«Certamente questa non sarò la soluzione anti-stupro definitiva. Ma potrebbe diventare un aiuto concreto in caso di rischio». «È davvero difficile per una donna sabotare l’azione di un malintenzionato, e non sarà uno smalto a salvarle. Però potrebbe farle sentire più al sicuro». Sotto il post che lancia la notizia del lancio di uno smalto in grado di stabilire se un liquido è stato contaminato da droga da stupro, pubblicato sulla pagina Facebook di Mic.com, si è scatenato un vero e proprio dibattito.

L’idea risale al 2014 ma il brevetto è stato recentemente aggiornato dall’azienda Undercover Colors che si annuncia pronta al lancio sul mercato. Lo smalto è stato creato da quattro ricercatori della North Carolina State University con l’obiettivo di «garantire la loro sicurezza in modo discreto, semplicemente mescolando il drink con il dito». Nella pratica infatti, è lo smalto che, a contatto con la sostanza incriminata, cambia colore.

Proprio la gestualità da mette in pratica però ha scatenato le critiche più feroci. In parte anche il fine: difendersi. «Quando il problema resta a monte e riguarda gli uomini», ha commentato Jessica Valenti sul Guardian, «dovremmo cercare di fermare lo stupro, non soltanto evitarlo».

Sacrosanto, ma nell’attesa, perché condannare quello che a tutti gli effetti è una chance di protezione in più (dopo la biancheria intima anti-stupro o gli sport-bra con coltello annesso), tanto o poco discreto che sia?