Coda, virgola, nero profondo che disegna lo sguardo di chi lo porta e cattura quello di chi guarda. Un tratto grafico dagli inizi di carriera a oggi, il filo legante dai primi singoli all'ultimo snippet, il make up di Adele è rassicurante e malinconico come le foto dei bar delle spiagge degli anni Sessanta. Effetto diva vintage, copia conforme dello spirito old style della cantante più tradizionale del terzo millennio. Il suo volto protagonista, perché se rétro deve essere, allora che lo sia al massimo. Gli occhi apparentemente timidi, ma già vergati di nero caviale, le ciglia finte di Adele sulla copertina del primo disco 19 e di nuovo sempre il suo volto, stavolta in bianco e nero ma già identificabile, per il successo di 21. Gli album definiti da una cifra, una biografia numerata e iconograficamente riconoscibilissima. È il viso di Adele il trucco di Adele, il disvelamento progressivo della sua crescita e maturità. Da ragazzona timida con corde vocali irrequiete a star definita, centrata, precisa. Lei che guarda(va) al passato nel modo più futuristico di tutti, seminando per strada le varie colleghe (Duffy o Kate Nash, tra l'interprete e l'autrice) e le emule che hanno provato a copiare tutto di lei, crollando sul tratto netto e specifico che la rendeva reale. Quella coda allungata in mezzo alle ciglia incrostate di mascara per illuminare la limpidezza dell'iride, le sopracciglia due linee che racchiudono universi, emozioni, sentimenti.

Il viso di Adele porta i retro effects con l'orgoglio di chi non si sta travestendo ma ci crede davvero. Credo nella linea spessa di eye liner e nel cut-crease che illude sulla palpebra mobile, credo nelle labbra vestite del nude perfetto, credo nelle extension per le ciglia, questa è la preghiera laica che ha reso Adele una supernova di stile, avanti anni luce ripescando la grandiosità del passato. Diana Ross, Ronnie Spector, Aretha Franklin (che amava le versioni con ombretti pop), i beauty look di attrici come Audrey Hepburn e Sophia Loren. Immersione profonda negli anni Sessanta, l'era del cat-eye con ala esagerata e delle ciglia increspate dal mascara. Tutte dee della riga nera perfetta, già muse dell'anticipatrice compianta Amy Winehouse, e oggi del trucco di Adele. Che, in fondo, ha fatto diventare signature qualcosa di già esistente, insistendo nello sfoggiarlo nelle giuste occasioni. Rare volte accompagnato da labbra laccate di rosso, più di frequente in versione nude look nel ton-sur-ton labiale. Div(in)a e umana, la popstar che terge l'acquarello di mascara di una lacrima sulla guancia durante un concerto dal vivo, risponde ad un telefono fuori moda imbenzinando la nostalgia, infila musicassette in un vecchio registratore per presentare il nuovo singolo di Adele Easy On Me, malinconicamente introdotto da un liquido pianoforte. Ultimo dettaglio retrobeauty e firma svolazzante, le lunghissime unghie agitate nel vento. Come mani fuori dal finestrino, e fogli delle partiture.