Erede di una storica famiglia di produttori di cognac, Kilian Hennessy ha sempre saputo che non avrebbe mai lavorato nell’impresa di casa. Racconta così il momento della vita in cui tutto è cambiato: «Ero andato al ristorante Baccarat a Parigi e dopo cena mi sono fermato a visitare il museo. C’era una mostra sui flaconi di profumo del secolo scorso. Quando sono uscito ho capito esattamente cosa volevo fare. Desideravo creare un brand che riportasse in luce l’arte tradizionale della profumeria».

Attenzione ai dettagli

«Non mi piace la parola lusso, a meno che non sia sinonimo di autenticità e artigianalità. Le mani dell’uomo sono essenziali per dare vita a una forma preziosa, proprio come una scultura. Per le fragranze sono fondamentali materie prime eccezionali e sostenibilità. I miei profumi sono ricaricabili e gli scrigni che li contengono diventano clutch. Mia nonna aveva una grande bottiglia di profumo con le sue iniziali e quando lo finiva andava dal profumiere per farlo riempire».

La mia madeleine

«Ne ho molte. Tutte le figure femminili della mia famiglia indossavano profumi alla tuberosa. Mia mamma, mia sorella, mia cugina, mia nonna. E oggi anche mia moglie. Per lei ne ho creato uno su misura che ruota proprio intorno a quel fiore. È la nota più chic e sexy del mondo. Ed è la mia comfort zone. Penso anche a mio nonno. Ci incontravamo al mattino presto, lui fumava tranquillo la pipa e il suo profumo era un mélange di Eau Sauvage di Dior e tabacco.

Indimenticabile

Naturalmente fa parte delle mie memorie l’odore del legno dei barili di cognac, intriso di zucchero, alcol e vaniglia. Sono note presenti in molte mie fragranze. È per questo che non sono mai riuscito a creare profumi freschi di successo. Ho provato ma non è il mio mondo. Seguo il mio istinto».