Adora il risotto di scampi, allenarsi immersa nella natura delle colline reatine e il suo motto è "volere è potere". La sua musa è la velocista americana Allyson Felix. Prima di una gara la visualizza, passo dopo passo, cercando di darle sempre un esito positivo. Abbiamo incontrato la velocista della Nazionale Italiana che tra un paio di mesi vorremmo seguire alle Olimpiadi di Tokyo 2021. Maria Benedicta Chigbolu, una nuvola di capelli ricci a coronare un corpo scattante - il suo soprannome è "gazzella" - all'interno del quale scorre sangue metà nigeriano e metà romano, per conoscerla meglio, sapere come si sta preparando per i giochi olimpici e avere qualche prezioso consiglio per le giovani atlete che vogliono seguire le sue orme.

Hai iniziato a correre a 16 anni. Come sei arrivata all'atletica e che sport praticavi prima?
Ci sono arrivata grazie a un professore di scuola che mi ha indirizzato al campo della Farnesina di Roma vedendomi fisicamente portata per farlo. Prima non praticavo uno sport in particolare, cambiavo spesso. Ho fatto un po’ di nuoto, tennis, karate, danza contemporanea, nulla però a livello agonistico.

Ci racconti una tua giornata tipo?
Sveglia alle 8.30, colazione. Alle 10.30 il primo allenamento. Poi pranzo e riposo a casa. Alle 15 inizio il secondo allenamento. Poi ho del tempo libero, che gestisco pensando alla casa o leggendo, o uscendo per commissioni. Ceno alle 20.30, poi mi rilasso guardando per esempio qualche serie e vado a dormire verso le 23.

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A cosa pensi quando corri?
Durante una gara di velocità non si pensa tantissimo, si pensa prima di partire. Dopo lo sparo, penso solo ad avanzare, sono concentrata su di me. Ovviamente siccome il 400 bisogna distribuirlo, penso al mio ritmo di corsa senza farmi influenzare dagli avversari. Solo durante gli ultimi 50 metri penso di rimanere composta nonostante la fatica e con lo sguardo verso il traguardo, penso di vincere la gara o comunque di chiuderla il più velocemente possibile.

Chi è il tuo modello in pista?
Ho sempre ammirato e stimato la velocista americana Allyson Felix, per la sua bellissima corsa, la mentalità vincente e il suo spirito guerriero in pista. Anche Matteo Galvan, il mio ragazzo, è per me da sempre un modello. Ammiro la determinazione che ha in qualsiasi condizione e circostanza.

Un atleta deve sempre...
Seguire un'alimentazione sana e dormire almeno 8 ore.

Un atleta non deve mai...
Non credere in se stesso e nelle proprie capacità.

Il posto più bello dove ti sei allenata e quello più bello dove hai gareggiato?
Mi alleno tutti i giorni in un posto bellissimo: Rieti ha una pista e uno sfondo da fare invidia a tanti altri campi. Ma devo menzionare Potchefstroom, città del sud Africa, che ha una bellissima pista in erba che ho amato tanto per gli allenamenti e Rio de Janeiro come posto più bello dove ho gareggiato in occasioni delle Olimpiadi del 2016.

Qualche anno fa la nuotatrice cinese Fu Yuanhui, medaglia di bronzo nei 100 metri dorso femminili alle Olimpiadi di Rio, in un'intervista aveva dato la colpa di una sua brutta performance in una staffetta alle mestruazioni. Pensi che il ciclo mestruale influisca sulle prestazioni sportive?
Credo sia molto soggettivo. A me personalmente non ha mai influito sulla prestazione, al massimo sul post gara provocandomi dolori più forti al basso ventre e per gli allenamenti solo inizialmente mi sento pesante e un po’ a disagio, ma questa sensazione poi mi passa durante la pratica.

Che consigli daresti alle giovani ragazze che si avvicinano al tuo sport?
Di non aspettarsi risultati immediati. Ci vuole costanza e impegno prima di raggiungerli. Consiglio loro di vivere lo sport in modo sereno. Il divertimento e la serenità sono le cose più importanti.

Come ti stai allenando per le Olimpiadi di Tokyo 2021?
La stagione è iniziata, gli allenamenti ora vanno bene. Finalmente non ho fastidi che intralciano la preparazione. Continuerò ad allenarmi tutto maggio. A giugno farò il mio esordio e gareggerò in diversi meeting. Il mio obiettivo è la partecipazione nella gara individuale dei 400 e con le staffette 4x400 donne e mista che sono già qualificate per le Olimpiadi.

Tuo nonno Julius è stato un famoso saltatore in alto finalista dei giochi olimpici di Melbourne del 1956. Un segno del destino o questione di geni?
Credo un po’ tutte e due le cose. L’atletica è nel mio sangue. I miei genitori non mi hanno portata al campo da bambina. L’atletica è entrata nella mia vita un po’ casualmente, quindi mi piace pensare sia stato destino. A Rio avevo 27 anni proprio come mio nonno a Melbourne. L’ho sentito molto vicino pensando che lui aveva la mia stessa età proprio 60 anni prima.

Anche i tuoi fratelli eccellono in qualche sport?
In realtà tre dei miei fratelli (è la seconda di sei figli, tre maschi e tre femmine, ndr) da piccoli alle “Olimpiadi dell’oratorio” avevano avuto risultati migliori dei miei arrivando sul podio, ma non hanno intrapreso questa strada. A parte mio fratello che pratica il Muay thay (boxe thailandese, ndr) gli altri non sono sportivi abituali.

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Se non fossi diventata una velocista ora saresti una...
Psicologa dell’educazione e modella freelance probabilmente. Grazie però al gruppo sportivo dell’Esercito sono un’atleta professionista. Senza il supporto del gruppo sportivo militare 10 anni fa sarebbe stato difficile trasferirmi fuori città per gli allenamenti e dedicare tanto tempo a questo e arrivare a questi livelli.

Parlaci della tua nuova casa sui colli di Rieti.
Prima abitavo in centro a Rieti in un appartamento senza balcone. Dopo il lockdown ho cercato una casa che avesse un giardino o un ambiente esterno. Ho trovato una casa sui colli non lontana dal campo di allenamento e dal centro. Adoro gli spazi aperti, passare del tempo in mezzo al verde fa veramente bene allo spirito e alla mente.

Cosa fai prima e dopo una gara?
La visualizzo, passo dopo passo, cercando di darle sempre un esito positivo. Quello che faccio dopo dipende da come'è andata. Se bene si festeggia, se male si analizza insieme all’allenatrice.

Hai qualche gesto scaramantico?
Lavarmi i capelli il giorno prima della gara. Metto sempre una collanina, con un pendente a forma di cuore regalato da mia nonna, e una croce regalata da mia madre, amore e fede.

Libro del cuore.
Sono due: L’arte di amare di Erich Fromm e Mente da campione di Jim Afremow.

Film preferito.
Anche qui sono due: Se mi lasci ti cancello e Collateral beauty.

Il tuo essential di allenamento.
Il cronometro da polso.

Prodotto beauty feticcio.
La crema idratante con SPF. Ma anche lo smalto. Se lo metto sulle mani però devo averlo anche sui piedi (ride, ndr).