In Inghilterra è una vera beauty guru grazie agli oltre trenta libri pubblicati, gli anni passati a scrivere per le riviste e poi in televisione come volto di numerose trasmissioni, anche sulla Bbc. Dal 1995, però, Liz Earle mette anima e cuore (e tutta questa esperienza) nella sua linea personale di cosmetici dallo spirito verde, insieme all’inseparabile amica e socia Kim Buckland.

Non fa pubblicità, perché pensa che lasciare affezionare le clienti sia la strategia migliore: «Il passaparola di donne con la pelle radiosa funziona benissimo e ci permette di investire quei soldi nella qualità degli ingredienti».

Certo che anche il volto da English rose di Liz aiuta nell’impresa: «Ma non è sempre stato così! Da adolescente soffrivo di eczema e ci sono voluti anni di dedizione, vita sana e cura per arrivare a questo risultato. Oggi non sono ossessionata dalle rughe, ma mi piace apparire luminosa. Non usiamo mai il termine “anti-age” per i nostri prodotti: l’età non è una malattia da combattere e non si possono mandare indietro le lancette dell’orologio, ma si può aiutarlo a ticchettare più lentamente. “Ascoltate la pelle”, dico sempre, perché ci sono fasi della vita, o semplicemente momenti dell’anno, in cui avrà bisogno di attenzioni speciali, come durante la gravidanza».

Liz è un’esperta di cosmesi naturale: ha appreso il valore delle piante in giardino da suo padre e ha avuto altre epifanie quando ha messo piede in Kenya, dove possiede una casa-fattoria sulle rive del lago Naivasha: «Mi sono subito innamorata dei luoghi e delle persone. Grazie alle donne ho scoperto piante straordinarie: il potere rigenerante e rassodante della kigelia, detto sausage tree, albero-salsiccia, per la forma dei frutti, il super idratante olio di yangu e il burro di karité. Questi ingredienti oggi li acquistiamo da cooperative, come Tree Crops, che lavorano in modo eco sostenibilein Kenya, Uganda, Malawi. Agire responsabilmente è la parola chiave. Per esempio, 250 persone raccolgono i nostri semi di yangu, di cui circa l’80% sono donne che mantengono la propria famiglia, ma sono istruite a farlo, perché bisogna rispettare gli alberi, impedire che siano abbattuti per farne legna o carbone, altrimenti non sarebbe un processo sostenibile. Scegliamo piccoli produttori che creano circoli virtuosi per le loro comunità. Non sempre hanno un certificato di produzione biologica, che può essere lungo e costoso da ottenere, ma noi li conosciamo tutti uno per uno e sappiamo per certo che coltivano secondo principi biologici ed etici».

Una delle ultime fatiche è stata trovare una coltivazione di legno di sandalo che rispondesse a questi rigidi requisiti, soprattutto perché queste piante stanno scomparendo, ma un’azienda dell’Australia occidentale che utilizza pannelli a energia solare e un circuito per riciclare l’acqua sembrava fare al caso giusto. In questi viaggi di scoperta Liz è accompagnata da un prezioso membro del team, la botanica Jennifer Hirsch, anche se prima si fanno ricerche locali, per esempio dallo Shropshire, al confine con il Galles, arriva olio di semi di borragine per le creme idratanti. Tutta la linea di skincare è infatti prodotta in Inghilterra, mentre in Italia si crea il makeup.

La qualità della vita è importante anche per la sua squadra di lavoro, tanto che il quartier generale si trova sulla splendida Isola di Wight invece che nella grigia city londinese: «Tra una riunione e l’altra passeggiamo in spiaggia: rinfresca la mente e rinvigorisce i sensi».

La Green House della Liz Earle Beauty Co. è un edificio di ultima generazione, con riscaldamento geotermico (sfrutta il calore della terra), bacini per raccogliere l’acqua piovana per le toilette e sensori che spengono le luci quando non c’è nessuno in stanza.

Scontato sottolineare che niente è testato sugli animali, ma come mai alcuni prodotti contengono conservanti? «Quando le formule prevedono anche quantità minime di acqua è necessario che batteri e microrganismi non si sviluppino. A questo servono i conservanti: li scegliamo e testiamo accuratamente per rendere i prodotti sicuri e ad alta tollerabilità».

Cosa ha imparato a non dare per scontato in tutti questi anni di carriera? «Dal primo giorno ho sempre creduto che la vera bellezza vada oltre la superficie della pelle, ma conoscere nel tempo migliaia di donne mi ha insegnato a non sottovalutare il potere che ha una pelle radiosa e curata di innescare meccanismi di autostima e sicurezza di sé». E, in fondo, sono proprio queste qualità a renderci molto più che belle. Quasi magnetiche.