Il terzo appuntamento di #MCTalks della decima casaMC in collaborazione con Airbnb Italia approfondisce e cerca di dare una o più risposte alla domanda La beauty è la nuova moda?, un argomento cult che ci accompagnerà per tutto marzo, mese che Marie Claire dedica al 100% alla bellezza preparando il Prix d'Excellence de la Beauté 2020 che premia 12 categorie di cosmetici giudicati i migliori del 2019 da una giuria di beauty editor esperte, fino a metà aprile con l'uscita dello speciale MC2Bellezza. Hanno partecipato al talk in diretta Instagram il pr manager di Lyst Francesco Girone, la founder di LabSolue nonché rappresentante della terza generazione di una famiglia che produce profumi dal 1945 Giorgia Martone, la beauty editor di Marie Claire Cristina Torlaschi, la beauty influencer Martina Pinto e la Senior Banker origination corporate presso Banco Bpm Carla Zanon. Il talk il cui sottotitolo è Trucco liberatorio, imprenditrici celebrity beauty, la nuova sfida della bellezza si è aperto con la domanda Qual è l'approccio dei millennials verso il mondo beauty? posta dalla moderatrice Manuela Ravasio, Managing Editor MarieClaire.it ai relatori.

"I miei follower cercano da me conferme come se io fossi la loro migliore amica. Io sento il peso della loro richiesta e di dovere dire la verità ed essere sincera quindi testo sempre i prodotti preferendo brand emergenti dei quali condivido i valori. Le ragazze cercano i marchi piccoli ma ancora di più sono attente all'INCI (acronimo di International Nomenclature of Cosmetic Ingredients, è la denominazione internazionale utilizzata per indicare in etichetta i diversi ingredienti presenti all'interno di un prodotto cosmetico, ndr)", spiega l'influencer 30enne Martina Pinto. L'INCI è molto importante anche per Giorgia Martone che con la sorella Ambra ha deciso di riprendere il loro genius loci creando profumi di nicchia attraverso LabSolue, un laboratorio di profumi che si trova a Milano, all'interno del primo hotel à parfum, e da poco anche a Roma. "Con i profumi ci si può esprimere con la massima creatività, basta partire da un'idea di piante, radici e territorio. Rispettando normative italiane ed europee si possono creare infinite sinfonie olfattive", aggiunge Martone. La voglia di cercare e di proporre realtà indipendenti fa parte del DNA di Marie Claire come sottolinea Cristina Torlaschi. "Abbiamo sempre cercato di dare spazio alle storie di giovani talenti da affiancare ai brand mainstream. Le lettrici sono molto preparate sugli ingredienti, cercano la performance, la piacevolezza, il comfort e prodotti sostenibili che ormai sono diventati di moda".

Ma come si possono sostenere economicamente le imprese emergenti? "Già nel 2014 avevamo creato un incubatore per le start up. Nell'ultimo anno attraverso il crowdfunding abbiamo raccolto 60 milioni di euro a sostegno di nuove imprese", risponde Carla Zanon che aggiunge che per essere accettato un nuovo progetto deve essere accuratamente presentato. "I giovani devono credere fino in fondo nei propri progetti, conoscerli, sviscerarne tutti gli aspetti, prendersi del tempo, e ce ne vuole tanto, per capire quali sono i loro punti di debolezza e i loro punti di forza, poi studiare, impegnarsi e approfondire. Se gli aspiranti imprenditori hanno la padronanza del progetto e sono convinti riescono a convincere anche chi deve poi finanziarli. E se il progetto è un buon progetto è molto probabile che il partner finanziario se ne innamorerà".

Per sapere, invece, dove si spostano i consumi parla Francesco Girone: "In Italia le ricerche dei prodotti sostenibili sono in crescita, soprattutto dei prodotti del Nord Europa. Molti clienti chiedono al nostro customer care di avere un filtro per individuare i capi davvero sostenibili. Per esempio alcune pellicce non vere sono più dannose di quelle vere. Le ricerche possono dipendere anche dalle scelte di qualche celeb. Per esempio dopo le performance di Achille Lauro a Sanremo ci sono state migliaia di ricerche sul beauty che lui indossava, in particolare il lipstick". Quindi se dalla tutina del rapper romano si è arrivati alla ricerca di un rossetto possiamo sostenere che la bellezza funziona perché è democratica e più semplice da approcciare. Di sostenibilità e qualità poi ha parlato anche Martone: "LabSolue si trova in mezzo al Parco dell'Adda, siamo controllatissimi e seguiamo da sempre standard farmaceutici, abbracciamo il concetto refill & reuse e utilizziamo molti ingredienti sintetici, come nel caso dell'ambra grigia, che non significa che usiamo ingredienti chimici ma molecole simili identiche estratte dalla natura in grado di ricreare un determinato odore".

Secondo Torlaschi le persone oggi cercano un approccio easy. Il trucco secondo la beauty editor di Marie Claire non è più solo qualcosa che ti migliora e ti perfeziona. "C'è una maggiore libertà e c'è una voglia anche di perdonarci, di accettarci. Non solo, un'altra tendenza è quella, cavalcata da molti beauty brand di lusso, di rendere i prodotti makeup dei veri e propri oggetti da avere (tra gli ultimi esempi i rossetti di Hermès). Sono lussi accessibili e sostenibili perché puoi tenerti l'involucro e mettere il refill". La ricerca della sostenibilità è in crescita come conferma Girone che aggiunge però che a premiare di più è ancora la creatività portando a esempio il successo della Petit Chiquito Bag di Jacquemus, una borsa così piccola che non può contenere veramente nulla. Sostenibile è anche la scelta di Martina Pinto che alle sue lezioni di makeup invita le sue follower a portare ognuna il proprio beautycase. "Il nostro scopo non è dire loro che tutto quello che fanno è sbagliato mentre quello che facciamo io e la mia truccatrice è giusto, cerchiamo di aiutarle a usare al meglio i loro prodotti". Si tratta di una consulenza su misura che può essere replicata anche in campo olfattivo come spiega Martone: "È bello entrare in un laboratorio, scoprire gli ingredienti e scegliere la propria essenza". Se c'è chi ama una bellezza costruita su misura altri amano la bellezza fluida, il nuovo trend dei prodotti no gender che vanno dal makeup allo skincare passando per le fragranze che in realtà secondo la maggior parte dei nasi non hanno mai avuto sesso. "Da sempre il profumo è fluido. Da sempre le donne si sono messe il profumo da uomo e gli uomini quello da donna. Dovrebbero aggiornarsi le etichette perché nei profumi femminili sono consentiti molti più ingredienti rispetto a quelli maschili perché storicamente l'uomo si applica il profumo anche sul viso", puntualizza Martone.

Si ringraziano per il supporto a #casaMC, i momenti food & bevarage e lifestyle: Airbnb Italia, Banco BPM, Bevande Futuriste, Millefiori Milano, Venchi e Zushi Milano.