Sono le ore 20:19 quando, in un mix di gioia e adrenalina, la 37enne bresciana Sara Tanghetti del Triathlon Brescia taglia una delle finish line più dure della sua vita. Ben 3.8 km di nuoto, 175 km di bici, 42 km di corsa che le hanno permesso di giungere al cospetto del Passo Paradiso (2.600 m slm), dopo avere affrontato 6mila metri di dislivello complessivo con partenza, alle 4 del mattino, dalle acque del Lago d’Iseo. Grazie a un’incredibile rimonta riesce in 16h 18’ 39’’ a conquistare il record femminile delle quattro edizioni di StoneBrixiaMan e a riscattare il secondo posto del 2019, accolta dalla commozione della sua famiglia. Sara è stata la prima donna a varcare le “porte del Paradiso” nel triathlon estremo su distanza Ironman organizzato da TriO Events con il supporto della Regione Lombardia, della Provincia di Brescia e dei Comuni di Ponte di Legno e Sulzano. Come da tradizione, tutti gli 83 finisher sui 130 triatleti iscritti, anche da Francia, Germania, Danimarca, Finlandia, Spagna, Repubblica Ceca, Belgio e Brasile, sono stati insigniti, nella suggestiva cerimonia di premiazione, dell’emblematica pietra in porfido viola della Valle Camonica, unica per colorazione e uniformità.

Nuoto, ciclismo e corsa, quale di questi sport senti più nelle tue corde?
Il ciclismo è probabilmente la disciplina che mi risulta più naturale, ma la corsa è quella che apprezzo di più, soprattutto se praticata nella natura.

Come hai iniziato e come sei arrivata al triathlon?
Quasi per gioco quattro anni fa. Ho sempre fatto sport fin da bambina, iniziando con il pattinaggio artistico, passando poi all'atletica leggera e all'equitazione. A 25 anni mi sono operata per un'ernia al disco e ho dovuto iniziare a nuotare. Nel frattempo avevo acquistato una bici da corsa per cui mi sono detta “perché non unire i tre sport?”.

Come ti alleni ogni giorno?
Mi alleno due volte al giorno, in pausa pranzo e la sera, cercando di alternare i tre sport. Il weekend è dedicato ai lunghi di corsa e di bici avendo più ore a disposizione.

Cosa fai quando non nuoti, non vai in bicicletta e non corri?
Cerco di recuperare! Mi piace molto leggere e vivere nella natura per rilassarmi. Sono molto appassionata di cavalli e ogni volta che posso mi concedo una passeggiata con mia sorella Gemma, la mia fan numero uno senza la quale vincere StoneBrixiaMan non mi avrebbe dato la stessa soddisfazione.

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Quali sono i tuoi modelli sportivi e non?
Sicuramente il mio compagno Stefano Miglietti, un ultrarunner esempio di forza e di perseveranza. È un vulcano, non gli basterà una vita intera per portare a termine tutto quello che sogna di realizzare. Apprezzo molto i risultati di atlete con un vissuto alle spalle, come Federica Pellegrini o Sara Dossena. Non si compie una grande impresa senza intensità, quella emozione che provo quando mi si accende qualcosa dentro. Anche se le emozioni ci rendono più vulnerabili, bisogna andarsele a cercare per vivere. Altrimenti è pura sopravvivenza.

In percentuale in una competizione quanto contano la bravura, il carattere e l'attrezzatura/sportswear?
In un triathlon estremo a un certo punto il corpo ti abbandona e lì conta molto la testa. Nella sofferenza bisogna entrare in contatto con la propria motivazione, in questo modo saprà restituirti un grande valore. StoneBrixiaMan non è solo una gara, è un viaggio metafora della vita in cui occorre prepararsi, capire cosa portare con sé e le giuste scelte da fare. Ovviamente una buona bici può agevolare nelle salite, anche se a contare sono sempre le gambe! I capi tecnici fanno la differenza, aiutando a rimanere asciutti nonostante la sudorazione, come capi a compressione per il recupero muscolare.

Cosa mangi prima e dopo un allenamento?
La parte più bella del fare tanto sport è poter mangiare di tutto! Sono molto golosa di dolci e me ne concedo spesso. Tendenzialmente seguo pasti regolari e bilanciati, una corretta alimentazione è indispensabile per i muscoli. Anche durante StoneBrixiaMan è stato fondamentale nutrirsi con regolarità ogni 40 minuti per non rischiare di non portare a termine la gara.

Il posto più bello dove ti sei allenata?
Vivo a Brescia, una fucina di posti meravigliosi. Abbiamo montagne bellissime, laghi stupendi, c'è veramente di tutto. Uno dei luoghi più belli dove mi sono allenata è stato in Alto Adige, alle Tre cime di Lavaredo, dove spero di potere tornare il prima possibile. Certi luoghi ci restano dentro per quel calore che ci hanno donato senza farci sentire fuori posto.

Come fai a canalizzare la tua energia?
Molte volte mettere in pratica la giusta decisione richiede un impegno che non vogliamo sempre assumerci. La vita è solo ciò che sentiamo eppure a volte ci dimentichiamo di dargli forma scegliendo quali esperienze fare. Credo che ci sia un solo viaggio possibile ed è quello che facciamo dentro noi stessi. Quando si affrontano esperienze come StoneBrixiaMan non si può tornare mai allo stesso punto da cui si è partiti, perché, nel frattempo, siamo cambiati. Tenere a mente questo mi dà tutta la motivazione per canalizzare energia negli allenamenti.

I diktat di un atleta.
Alla fine si raccoglie esattamente quello che abbiamo seminato. Lo sport non regala nulla. Bisogna allenarsi, sempre e tanto. Non ci sono trucchi o scorciatoie. Chi promette risultati facili e veloci sta mentendo. Come recita una bella frase: "Le medaglie si vincono in allenamento e si ritirano in gara".

I tuoi essential da allenamento e la tua coccola post.
Con le nostre azioni possiamo scegliere nella quotidianità quale idea di mondo incarnare. Io scelgo la passione a partire dagli allenamenti: se percepisco che non mi sto divertendo o lo sto facendo controvoglia mi fermo e ascolto il mio corpo. A volte andare avanti senza ascoltarsi è controproducente e la mia coccola post preferita resterà sempre una giornata in spa o immersa nella natura.

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