa Stark nella celebre saga), ma subito dopo rivela tutte le sfumature e le fragilità della sua generazione, passando da fugaci sguardi di consenso prima di rispondere a esternazioni da donna risolta, a volte parlando di sé in terza persona.

Esiste un “prima” e un “dopo” nel suo percorso professionale? Dall’età di tre anni recitavo al Playbox Theatre. Passavo lì tutti i miei sabati ed è lì che mi sono appassionata. A tredici, Nina Gold, la responsabile casting del Trono di Spade, è venuta nella mia scuola per fare i provini. Ho passato il primo, dopodiché mi hanno voluto risentire altre sei volte, ma alla fine mi hanno presa! Oggi sarei potuta essere la tipica universitaria a cui piace fare baldoria, ma non è andata così.

Essere attrice in che modo l’ha aiutata a crescere? Mi ha reso più empatica, facendomi diventare molto più sensibile nei confronti degli altri di quanto non lo fossi in passato.

Qual è la parte più interessante di questo lavoro? Rappresentare artisticamente certi nuclei problematici: è stimolante perché invoglia le persone a confrontarsi con queste dinamiche e a rifletterci.

Wella Professionals vede nella bellezza qualcosa in grado di cambiare il mondo. Altri elementi che potrebbero avere la stessa capacità? Credo nel non sottovalutare la pericolosità dei cambiamenti climatici e nel prendersi più cura degli animali (ha adotatto Zunni, il cane che interpreta il suo “metalupo” Lady nel fantasy, e ha appena preso un cucciolo di husky, ndr).

Ha affermato che “da rossa” si sente più forte. Che tipo di sensazioni prova, invece, quando è bionda? È il mio colore naturale, quindi in un certo senso è come rivisitare mentalmente la Sophie che sono stata fino a 13 anni: mi fa sentire “a casa”.

È la prima volta che diventa testimonial di un marchio di bellezza. Ci può raccontare un’altra “prima volta”? Quando ho provato il latte coi biscotti! È stato solo un anno fa e mi è piaciuto molto.

In quali occasioni vorrebbe trasformarsi in una farfalla, simbolo di Coty (azienda di cui Wella Professionals faparte, ndr), per volare via? Mi capita in quelle circostanze in cui potrei essere me stessa, ma ormai sono così abituata a interpretare qualcun altro che la cosa mi fa sentire un po’ impacciata. Parlare di fronte a molte persone come Sophie a volte mi spaventa perché devo mostrare la vera me stessa e non posso nascondermi dietro la parte che sto recitando.

Ci descrive la sua personalità in poche parole? Sento di essere comunicativa, non vorrei mai sembrare presuntuosa, anche se mi piacerebbe essere più risoluta e assertiva.

Qual era il film o il personaggio preferito da bambina? Mi piaceva tanto Lizzie McGuire (una serie tv americana prodotta e trasmessa da Disney Channel, ndr), ma una volta cresciuta il mio film preferito è diventato "Qualcuno volò sul nido del cuculo". Ma anche Harry Potter! Mia mamma mi leggeva i romanzi mentre io interpretavo ciò che le sentivo raccontare.

Sotto quali aspetti si può dire che Sansa incarni l’ideale di donna moderna, capace e forte? Una delle sue qualità che ammiro molto, e che vorrei possedere, è la sua determinazione. Sembra che se ne stia seduta innocua, ma in realtà osserva ed escogita, imparando dai manipolatori più navigati e successivamente riuscendo lei stessa a manipolare loro. Credo sia davvero fantastico come si sia evoluto il suo personaggio rappresentando inizialmente un certo stereotipo di donna, per poi diventare esattamente l’opposto.